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Vini dealcolati in Italia: il decreto che rivoluziona il mercato

La produzione di vini dealcolati sta finalmente emergendo in Italia, un settore che ha mostrato potenzialità significative ma ha incontrato ostacoli a causa di complessità burocratiche e normative. Mentre in Francia i vini dealcolati sono già una realtà consolidata, l’Italia sembra pronta a intraprendere questo percorso. Il 14 febbraio 2023, il nostro Paese ha dato il via libera alla produzione di vini dealcolati made in Italy, ma restano da affrontare questioni burocratiche cruciali per lo sviluppo del settore.

Durante Vinitaly 2025, Lamberto Frescobaldi, presidente dell’Unione Italiana Vini (Uiv), ha messo in evidenza la stagnazione del mercato dei vini dealcolati, affermando che “oggi il settore è fermo con le quattro frecce”. Frescobaldi ha sottolineato l’urgenza di risolvere gli snodi fiscali e normativi per consentire alle aziende italiane di iniziare a produrre vini dealcolati, lamentando un’ennesima impasse legislativa che ha bloccato la filiera.

la novità del decreto-legge fiscale

Recentemente, una novità significativa è emersa con Paolo Castelletti, segretario generale dell’Uiv, che ha commentato lo schema del Decreto Legge fiscale. Questo decreto ha anticipato il termine entro il quale deve essere adottato il decreto interministeriale da parte del Ministero dell’Agricoltura e del Ministero dell’Economia. Castelletti ha dichiarato: “L’approvazione del decreto-legge fiscale di ieri ha sbloccato lo stallo sui vini dealcolati, che rischiava di protrarsi sino al 2026”. Questo sviluppo rappresenta un passo cruciale verso la definizione delle condizioni e delle autorizzazioni fiscali necessarie per la produzione di vini dealcolati in Italia.

L’Unione Italiana Vini ha indicato che il nodo fiscale è l’ultimo ostacolo da superare per consentire alle imprese italiane di dealcolare. Con l’entrata in vigore del decreto-legge n.43, avvenuta alla fine di marzo, il Testo Unico delle Accise è stato modificato per includere l’articolo 33-ter, che disciplina il processo di dealcolazione in ambito fiscale. Tuttavia, l’attuazione di questa norma è prevista solo dal 1 gennaio 2026, il che ha spinto l’Uiv a sollecitare un intervento transitorio per evitare ulteriori ritardi nella produzione.

il mercato dei vini no-low

Il mercato dei vini No-Low, che include vini dealcolati e a basso contenuto alcolico, è in espansione, ma in Italia rappresenta attualmente solo un valore di 3,3 milioni di euro. Le previsioni sono ottimistiche: si stima che entro i prossimi quattro anni questo mercato possa raggiungere i 15 milioni di euro. A livello globale, la situazione è ancora più promettente, con un mercato attualmente valutato a 2,4 miliardi di dollari, con prospettive di crescita fino a 3,3 miliardi di dollari entro il 2028.

Il crescente interesse per i vini dealcolati non è solo una questione di opportunità di mercato, ma riflette anche un cambiamento nei comportamenti e nelle preferenze dei consumatori. Sempre più persone cercano opzioni a bassa gradazione alcolica, spinti da uno stile di vita più sano e dalla crescente consapevolezza dei benefici di una dieta equilibrata. Questo cambiamento culturale ha portato le aziende vinicole a esplorare nuove strade e a innovare, creando prodotti in grado di soddisfare questa domanda crescente.

le sfide per i produttori italiani

In questo contesto, i vini dealcolati offrono una risposta alle esigenze di quei consumatori che desiderano gustare il vino senza gli effetti collaterali dell’alcol. Questi prodotti non solo mantengono il sapore e l’aroma del vino tradizionale, ma sono anche un’ottima alternativa per chi deve affrontare restrizioni legate alla salute o semplicemente desidera ridurre il consumo di alcol.

Le sfide per i produttori italiani includono:

  1. Garantire che i vini dealcolati non perdano le caratteristiche distintive che li rendono unici.
  2. Lavorare su metodi di dealcolazione che preservino le qualità organolettiche del vino.
  3. Investire in ricerca e sviluppo per trovare soluzioni innovative e sostenibili.

In sintesi, l’industria vinicola italiana si trova di fronte a una svolta storica con l’apertura alla produzione di vini dealcolati. Mentre il decreto-legge fiscale rappresenta un passo avanti fondamentale per sbloccare il potenziale di questo mercato, resta da vedere come i produttori italiani sapranno adattarsi e rispondere a questa nuova domanda dei consumatori. Con il giusto approccio, l’Italia potrebbe diventare un leader nel settore dei vini dealcolati, offrendo prodotti di alta qualità che attraggono sia i tradizionalisti che i nuovi appassionati.

Redazione Vinamundi

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