Il volo Ryanair FR8, partito il 4 giugno da Berlino e diretto a Milano Malpensa, ha vissuto un’esperienza drammatica a causa di una violenta turbolenza che ha colto di sorpresa i 179 passeggeri e i sei membri dell’equipaggio. Tra di loro c’era Andrea, un ingegnere di 38 anni originario della provincia di Varese, che ha condiviso la sua esperienza, evidenziando la cattiva gestione dell’emergenza e la mancanza di trasparenza da parte della compagnia aerea.
Il volo era decollato con un leggero ritardo, ma tutto sembrava procedere bene fino a quando, intorno alle 20:20, l’aereo è stato colpito da una perturbazione atmosferica violenta. Andrea racconta: «Mia figlia mi aveva appena chiesto di accompagnarla in bagno. Eravamo sul punto di alzarci quando è iniziata la turbolenza. Le cinture di sicurezza erano slacciate, ma eravamo fortunati a essere ancora seduti». In quel momento, molti passeggeri erano in piedi o in corridoio e, all’improvviso, l’aereo ha subito una forte scossa. «È stato spaventoso, ho visto alcune persone colpire la testa contro il soffitto dell’aereo», continua Andrea.
Andrea, in qualità di ingegnere, ha cercato di mantenere la calma. «Ho dovuto trattenere mia figlia per allacciarle la cintura di sicurezza. Il personale di bordo sembrava visibilmente scosso e non era preparato per una situazione del genere. A un certo punto, ho sentito una voce terrorizzata chiedere se ci fosse un medico a bordo». La situazione è diventata ancora più drammatica quando una passeggera, mentre cambiava il pannolino al suo bambino, è stata ferita a causa della turbolenza.
Dopo un violento atterraggio di emergenza, l’aereo è atterrato a Memmingen, un piccolo aeroporto nel sud della Germania, e non a Monaco come inizialmente sperato. Andrea spiega: «Nessuno ci ha comunicato dove ci trovavamo. Solo accendendo il GPS ci siamo resi conto che eravamo a Memmingen». Al momento dello sbarco, i vigili del fuoco e la polizia sono intervenuti per assistere i passeggeri, alcuni dei quali erano in stato di shock.
Dopo l’atterraggio, i passeggeri si sono trovati in una situazione di attesa e confusione. «Ci era stato promesso che saremmo ripartiti a breve, ma le ore passavano senza alcuna informazione chiara. A mezzanotte eravamo ancora lì, con i bambini, in un aeroporto completamente chiuso». Ryanair ha fornito dei voucher da quattro euro per mangiare, ma i bar erano ormai chiusi. Solo alcuni passeggeri sono riusciti a trovare qualcosa da mangiare. Andrea racconta: «Alcuni passeggeri hanno iniziato a prendere snack da un chiosco chiuso».
Verso l’una e mezza di notte, è circolata la voce che il viaggio sarebbe proseguito in autobus verso Milano Malpensa. Il primo mezzo è arrivato solo un’ora dopo. «È stato solo una volta a bordo, controllando le carte d’imbarco, che molti di noi hanno scoperto un volo sostitutivo Memmingen-Malpensa previsto per la mattina seguente», spiega Andrea. Tuttavia, nessuno era stato informato della possibilità di rimanere in hotel e ripartire con calma il giorno dopo.
La testimonianza di Andrea non è solo un racconto di un’esperienza traumatica, ma evidenzia anche la necessità di una maggiore preparazione da parte delle compagnie aeree nel gestire le emergenze e di una comunicazione più chiara con i passeggeri. La mancanza di trasparenza e di supporto durante l’incidente ha lasciato molti passeggeri frustrati e insoddisfatti, sollevando interrogativi sulla responsabilità delle compagnie aeree nella gestione delle crisi aeree.
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