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Un’asta di vini rari: Romanée-Conti, Monfortino ed Ester Canale in primo piano

Il mondo delle aste di vini pregiati continua a sorprendere appassionati e collezionisti, e l’“Rare and Special Wine Auction” di Finarte è un esempio lampante di questa dinamica. Fino al 5 maggio, l’evento presenta una selezione straordinaria di etichette iconiche, con un particolare focus sui grandi vini italiani e francesi. La Francia, come sempre, gioca un ruolo da protagonista con il prestigioso Domaine de la Romanée-Conti, un mito della Borgogna. Il Romanée-Conti Grand Cru del 1965, con una base d’asta di 5.000 euro, rappresenta il culmine dell’asta, attirando l’attenzione di collezionisti da tutto il mondo.

L’italia in evidenza

L’Italia non è da meno e si fa valere con forza, occupando i rimanenti gradini del podio. In particolare, il box contenente tre bottiglie di Barolo Monfortino Riserva 2015, firmato da Giacomo Conterno, ha una base d’asta di 2.700 euro. Questo vino è uno dei migliori esempi di Barolo, proveniente da una delle cantine più rinomate delle Langhe, nota per la sua capacità di produrre vini destinati a un lungo invecchiamento.

A completare il podio, troviamo una jeroboam da 5 litri di Barolo Ester Canale Poderi dell’Antica Vigna Rionda 2019 di Giovanni Rosso, con una base d’asta di 2.200 euro. Questa bottiglia, presentata con il suo box originale, è un eccellente esempio di come la tradizione vinicola italiana stia evolvendo, mantenendo un legame profondo con il territorio e le sue peculiarità.

I vini storici e le etichette iconiche

Nella top 10 dell’asta, il vino di Giacomo Conterno continua a brillare. Ecco alcuni dei vini che occupano le posizioni successive:

  1. Magnum di Barolo Monfortino del 1955 – base d’asta di 2.000 euro. Un vino storico che testimonia un’epoca di qualità e rispetto del terroir.
  2. Château Lafite-Rothschild 1er Grand Cru Classé (3 litri) – base d’asta di 1.800 euro. Un grande classico di Bordeaux, tra i più ricercati al mondo.
  3. Marc de Bourgogne, vendemmia 1989 – base d’asta di 1.500 euro. Un distillato apprezzato per il suo profilo aromatico ricco e complesso.
  4. Monfortino 1937 – base d’asta di 1.200 euro. Un pezzo da collezione simbolo di un’epoca in cui il Barolo iniziava a conquistare il mercato internazionale.
  5. Brunello di Montalcino Riserva 1964 della cantina Biondi-Santi – base d’asta di 1.200 euro. Considerata la pioniera del Brunello, le etichette di Biondi-Santi sono tra le più ricercate.

Opportunità per i collezionisti

L’asta di Finarte non si limita ai grandi nomi, ma include anche altre eccellenze enoiche italiane. Tra i lotti presenti, troviamo etichette prestigiose come Gaja, Rinaldi, Masi, Tedeschi, Antinori, Frescobaldi, Soldera Case Basse e Tenuta San Guido. Queste cantine rappresentano il meglio della produzione vinicola italiana, sinonimo di qualità e tradizione.

Curiosamente, il prezzo più alto dell’asta è attribuito a un whisky scozzese, il The Glen Garioch 1971 8 Yo, con una base d’asta di 6.500 euro. Questo dimostra come anche i distillati di alta qualità possano attirare l’interesse dei collezionisti.

In conclusione, l’asta di Finarte non si concentra solo sul valore economico dei vini, ma anche sulla loro storia e sulla tradizione che rappresentano. Ogni bottiglia racconta una storia unica, legata al terroir, alle tecniche di vinificazione e all’arte di chi l’ha prodotta. Questo evento rappresenta un’occasione imperdibile per gli appassionati di vino, celebrando l’eccellenza e la passione per il vino, sia italiano che internazionale. Con una selezione così vasta e variegata, l’asta offre opportunità non solo per i collezionisti esperti, ma anche per chi desidera avvicinarsi a questo affascinante mondo.

Redazione Vinamundi

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