Roma, 17 novembre 2025 – Paola Simonetti, caporedattore centrale di Bibenda e figura di riferimento per la Fondazione Italiana Sommelier, si è spenta pochi giorni fa a 72 anni. Nel cuore di Roma, tra le sale dell’Hotel Rome Cavalieri, sede storica della scuola italiana di sommellerie, Simonetti ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo del vino italiano. Ha dedicato più di quarant’anni a diffondere una cultura enogastronomica oggi apprezzata ben oltre i confini nazionali.
Paola Simonetti, una vita dedicata al vino
Nel mondo della sommellerie, il nome di Paola Simonetti è sinonimo di passione, rigore e gentilezza. Dal 1997, anno della prima uscita di Bibenda, la guida che ha formato generazioni di sommelier, Simonetti ha diretto la redazione con fermezza e cura. “Era instancabile, professionale e sempre pronta ad aiutare”, ricorda Franco Ricci, compagno di vita e lavoro, con cui ha dato vita alla scuola italiana di riferimento per la sommellerie e agli “Oscar del Vino”.
Nel suo lungo percorso, Simonetti ha contribuito in modo decisivo alla crescita della cultura del vino in Italia. Alessandro Regoli, direttore di WineNews, sottolinea come “insieme a Franco Ricci hanno portato la comunicazione su wine & food a livelli altissimi, anche nelle istituzioni”. Un lavoro fatto con passione e competenza, che ha permesso al vino italiano di farsi conoscere e apprezzare da un pubblico sempre più vasto, raccontandolo con un linguaggio semplice ma mai banale.
Bibenda: la guida che è diventata un punto di riferimento
Sotto la direzione di Paola Simonetti, Bibenda ha superato il ruolo di semplice guida. Con 28 edizioni alle spalle, compresa quella del 2026, è diventata un vero e proprio riferimento per produttori, appassionati e professionisti del settore. Ogni anno, migliaia di schede dettagliate – curate di persona da Simonetti insieme a un team selezionato – raccontano storie di aziende, territori e persone. “Era molto orgogliosa di come riusciva a rendere piacevole la lettura”, confida Ricci. “In 39.000 pagine ogni anno, ha fatto diventare unico un libro ammirato in tutto il mondo”.
L’arrivo delle nuove tecnologie non l’ha trovata impreparata: Simonetti ha guidato la trasformazione digitale della guida, portando milioni di lettori a seguire un progetto che oggi vive anche su app e piattaforme online. Una rivoluzione silenziosa, fatta con la consueta attenzione ai dettagli e alle virgole.
Una memoria incredibile e una voce che contava
Chi l’ha incontrata ricorda la sua capacità di parlare delle vendemmie come delle etichette più rare, dei raccolti come dei nomi delle aziende storiche. Una memoria prodigiosa, che le permetteva di rispondere a qualsiasi domanda con precisione e naturalezza. “La sua conoscenza del vino e dell’olio era enorme”, ha scritto Ricci in un messaggio commosso. “Rispondeva a tutti con una cultura enciclopedica”.
Negli anni Novanta, quando l’Ordine dei Giornalisti ancora esitava a riconoscere la figura del giornalista del vino come professionista, Simonetti fu tra le prime a ottenere il tesserino. Un traguardo che la riempì d’orgoglio e aprì la strada a tanti altri colleghi.
L’eredità di Paola Simonetti resta viva
Oggi il mondo del vino italiano perde una delle sue voci più autorevoli. Nei corridoi dell’Hotel Rome Cavalieri, tra i sommelier in formazione e i produttori che ogni anno aspettano il giudizio della guida, il ricordo di Paola Simonetti continua a vivere. “Non si possono contare le cose che Paola ha reso pubbliche con le sue parole”, sottolinea Ricci. Ma più di ogni pagina o premio, resta l’esempio di una donna che ha saputo unire rigore professionale e umanità.
Il suo lavoro continuerà a vivere nelle nuove generazioni di sommelier e in chi ha imparato da lei a raccontare il vino italiano con rispetto e passione.
