
25 anni di Consorzio Montecucco: come un sogno ha trasformato un territorio
Nel cuore pulsante della Toscana, il territorio del Montecucco ha vissuto una straordinaria trasformazione negli ultimi 25 anni. Da una zona emergente, è diventato un simbolo di eccellenza vitivinicola italiana grazie al lavoro del Consorzio Tutela Vini Montecucco, fondato nel 2000 da un gruppo di 22 aziende. Oggi, il consorzio conta 68 realtà associate, circa 500 ettari di vigneti e una produzione annuale che ha raggiunto il milione di bottiglie. Questo successo è il risultato di un impegno costante verso la qualità, la sostenibilità e la valorizzazione del territorio.
Crescita e sostenibilità nella produzione vinicola
I dati della raccolta 2024 sono impressionanti e mostrano un aumento del 41% dell’uva conferita in cantina e del 10% del vino imbottigliato rispetto all’anno precedente. Questa crescita non è solo un riflesso della qualità dei vini prodotti, ma anche della crescente attenzione verso pratiche agricole sostenibili. Infatti, ben il 95% della produzione Doc e oltre il 91% della produzione Docg del Montecucco è attualmente certificato biologico. Questo rappresenta un chiaro impegno della regione verso la biodiversità e il rispetto dell’ambiente.
I vitigni protagonisti del Montecucco
I vitigni di Sangiovese e Vermentino dominano la scena enologica del Montecucco. Mentre il Sangiovese è tradizionalmente la varietà principale, il Vermentino ha visto una crescita esponenziale negli ultimi decenni. Le sfide e le opportunità non mancano, tra cui:
- Introduzione di vitigni più resilienti ai cambiamenti climatici.
- Sviluppo della viticoltura d’altura sulle pendici del Monte Amiata.
- Investimenti nella ricerca per estendere la denominazione a quote più elevate.
Un futuro sostenibile e condiviso
Il recente convegno “25 anni di Consorzio Montecucco: radici profonde, sostenibilità e sguardo al futuro” ha rappresentato un momento cruciale per riflettere sull’evoluzione della denominazione. Durante l’evento, il presidente del Consorzio, Giovan Battista Basile, ha sottolineato che l’innalzamento delle temperature impone scelte coraggiose e la necessità di modificare il disciplinare per estendere l’area di produzione verso le altitudini più elevate.
Restare fedeli all’identità del Montecucco è fondamentale, ma è altrettanto importante sapersi evolvere. Il consorzio ha storicamente puntato sulla valorizzazione del territorio, costruendo un’identità forte e riconoscibile. Figure chiave come Leonardo Salustri e il professor Giancarlo Scalabrelli hanno contribuito a preservare un patrimonio genetico unico con oltre 400 biotipi di Sangiovese e varietà autoctone.
Inoltre, il programma Biopass, in collaborazione con università e centri di ricerca, si propone di monitorare e valorizzare la biodiversità nei vigneti, raccogliendo dati su suoli, microclimi e pratiche agronomiche. Questo approccio mira a costruire una viticoltura più sostenibile e resiliente, trasformando la sostenibilità in una leva di coesione sociale ed economica per il territorio del Montecucco.
Il futuro del Montecucco è quindi un viaggio verso l’innovazione, mantenendo sempre un forte legame con le proprie radici e il rispetto per l’ambiente.