La situazione riguardante l’acquisizione di Banco Bpm da parte di UniCredit sta vivendo un’importante evoluzione, soprattutto dopo la lettera inviata dalla Commissione Europea al governo italiano. Quest’ultima ha sollevato preoccupazioni in merito al decreto del 18 aprile 2025, che imponeva obblighi specifici sull’operazione. Secondo la Commissione, tali obblighi potrebbero violare le normative europee, in particolare l’articolo 21 del regolamento sulle concentrazioni. La reazione dell’esecutivo italiano, guidato dalla premier Giorgia Meloni, è stata immediata, promettendo una risposta collaborativa alle preoccupazioni espresse da Bruxelles.
UniCredit ha rilasciato una dichiarazione forte, sottolineando che gli azionisti di Banco Bpm sono stati esposti a un uso illegittimo del golden power e a campagne promozionali aggressive. Queste azioni, secondo UniCredit, hanno compromesso la credibilità della propria offerta. La banca ha affermato che la decisione finale riguardante l’attrattività di qualsiasi offerta dovrebbe spettare esclusivamente agli azionisti.
L’attenzione si è concentrata anche sulla sentenza del Tar del Lazio, che ha accolto parzialmente il ricorso di UniCredit contro l’applicazione del golden power. Il tribunale ha annullato due delle quattro prescrizioni imposte dal governo, ritenendo che l’utilizzo del golden power non fosse conforme alle normative vigenti. Questo ha sollevato interrogativi sulla legittimità delle restrizioni e sul loro impatto sull’operazione di acquisizione.
Nel comunicato di UniCredit, si evidenzia che le incertezze generate dalle prescrizioni del golden power hanno privato gli azionisti di Banco Bpm di una possibilità concreta di scelta. La banca ha annunciato che valuterà rapidamente le azioni necessarie da intraprendere, dopo aver ottenuto un parere favorevole dal Tar.
Le prescrizioni annullate riguardano specificamente:
Inoltre, la posizione di Anima è stata reinterpretata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) e formalmente accolta dal Tar, eliminando l’obbligo vincolante a favore di indicazioni programmatiche.
La situazione si complica ulteriormente considerando il contesto geopolitico e le attività di UniCredit in Russia. Il Tar ha stabilito che non ha competenza per valutare le prescrizioni relative alla cessazione delle attività o alla vendita degli asset russi, ritenendo che tali decisioni competano alla Banca Centrale Europea (BCE).
Dopo la sentenza, la posizione del governo italiano è emersa come una difesa del proprio operato. Fonti del Mef hanno accolto con favore la decisione del Tar, sottolineando la legittimità delle prescrizioni relative alla sicurezza economica e alla protezione degli asset strategici.
Banco Bpm ha espresso soddisfazione per il riconoscimento della legittimità delle prescrizioni governative, auspicando che UniCredit chiarisca le proprie intenzioni riguardo all’offerta. L’incertezza attuale ha rallentato la flessibilità strategica di Banco Bpm in un momento critico per il settore bancario italiano.
Le dichiarazioni del vicepremier Matteo Salvini non si sono fatte attendere. Salvini ha criticato l’interferenza della Commissione Europea, sostenendo che l’Unione dovrebbe concentrarsi su questioni più rilevanti per l’Italia, senza ingerenze esterne.
La posizione di UniCredit si fa sempre più delicata. Dopo aver lanciato un’offerta per Banco Bpm, il CEO Andrea Orcel ha avvertito che, senza chiarezza sul golden power, la banca potrebbe ritirare la propria offerta. Inoltre, la presenza di Crédit Agricole, già primo azionista di Banco Bpm, complica ulteriormente la situazione.
La questione del golden power, insieme alla complessità delle dinamiche di mercato, rende il panorama dell’acquisizione di Banco Bpm altamente instabile. Con la chiusura dell’offerta prevista per il 23 luglio, le prossime settimane saranno decisive per il futuro di UniCredit e Banco Bpm, nonché per l’intero settore bancario italiano. Gli sviluppi saranno monitorati con attenzione da azionisti e osservatori del mercato.
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