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Vino e spiriti: l’appello delle associazioni vitivinicole per una Europa senza conflitti commerciali

Il settore vitivinicolo europeo si trova attualmente in una situazione critica, e le associazioni di categoria stanno facendo sentire la loro voce per chiedere che il vino venga mantenuto al di fuori di dispute commerciali non pertinenti. Il Ceev, principale sindacato europeo dell’industria vitivinicola, ha recentemente lanciato un appello alla Commissione Europea, sottolineando l’importanza di proteggere il commercio del vino da conflitti che non dovrebbero coinvolgerlo.

Le conseguenze delle dispute commerciali

Nel 2019, il vino europeo ha già subito le conseguenze di una lunga disputa commerciale con gli Stati Uniti, scaturita dalla controversia tra Boeing e Airbus. L’amministrazione del presidente Donald Trump ha imposto tariffe del 25% su una vasta gamma di prodotti europei, tra cui il vino. Nonostante le dichiarazioni più recenti di Trump, che ha minacciato di aumentare ulteriormente le tariffe, la situazione rimane complicata. Le tariffe si sono estese a beni come acciaio e alluminio, ma anche a prodotti agricoli, con l’Unione Europea pronta a rispondere con misure di ritorsione, inclusi dazi su prodotti statunitensi per un valore di circa 26 miliardi di euro.

Il commercio di vino tra Europa e Stati Uniti

Il commercio di vino tra Europa e Stati Uniti è fondamentale per la sostenibilità economica di entrambi i settori. Le esportazioni di vino europeo verso il mercato statunitense hanno un impatto significativo su:

  1. Reddito di migliaia di produttori e distributori.
  2. Creazione di posti di lavoro.
  3. Stimolo dell’economia in entrambe le regioni.

È essenziale che questo commercio venga protetto e supportato, evitando l’instaurarsi di dazi reciproci che potrebbero tradursi in un clima di incertezza economica. Tali misure porterebbero a licenziamenti, riduzione degli investimenti e aumenti dei prezzi lungo tutta la filiera, con ripercussioni negative per le imprese e i consumatori.

L’appello delle associazioni

Federvini, l’associazione che rappresenta i produttori di vini e spiriti italiani, ha evidenziato come i liquori e i cordiali abbiano già pagato un prezzo alto a causa delle misure commerciali. La presidente Micaela Pallini ha dichiarato che l’applicazione di dazi fino al 50% su prodotti come il whiskey statunitense potrebbe aggravare ulteriormente le tensioni commerciali, minacciando migliaia di posti di lavoro nel settore.

Pallini ha ricordato gli effetti devastanti che i dazi americani hanno avuto sul settore dei liquori italiani tra il 2019 e il 2021. È cruciale unire le forze per intensificare il dialogo con gli Stati Uniti e proteggere la competitività delle produzioni europee.

L’industria vitivinicola è un simbolo del patrimonio culturale e gastronomico europeo, e le sue produzioni sono legate alla tradizione e all’identità di numerosi paesi. Utilizzare il vino come pedina in dispute commerciali è non solo ingiusto, ma anche controproducente per l’economia globale.

Le associazioni di categoria chiedono il supporto delle istituzioni europee e un maggiore coinvolgimento di consumatori e produttori nella discussione sulle politiche commerciali. È fondamentale mantenere il vino e gli spiriti al di fuori di tali conflitti, per garantire un commercio equo e sostenibile.

In un contesto globale sempre più complesso, è essenziale trovare soluzioni diplomatiche e accordi commerciali che rispettino le specificità di ciascun settore, evitando misure punitive che colpiscono indiscriminatamente. La speranza è che, attraverso un dialogo costruttivo, si possa evitare che vini e spiriti vengano utilizzati come strumenti di ritorsione nelle dispute commerciali, salvaguardando così un settore vitale per l’economia europea e la tradizione culturale che rappresentano.

Redazione Vinamundi

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