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Valpolicella Annual Conference: come il Covid ha trasformato l’export del vino

Nel contesto della pandemia di Covid-19, il settore vinicolo ha subito un impatto senza precedenti, come evidenziato dai dati emersi durante la Valpolicella Annual Conference, un evento completamente digitale tenutosi il 26 e 27 febbraio. Le statistiche fornite da Nomisma Wine Monitor rivelano un quadro preoccupante per i principali mercati del vino nel mondo. Nel 2020, il mercato globale ha registrato un calo significativo, con gli Stati Uniti, tradizionalmente il primo importatore di vino, che ha visto una contrazione dell’11,1%. La situazione è ancora più grave in Cina, dove la domanda è scesa del 26,7%. Anche Germania e Regno Unito hanno subito perdite, con un calo rispettivamente del 4%, mentre il Canada ha visto una diminuzione più contenuta, pari allo 0,9%.

In questo contesto critico, l’Italia ha dimostrato una certa resilienza, limitando le perdite a un -2,9% nei primi undici mesi del 2020, secondo le elaborazioni di base delle dogane. Questo risultato è stato raggiunto grazie a una redistribuzione strategica dei canali di vendita, con un significativo rafforzamento della Grande Distribuzione Organizzata (GDO). L’evento ha messo in luce come la multicanalità stia diventando un elemento cruciale per il futuro commerciale del vino italiano.

Focus sulla multicanalità

Il primo giorno della conferenza ha visto un focus sulla multicanalità, con interventi di esperti del settore come Denis Pantini, responsabile di Nomisma Wine Monitor; Francesco Scarcelli, responsabile alcolici di Coop Italia; e Paolo Zanetti, fondatore di Callmewine. Questi relatori hanno esplorato le opportunità e le sfide che il mercato del vino deve affrontare, con particolare attenzione all’e-commerce e all’HORECA (Hotellerie-Restaurant-Café).

Nuove politiche e cambiamento climatico

La seconda giornata ha proseguito con un dibattito sulle nuove politiche a sostegno della filiera del vino italiano, coinvolgendo figure chiave come Federico Caner, assessore all’Agricoltura della Regione Veneto, e membri della Commissione Agricoltura e Sviluppo rurale del Parlamento europeo, Paolo De Castro e Herbert Dorfmann. Durante questo incontro, è stata discussa l’importanza di adottare strategie che possano aiutare i produttori a navigare in un mercato sempre più competitivo e globalizzato.

Un altro tema cruciale emerso dalla conferenza è stato il cambiamento climatico e le sue ripercussioni sulla viticoltura in Valpolicella. Diego Tomasi, ricercatore del CREA-Vit, ha fornito un’analisi approfondita delle influenze climatiche sulla produzione vinicola, sottolineando come i produttori debbano adattarsi alle nuove condizioni ambientali per garantire la qualità e la sostenibilità del vino.

Degustazioni e opportunità future

Le degustazioni hanno rappresentato un altro elemento distintivo della Valpolicella Annual Conference, con oltre 1200 campioni di Amarone, Valpolicella e Ripasso distribuiti in 25 paesi. I partecipanti hanno avuto l’opportunità di assaporare questi vini in diretta, interagendo con esperti del settore. Il primo appuntamento di degustazione, intitolato “Amarone della Valpolicella: come implementare bisogni e visione per il futuro”, ha visto la partecipazione di professionisti del calibro di Wojciech Bonkowski, enologo e giornalista, e Maurizio Ugliano, professore dell’Università di Verona. Questo incontro ha messo in evidenza l’importanza dell’appassimento e dell’invecchiamento per il futuro dell’Amarone.

Un altro punto saliente è stato l’incontro dedicato al Ripasso, un vino che ha visto una modifica del disciplinare nel 2019. Questo evento ha visto la partecipazione di esperti come Michelle Cherutti-Kowal, Master of Wine, e Alessandro Bellotto, enologo e consulente. La modifica del disciplinare ha aperto nuove strade per il Ripasso, rendendolo un prodotto ancora più interessante per i consumatori e gli operatori del settore.

In chiusura del primo giorno, l’attenzione si è spostata sul Valpolicella, con una degustazione guidata da esperti del settore. Questa sessione ha esplorato il futuro del Valpolicella, con un focus sulle opportunità di rinnovamento e posizionamento in un mercato sempre più orientato verso vini “light-bodied”. La crescente domanda di vini leggeri e freschi rappresenta una sfida e un’opportunità per i produttori della Valpolicella, che devono adattarsi alle esigenze dei consumatori moderni.

La Valpolicella Annual Conference ha rappresentato un’importante opportunità per il Consorzio Vini Valpolicella, che detiene oltre l’80% della rappresentatività della denominazione. Con quasi 8.400 ettari di vigneti distribuiti nei 19 comuni della DOC veronese, la Valpolicella è un leader nel panorama vinicolo italiano e genera un giro d’affari di circa 600 milioni di euro all’anno. Questo evento ha dimostrato non solo la capacità di resilienza del settore, ma anche la determinazione dei produttori a innovare e affrontare le sfide future, mantenendo alta la qualità e la reputazione dei vini della Valpolicella.

Redazione Vinamundi

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