Il vino

Verdicchio dei castelli di jesi, storia e migliori cantine

Il Verdicchio è un vino bianco marchigiano, proveniente dalle province di Ancona e di Macerata, nel bacino del fiume Esino. Nel 1968 il Verdicchio dei Castelli di Jesi ha ottenuto il marchio DOC “Denominazione di Origine Controllata” e nel 2010 il Verdicchio Riserva quello DOCG “Denominazione di Origine Controllata e Garantita“. Questo vino profumato, oltre ad avere un nome interessante, ha anche una storia altrettanto curiosa.

Foto | Unsplash @Bernard Hermant

Le origini del Verdicchio

La parola “verdicchio” appare per la prima volta in un atto notarile del Cinquecento, sebbene la sua origine sia più antica. Risale, infatti, al tempo degli antichi romani e dei piceni, popolazione di lingua umbro-sabellica abitante la fascia medio-adriatica della nostra Penisola. Nonostante questo, secondo alcune fonti, la prima testimonianza di un antenato del Verdicchio sarebbe riscontrabile già nel 410 d.C. quando l’Italia era invasa da orde di barbari. Addirittura, pare che il re visigoto Alarico sia passato dalle parti dei castelli di Jesi prima di saccheggiare Roma, proprio per prendere qualche barile di quel celebre vino.

In ogni caso è merito dei monaci benedettini, nel Seicento, la diffusione del Verdicchio. Purtroppo, due secoli più tardi, un’epidemia delle piante sterminò l’intera produzione marchigiana. Comunque, questa non si fermò e, anzi, arrivò a conferire a questo vino le denominazioni DOC e DOCG in tempi molto recenti. Negli anni ’50 e ’60 del Novecento si può parlare di una vera impennata nella produzione di Verdicchio, grazie in primis alla bottiglia a forma di anfora progettata dall’architetto Antonio Maiocchi, e grazie agli esperimenti di spumantizzazione delle uve ad opera di Ubaldo Rosi.

La zona dei Castelli di Jesi, che si trova nei versanti collinari della Vallesina, è tra i principali fornitori di Verdicchio, grazie al caratteristico microclima di questo territorio. Il Verdicchio dei Castelli di Jesi è oggi uno dei vini bianchi più apprezzati all’Italia e all’estero, grazie alla sua tendenza all’invecchiamento e alla sua struttura ed elevato tenore alcolico.

Foto | Unsplash @Thomas Schaefer

Le migliori cantine di Verdicchio

Questo vino bianco ha un nome davvero allegro, che riflette proprio la sua vivacità e freschezza sul palato. Il nome rispecchia anche il suo colore giallo paglierino con riflessi verdi. Si tratta di un bianco molto profumato, con sentori di biancospino e fiori di campo, ma anche con un retrogusto fruttato (si riconoscono mela e pesca) e agrumato. L’ultimo tocco di contrasto è dato dall’amarezza della mandorla.

Tra le migliori cantine di Verdicchio dei Castelli di Jesi abbiamo l’Azienda vinicola Piersanti, a fondazione familiare, nata nel 1955. L’azienda utilizza uve di Verdicchio selezionando sul territorio più di 200 conferenti che ogni anno la riforniscono.

L’Antica cantina Sant’Amico è invece nata nel 1850, è una delle più antiche della zona marchigiana e produce  alcune tra le migliori varietà di vini rossi, bianchi e rosè delle regioni vinicole italiane (tra cui, ovviamente, il nostro Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC).

L’azienda Terre Cortesi Moncaro nasce invece nel 1964 e ha sede a Montecarotto. Oggi l’azienda è una delle più importanti della regione. Nel 2003 il Verdico Passito “Tordiruta” ha vinto il Trophy all’International Wine Challenge di Londra, considerato il campionato mondiale dei vini.

Da citare, infine, l’Azienda vinicola Mancini usa esclusivamente uve dei vigneti di proprietà situati nella zona classica di produzione del Verdicchio dei Castelli di Jesi. La sua attività ha ottenuto riconoscimenti nazionali e internazionali con il Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore “Villa Talliano”, il “Passito” di Verdicchio, le selezioni di Verdicchio “Santa Lucia” e “Ghibellino”, lo Spumante Brut, il Rosso Piceno “Panicale”.

Blu Di Marco

Sono laureanda in Lettere moderne presso l’Università Statale di Milano. Appassionata di libri da quando ero in pancia, potrei dire di vivere in una casa di carta. Dal 2021 sono editor e autrice anche per Giovani Reporter

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