Approfondimento

Vino corto, qual è il significato di questa espressione?

Il termine “corto” è una delle parole che potrebbero emergere durante una degustazione professionale di vino, un vocabolo che suscita interesse e richiede approfondimenti. Se anche a te è capitato di sentire questa definizione, senza tuttavia conoscerne il significato o desideri acquisire una migliore comprensione delle sue sfumature, proviamo ad approfondirlo meglio. Esploriamo allora il concetto di “vino corto” in modo esaustivo.

Foto da Unsplash
@Stefan Schauberger

Che cosa significa vino corto

Per comprendere a pieno il significato di “vino corto”, è sicuramente utile partire dalla sua accezione generale, estendendo il ragionamento da contesti non enologici a quello specifico del vino. L’aggettivo “corto” è infatti comunemente utilizzato per descrivere oggetti, azioni o situazioni caratterizzate da una durata o una lunghezza limitata. Questa descrizione ci porta a riflettere sul concetto di persistenza, una qualità fondamentale nelle nostre degustazioni di vino.

L’opposto di un vino persistente: il vino corto

Un vino persistente, infatti, è caratterizzato da sensazioni gusto-olfattive che perdurano nel tempo, rimanendo apprezzabili anche dopo la deglutizione. È come se la sua essenza danzasse sulle papille gustative, lasciando un’impronta indelebile che si prolunga nel tempo. Al contrario, un vino corto presenta una persistenza ridotta, le cui sensazioni svaniscono rapidamente, quasi prima che la deglutizione sia completata.

La definizione precisa di “vino corto” varia leggermente in base agli standard adottati dagli esperti del settore. Tuttavia, in generale, si può affermare che un vino corto è caratterizzato da una persistenza delle sensazioni gusto-olfattive che si estende al massimo per 2-3 secondi dopo la deglutizione. Questo breve intervallo di tempo è indicativo di una qualità meno pregiata rispetto a quella dei vini persistenti o lunghi.

I “metodi” di valutazione: durata e percezione sensoriale

Esaminando più da vicino la scala della persistenza del vino, possiamo individuare ulteriori dettagli. Un vino è considerato abbastanza persistente se le sue sensazioni gusto-olfattive durano tra i 4 e i 6 secondi circa dopo la deglutizione. Un vino persistente o lungo, invece, offre un’esperienza che si prolunga per più di 6 secondi, fino a circa 10 secondi. Infine, un vino molto persistente è caratterizzato da sensazioni che persistono per oltre 10 secondi, confermando la sua eccellenza e pregio.

Un vino corto: spesso sinonimo di bassa qualità

Oltre alle misurazioni specifiche della persistenza, è importante sottolineare il significato simbolico associato alla lunghezza e alla brevità nel mondo del vino. Una persistenza prolungata è spesso considerata un indicatore di qualità superiore, mentre la breve durata delle sensazioni è vista come un segno di minor pregio. In questo contesto, la lunghezza diventa un attributo desiderabile, un segno distintivo di un vino di alta qualità, mentre la brevità è interpretata come una mancanza, una carenza da compensare.

Fondamentalmente quindi comprendere il concetto di “vino corto” va oltre la mera definizione tecnica, anche se i più esperti avranno più facilità nel dare questa definizione. Si tratta tuttavia di un viaggio nel mondo complesso delle percezioni sensoriali, un’immersione nelle sfumature della degustazione enologica. La brevità delle sensazioni infatti, potrebbe essere interpretata come un invito alla riflessione sulla qualità e sull’eccellenza del vino che siamo chiamati a valutare.

Andrea Zoccolan

Nato a Milano nel 1990, mi sono occupato per circa dieci anni di giornalismo e comunicazione in ambito sportivo, per poi passare alla cronaca. Innamorato delle inquadrature di Yorgos Lanthimos, dei libri di Emmanuel Carrère e delle geometrie di Thiago Motta, la mia vera debolezza resta la cucina cinese

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