
Crisi nell'Oltrepò: il Consorzio Vini si schiera con viticoltori e dipendenti
Negli ultimi giorni, il mondo della viticoltura dell’Oltrepò Pavese ha affrontato una crisi profonda, coinvolgendo la principale cooperativa del territorio, Terre d’Oltrepò. Questa cooperativa, la più grande della zona, si trova attualmente in una situazione difficile, priva di una guida operativa dopo che i consiglieri eletti a luglio hanno rifiutato l’incarico. Le difficoltà sono state amplificate da un appello pubblico del vicepresidente del Senato, Gianmarco Centinaio, che ha sollecitato il commissariamento della cooperativa.
Il ruolo del Consorzio Vini Oltrepò
In questo contesto di incertezza, il Consorzio Vini dell’Oltrepò, presieduto da Francesca Seralvo, ha preso posizione, esprimendo preoccupazioni e necessità per i viticoltori e i dipendenti di Terre d’Oltrepò. La presidente ha affermato: “L’Oltrepò Pavese del vino deve affrontare una sfida molto complessa in una situazione già di per sé sfavorevole. Come Consorzio, siamo vicini a tutti i viticoltori e ai dipendenti di Terre d’Oltrepò. La loro condizione di crisi ci impone di reagire uniti, guardando al futuro – e anche al presente – di un territorio che vive di vitivinicoltura e per il quale è necessario fare ogni sforzo possibile”.
Negli ultimi mesi, il Consorzio ha seguito con grande apprensione l’evoluzione della crisi, attivando un dialogo costante con le istituzioni locali per facilitare una ricomposizione della situazione. Sebbene il Consorzio non possa intervenire direttamente nelle complessità della crisi, ha fatto appello alle autorità affinché trovino modalità per sostenere le centinaia di famiglie coinvolte nel tessuto sociale dell’Oltrepò.
Preoccupazioni economiche e proposte
Un tema centrale nella comunicazione del Consorzio è la preoccupazione per l’impatto economico che la crisi potrebbe avere sul sistema territoriale. Un calo dei prezzi, legato all’elevato volume di uva attualmente priva di collocazione, potrebbe avere ripercussioni devastanti. “Tentativi di lucrare su questo fronte rappresentano uno sciacallaggio sulla pelle di agricoltori già provati. È fondamentale che la compravendita di uva avvenga a un prezzo equo, remunerativo per il lavoro svolto dagli agricoltori”, ha sottolineato Seralvo.
Le proposte per affrontare la crisi non mancano. La presidente ha ribadito che, alla luce della situazione attuale e del contesto internazionale, misure come la riduzione delle rese sarebbero auspicabili. Già ad aprile, il Consorzio aveva avanzato questa proposta, ma si era scontrato con il parere sfavorevole di alcune associazioni di categoria. “Ogni misura che possa portare a una riduzione dell’offerta, come la vendemmia verde, va perseguita se possibile”, ha aggiunto. Il Consorzio si è reso disponibile a supportare i produttori, denunciando tentativi di speculazione e facilitando incontri tra domanda e offerta.
Verso un futuro sostenibile
La crisi di Terre d’Oltrepò non è solo un problema immediato; è anche il riflesso di una necessità più profonda di cambiamento nel settore vitivinicolo dell’Oltrepò Pavese. La presidente Seralvo ha messo in evidenza che per il futuro della regione è fondamentale non puntare solo sui volumi, ma orientarsi verso una produzione di qualità. “La transizione verso una politica produttiva incentrata sulla qualità è inevitabile. L’unico auspicio positivo che possiamo trarre da questa crisi è che riesca a far comprendere a tutti quale sia la strada per il futuro del nostro territorio”, ha affermato.
In un contesto così complesso, il Consorzio rinnova l’appello a tutte le istituzioni affinché adottino strumenti efficaci e tempestivi per rispondere alle esigenze dei viticoltori soci di Terre d’Oltrepò e di tutti i produttori che stanno lavorando concretamente per il rilancio del territorio. La situazione attuale richiede un’azione coordinata e un impegno collettivo per garantire un futuro sostenibile e prospero per la viticoltura dell’Oltrepò Pavese.
Il mondo del vino è un settore cruciale per l’economia locale, e la sua salute è strettamente legata alla condizione sociale ed economica delle famiglie che vi lavorano. La speranza è che le istituzioni e gli attori del settore possano unirsi per affrontare queste sfide, promuovendo non solo la salvaguardia dei posti di lavoro, ma anche il rilancio della cultura vitivinicola che rende l’Oltrepò Pavese un territorio unico. In questo momento di crisi, la solidarietà e la collaborazione sono più importanti che mai per costruire un futuro migliore per il comparto vitivinicolo.