Nel cuore di Portofino, nel 2015, Emanuele Kottakhs ha dato vita a Jamin UnderWaterWines, un’azienda innovativa che si distingue per il suo approccio unico all’affinamento subacqueo di vini e distillati. Con una visione audace, Jamin si è affermata come pioniere nel settore, combinando scienza, tecnologia e un approccio altamente professionale per valorizzare i prodotti vitivinicoli attraverso un metodo che sfida le convenzioni tradizionali.
Con oltre 385 membri, tra cui produttori di vino, enologi e tecnici, Jamin ha creato il primo network internazionale dedicato alle cantine subacquee, situate in ambienti marini e lacustri. Questi impianti, già attivi in diverse regioni italiane come Emilia-Romagna, Calabria, Molise, Toscana e Campania, si stanno espandendo ulteriormente in Abruzzo, Sicilia e Basilicata. La proposta di Jamin non è solo innovativa, ma scientificamente fondata, con protocolli esclusivi e un forte investimento in ricerca.
In occasione dell’UnderWaterWines International Congress 2025, tenutosi a Firenze, Kottakhs ha condiviso la visione e gli sviluppi del progetto, sottolineando l’importanza di un approccio basato su dati scientifici e tecnologie avanzate. Il nuovo modulo Smart Cage 2.0, sviluppato dalla società ingegneristica Idecom, è uno degli strumenti introdotti per migliorare l’affinamento subacqueo, garantendo monitoraggio e controllo costante.
Kottakhs ha evidenziato che “la ricerca è al centro di tutto”. Attraverso collaborazioni con l’Università di Firenze e l’Università di Genova, Jamin si dedica a studiare sia l’evoluzione organolettica del vino in ambienti subacquei sia l’impatto ambientale del processo. Gli obiettivi principali includono:
I risultati di queste ricerche sono evidenti: i vini affinati secondo il metodo Jamin non solo ricevono riconoscimenti, ma portano a una nuova categoria di prodotti con caratteristiche organolettiche uniche. “I nostri clienti ottengono la certificazione UnderWaterWines, che rappresenta un valore aggiunto per le loro etichette e una garanzia di qualità”, spiega Kottakhs. Questo approccio scientifico non è solo un modo per distinguersi nel mercato, ma un vero e proprio percorso di innovazione.
Uno dei punti chiave del metodo Jamin è la sua ripetibilità e tracciabilità. Grazie all’uso di sensori e tecnologie di monitoraggio, è possibile controllare l’intero processo di affinamento, garantendo standard di qualità elevati e risultati costanti. Kottakhs chiarisce che “non si tratta solo di raccontare una storia, ma di seguire un protocollo tecnico-scientifico rigoroso”, sottolineando come il progetto sia ben più di una semplice operazione commerciale.
La questione fondamentale è quindi se investire nel progetto UnderWaterWines sia realmente vantaggioso per le cantine. Kottakhs afferma che “vale la pena investire, ma solo per chi è disposto a considerare il vino come un elemento in continua evoluzione”. Il progetto non deve essere visto solo come un’opportunità di marketing, ma come un investimento a lungo termine nella qualità e nella sostenibilità.
Il mercato ha già cominciato a riconoscere il valore di questi vini innovativi. Le bottiglie certificate UnderWaterWines variano tra gli 80 e i 300 euro, attirando l’attenzione di collezionisti e appassionati, nonché di mercati esteri sempre più interessati a nuove esperienze enologiche. “Il nostro vino più premiato nel 2024 proviene da una piccola cantina ligure, dimostrando che la qualità può emergere indipendentemente dalla grandezza dell’azienda”, racconta Kottakhs con orgoglio.
Tuttavia, la sfida più grande rimane quella culturale: convincere il settore vitivinicolo tradizionale a esplorare nuove strade. “Oggi sono i produttori stessi a cercarci, curiosi di scoprire questa innovativa frontiera”, afferma Kottakhs, il quale nota come all’estero, in particolare nei paesi del Nord Europa, in Asia e negli Stati Uniti, l’innovazione venga vista come un valore piuttosto che come un’eresia. Questo crescente interesse internazionale sta spingendo Jamin a sviluppare nuove tecnologie e a espandere il proprio modello di business.
Uno dei progetti in cantiere è l’apertura del primo impianto lacustre, che permetterà di confrontare direttamente gli effetti dell’affinamento subacqueo in ambienti di lago e mare. “La sostenibilità è una priorità per noi”, afferma Kottakhs. Con il rilascio del nuovo modulo Smart Cage 2.0, l’affinamento subacqueo non solo migliorerà la qualità dei vini, ma contribuirà anche a progetti di bioremediation per ripopolare siti subacquei danneggiati.
Kottakhs conclude esprimendo l’intenzione di promuovere una partecipazione più attiva dei produttori, rendendo Jamin quasi una “public company”. Con oltre 385 membri, Jamin non è solo un’azienda, ma una comunità che sta plasmando il futuro dell’enologia. In un’epoca in cui l’innovazione è fondamentale, Kottakhs e il suo team continuano a dimostrare che il futuro del vino è sotto la superficie, letteralmente.
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