Il mondo del vino e della cultura enologica piange la scomparsa di Ampelio Bucci, un imprenditore visionario che ha dedicato la sua vita alla valorizzazione del Verdicchio dei Castelli di Jesi. Deceduto il 21 agosto 2025 all’età di 89 anni, Bucci ha lasciato un’eredità di eleganza e passione che ha profondamente influenzato il panorama vinicolo italiano. La sua visione e il suo impegno hanno portato il Verdicchio a essere riconosciuto a livello mondiale, trasformandolo in un simbolo di eccellenza.
Dalla moda alla vigna
Nato a Montecarotto nel 1936, Ampelio Bucci si laureò in Economia all’Università Bocconi di Milano. La sua carriera iniziò nel mondo della moda e del design, dove si distinse per la sua creatività. Tuttavia, il richiamo delle origini agricole lo portò a trasformare Villa Bucci in un’azienda vinicola di riferimento. La mancanza di una preparazione formale in enologia non rappresentò un ostacolo; al contrario, la sua straordinaria energia innovativa gli permise di affrontare le sfide del settore con una visione audace.
Il Verdicchio riscoperto
Sotto la guida di Bucci, il Verdicchio, un vitigno autoctono marchigiano, ha vissuto una profonda riscoperta. Ampelio ha lavorato instancabilmente per elevare il Verdicchio a vino di alta qualità e longevità, opponendosi alla consuetudine di consumarlo giovane. La sua filosofia, che enfatizzava il potenziale di invecchiamento del vino, ha rivoluzionato la percezione di questo vitigno, portando Villa Bucci a essere riconosciuta in oltre 30 paesi nel mondo. Tra i successi più significativi, il Verdicchio Classico Superiore 2019 si è posizionato al secondo posto nella classifica di Wine Enthusiast, confermando l’impegno di Bucci nel produrre vini di eccellenza.
Ampelio non si limitò a produrre vino, ma cercò anche di educare il pubblico sull’importanza del Verdicchio, promuovendo eventi e degustazioni che avvicinassero i consumatori a questa varietà. Le sue iniziative hanno contribuito a creare una comunità di appassionati e intenditori, che ancora oggi celebrano il suo lavoro e la sua visione.
Il passaggio di testimone
Nel luglio del 2024, Bucci decise di affidare il futuro di Villa Bucci alla famiglia Veronesi, legata al gruppo Oniverse. Questa scelta strategica ha garantito la continuità dell’azienda e della sua filosofia, mantenendo l’essenza e la qualità che Bucci aveva instaurato. Ampelio rimase in azienda come consigliere esterno, dimostrando il suo desiderio di assicurare un futuro solido per la cantina. Questo passaggio generazionale è un esempio di come l’amore per la terra e per il vino possa essere tramandato, mantenendo intatto il patrimonio culturale e produttivo.
La vita e il lavoro di Ampelio Bucci sono ora oggetto di un nuovo libro, “Villa Bucci”, scritto da Cinzia Benzi. Quest’opera non è solo una biografia, ma un viaggio attraverso ricordi, fotografie evocative e testimonianze di chi ha condiviso con lui il cammino nel mondo del vino. Tra i contributi, si possono trovare le parole di chef stellati e un Master of Wine, che riflettono sull’impatto che Bucci ha avuto nel settore. Inoltre, il nuovo proprietario di Villa Bucci, Federico Veronesi, offre la sua prospettiva sul futuro dell’azienda, mantenendo vivo il ricordo e la filosofia di Bucci.
Ampelio Bucci è stato un faro per molti nel mondo del vino, un uomo che ha saputo coniugare tradizione e innovazione. La sua scomparsa segna la fine di un’era, ma il suo spirito e la sua visione continueranno a ispirare generazioni di viticoltori e appassionati. La storia di Ampelio è un esempio di come la passione e l’impegno possano trasformare un prodotto locale in un simbolo di eccellenza, portando il nome delle Marche e del Verdicchio a livelli internazionali.
La sua eredità vive non solo nei vini che ha creato, ma anche nella comunità di persone che ha ispirato e nei valori che ha instillato nel mondo dell’enologia. La sua figura rimarrà una pietra miliare nella storia del vino italiano, un pioniere che ha saputo vedere oltre l’orizzonte, trasformando un territorio e un vino in un fenomeno globale.