
Il futuro dell'export agroalimentare veneto: dazi e nuove opportunità nel 2024
Nel 2024, il panorama dell’export agroalimentare italiano si presenta in forte crescita, toccando la cifra record di 69,1 miliardi di euro, con un incremento significativo del +101% rispetto al 2014. Questo trend positivo non si limita alle esportazioni, ma si riflette anche sulle importazioni, che sono salite a 68,1 miliardi di euro, segnando un +62,5% nello stesso periodo. Nonostante il notevole aumento delle importazioni, la bilancia commerciale nazionale mantiene un saldo positivo, sostenuto dalle performance eccellenti di regioni come il Piemonte e l’Emilia-Romagna, che si confermano come pilastri dell’agroalimentare italiano.
Il Veneto, una delle regioni più importanti per l’export agroalimentare, si colloca al terzo posto a livello nazionale, con un valore di esportazioni che ammonta a 9,9 miliardi di euro, corrispondente al 14,7% del totale italiano. Tuttavia, il 2024 ha portato con sé una sfida significativa per il Veneto: il saldo commerciale regionale è infatti diminuito, registrando un disavanzo di -164 milioni di euro, dovuto a un incremento delle importazioni che hanno raggiunto i 10,1 miliardi di euro. Questo cambiamento evidenzia la crescente competitività del mercato internazionale e la necessità di affrontare le sfide che derivano da un contesto globale sempre più complesso.
I principali mercati e prodotti veneti
Analizzando i mercati di esportazione, il report di Veneto Agricoltura sottolinea che il 69,4% delle esportazioni venete è diretto verso l’Unione Europea, con Germania e Francia che rappresentano i principali destinatari. Gli Stati Uniti si posizionano come il terzo mercato più rilevante, assorbendo il 9,3% dell’export regionale. Questa diversificazione dei mercati è fondamentale per la resilienza del settore, poiché consente di mitigare i rischi legati a eventuali crisi economiche o politiche in specifiche aree geografiche.
Per quanto riguarda i prodotti, le bevande, in particolare il vino, costituiscono la categoria più significativa, rappresentando il 34,7% del valore totale delle esportazioni venete. Il vino veneto, famoso per la sua qualità e varietà, è il risultato di una tradizione vitivinicola radicata e apprezzata a livello mondiale. Seguono in ordine di importanza altri alimentari, prodotti da forno e carni lavorate, tutte categorie che riflettono l’eccellenza del saper fare italiano e la ricchezza della tradizione culinaria veneta.
Gli effetti dei dazi sul made in Italy
Un aspetto cruciale evidenziato nel report è l’impatto dei dazi doganali, che possono influenzare negativamente la competitività dei prodotti DOP (Denominazione di Origine Protetta) e IGP (Indicazione Geografica Protetta). Questi dazi, sebbene possano sembrare un ostacolo, non diminuiscono necessariamente la domanda, grazie all’alta identità e qualità dei prodotti italiani, che limitano la loro sostituibilità. Tuttavia, ciò non toglie che le filiere agroalimentari debbano affrontare costi maggiori e una potenziale riduzione della clientela in mercati colpiti da tariffe elevate.
L’Unione Europea ha cercato di mitigare gli effetti negativi dei dazi attraverso negoziati e accordi commerciali, ma le tensioni internazionali, in particolare con paesi come gli Stati Uniti, continuano a rappresentare una sfida. La concorrenza globale è destinata a intensificarsi, rendendo fondamentale per le aziende venete adattarsi rapidamente alle nuove condizioni di mercato.
Mercosur e Stati Uniti: opportunità e sfide
Guardando al futuro, l’accordo UE-Mercosur del 2024 si profila come un’opportunità significativa per l’export agroalimentare italiano. Questo accordo promette di aprire nuove porte per le importazioni agricole italiane, consentendo un accesso più favorevole ai mercati sudamericani. Le aziende venete, già fortemente presenti in Europa e negli Stati Uniti, potrebbero trarre vantaggio da questa maggiore apertura commerciale, esplorando nuove strategie per espandere la loro quota di mercato.
In particolare, i dati recenti evidenziano una crescita notevole delle esportazioni venete verso gli Stati Uniti, aumentate del 16% in un solo anno. Questo trend positivo è accompagnato da un raddoppio delle importazioni, suggerendo un rafforzamento dei legami commerciali tra Veneto e USA. Le aziende venete devono però affrontare la sfida di mantenere la qualità e la competitività dei loro prodotti in un mercato così vasto e variegato.
In conclusione, l’export agroalimentare veneto si trova dunque a un bivio: da un lato, la necessità di affrontare le sfide legate ai dazi e alla crescente competizione internazionale; dall’altro, le straordinarie opportunità offerte da accordi commerciali e mercati emergenti. La capacità delle aziende venete di adattarsi e innovare sarà determinante per il futuro del settore, che continua a rappresentare un pilastro dell’economia regionale e nazionale.