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Unione innovativa: Cantina Valpantena e Cantina di Custoza si fondono per un futuro vinicolo straordinario

La viticoltura è un elemento centrale della tradizione e dell’economia veronese, e la recente fusione tra Cantina Valpantena e Cantina di Custoza segna un momento cruciale per il settore. Durante un’assemblea straordinaria tenutasi il 20 marzo, i soci della Cantina di Custoza hanno approvato la fusione con 118 voti favorevoli su 156 validi, dando vita a una nuova entità chiamata Cantine di Verona. Questa fusione non è solo un’unione di forze, ma rappresenta anche una strategia per affrontare le sfide del mercato moderno e valorizzare il patrimonio vitivinicolo della regione.

Un nuovo colosso nel panorama vinicolo italiano

Cantine di Verona nasce con un patrimonio di circa 30 milioni di euro e un fatturato di ben 65 milioni, posizionandosi come una delle realtà più significative nel panorama vinicolo italiano. Con conferimenti di 300 mila quintali di uva e un centinaio di dipendenti, la cooperativa si propone di rafforzare la sua competitività sul mercato, sfruttando l’esperienza e le risorse di entrambe le cantine. Secondo il presidente di Cantina Valpantena, Luigi Turco, questa fusione è “un’operazione storica e di enorme valenza per il territorio”, capace di generare benefici a lungo termine.

Valorizzare la tradizione e garantire occupazione

La Cantina Valpantena vanta una storia di oltre sessant’anni, durante i quali ha costruito un forte legame con la tradizione vinicola locale. La fusione con Cantina di Custoza, un’altra realtà storica della provincia, non solo rafforza questa tradizione, ma la porta verso un futuro più competitivo. Turco ha espresso la sua soddisfazione per il sostegno ricevuto dai soci della Cantina di Custoza e ha invitato anche coloro che hanno votato contro a riconoscere i vantaggi di questa iniziativa. Il processo è stato concepito nel rispetto delle identità e delle culture delle due cooperative, con l’obiettivo di esaltare i loro territori e le rispettive denominazioni.

Uno degli aspetti più rilevanti di questa fusione è il mantenimento dei livelli occupazionali. Entrambi i presidenti hanno sottolineato l’importanza di garantire la stabilità dei posti di lavoro, un elemento cruciale in un settore che ha già affrontato molteplici sfide, soprattutto a causa della pandemia. L’idea è quella di creare una realtà che non solo sopravvive, ma prospera, apportando benefici a soci, dipendenti e alle loro famiglie.

Sinergie e opportunità di crescita

Giovanni Fagiuoli, presidente della Cantina di Custoza, ha espresso entusiasmo per i risultati ottenuti, sottolineando che questa fusione rappresenta il culmine di anni di impegno. Fagiuoli è convinto che i vantaggi dell’operazione si rifletteranno positivamente sui soci, migliorando le prospettive economiche e commerciali della nuova entità. La fusione, infatti, permette di unire risorse, competenze e know-how, creando sinergie che possono tradursi in opportunità di crescita e innovazione.

La nuova realtà, Cantine di Verona, si propone di affrontare il mercato con una maggiore responsabilità verso i soci e una visione imprenditoriale che possa attrarre nuovi investimenti. In un contesto post-pandemia, la capacità di adattarsi e innovare è fondamentale per rimanere competitivi. La fusione non è solo una risposta alle sfide attuali, ma anche un passo verso un futuro in cui il vino veronese possa continuare a brillare a livello nazionale e internazionale.

In sintesi, la fusione tra Cantina Valpantena e Cantina di Custoza segna l’inizio di una nuova era per il vino veronese. Con una solida base economica, un forte impegno verso i soci e una visione di sostenibilità e innovazione, Cantine di Verona è pronta a scrivere un nuovo capitolo nella storia vitivinicola della provincia di Verona.

Redazione Vinamundi

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