Il vino

Vino blu: cos’è e come viene realizzato il Gik

Gik è l’insolito vino blu che nasce da un’azienda spagnola, che lo ha prodotto mischiando uve bianche, uve rosse e coloranti organici, proprio per conferire alla bevanda questa particolarità visiva.

Come si ottiene l’insolito colore azzurro/blu di questo particolare vino?

La domanda sorge spontanea: come si ottiene l’insolito colore azzurro/blu di questo particolare vino? Un gruppo di imprenditori ha deciso, ormai anni fa, di lanciare sul mercato Gik, il primo vino blu al mondo. “Per ideare questo prodotto sono stati necessari due anni di ricerca in stretta collaborazione con diversi istituti tecnologici legati al settore dell’alimentazione”, aveva spiegato l’azienda. “Si parte da una base di uve rosse e uve bianche, poi si mescolano e si usano alcuni pigmenti che danno il blu intenso, uno viene dall’uva stessa, dalla buccia, l’antocianina, lo estraiamo e lo aggiungiamo al vino” questo è quello che avevano riferito Taig Mac Carthy e gli altri creatori, anche se la ricetta completa è segreta e viene custodita gelosamente.

Il mix di uve con coloranti organici

Le uve selezionate per creare il mix, potrebbero appartenere a Airén, Syrah e Garnacha, provenienti dai vigneti di Rijoca, Navarra e Saragoza. La gradazione alcolica  è relativamente bassa. In seguito alla fermentazione, vengono poi aggiunti al vino i coloranti naturali, ovvero le antocianine, contenute nella buccia dell’uva. Questi hanno un colore che può variare dal rosso all’indaco e al blu.

Dopo anni di ricerche, nel 2015, il gruppo di innovatori del settore vinicolo, hanno fondato l’azienda Gik Live!, che produce da diversi anni questo vino di successo, apprezzato proprio per il suo colore insolito.

Foto | Facebook (Gik Live Italia)

Grazie alla varietà di uve utilizzate – avevano sottolineato tempo fa i creatori di Gik – riusciamo a ottenere un vino fresco e dolce al palato, senza zuccheri aggiunti, con l’11,5% di alcol in volume”. “Ci piacerebbe entrare molto presto anche nel mercato italiano“, avevano dichiarato nel 2017.

A vederlo sembrerebbe un liquore o un cocktail, e infatti dopo la distribuzione, il prodotto è stato multato perché non riconosciuto come vino. Anche l’Unione Europea, non aveva riconosciuto l’appartenenza del Gik alla categoria dei vini.

Abbiamo pensato di rinnovare il settore del vino e creare un drink facile da realizzare e orientato alle nuove generazioni che non sono cresciute bevendo vinoaveva spiegato Aritz Lopez, co-fondatore dell’azienda – diciamo che si rivolge soprattutto a chi è abituato a bere birra, liquori, soda“.

Foto | Facebook (Gik Live Italia)
Giuliana Presti

Laureata in Giornalismo e Cultura Editoriale. Scrivo di cinema, cultura e attualità. Amo la fotografia e la buona musica

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