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UIV sollecita una revisione tempestiva del Testo Unico del Vino per un futuro migliore

L’Unione Italiana Vini (UIV) ha recentemente sollevato un tema cruciale per il futuro del settore vinicolo italiano: la necessità di una revisione urgente del Testo Unico del Vino. Durante l’assemblea nazionale del 3 luglio 2025 a Roma, il presidente Lamberto Frescobaldi ha evidenziato l’importanza di adeguare la normativa alle nuove dinamiche di mercato e di completarne l’attuazione entro il 2026, a dieci anni dalla sua approvazione.

Frescobaldi ha espresso preoccupazione per il futuro della produzione vinicola, sottolineando che «non possiamo più permetterci vendemmie da 50 milioni di ettolitri». Se non affrontata, la situazione attuale potrebbe portare a un accumulo di circa 90 milioni di ettolitri in cantina, con un crollo dei prezzi che rappresenterebbe una minaccia per l’intero sistema economico legato al vino, un settore fondamentale per la bilancia commerciale italiana.

la proposta di un patto di filiera

Con oltre 800 soci e l’85% dell’export nazionale, UIV ha proposto un “patto di filiera” per contenere la produzione e garantire la sostenibilità economica del settore. Questa iniziativa mira a stabilire un equilibrio tra domanda e offerta, evitando crisi di sovrapproduzione.

Un’analisi dettagliata dell’Osservatorio UIV, guidato da Carlo Flamini, ha rivelato un quadro allarmante riguardo ai consumi di vino. Nei primi cinque mesi del 2025, i principali mercati hanno registrato un calo nei volumi consumati:

  1. Germania: -9,6%
  2. Stati Uniti: -4,7%
  3. Regno Unito: -3%
  4. Italia: -1,8%

Questa flessione ha portato a un saldo negativo delle vendite nel retail, con una diminuzione complessiva del 3,4%, accentuata per i vini fermi e frizzanti, che hanno subito una flessione del 5,3%. L’unico segmento in crescita è stato quello degli spumanti, con un incremento del 4,9%.

l’aumento dei vigneti e le ripercussioni economiche

In un contesto paradossale, l’Italia è l’unico paese produttore al mondo in cui il numero di vigneti continua a crescere, aggravando il potenziale squilibrio tra domanda e offerta. Una vendemmia nella media potrebbe generare una sovrapproduzione insostenibile, con ripercussioni economiche stimate in oltre mezzo miliardo di euro di svalutazione sul valore della produzione.

Il Report 2025 di Mediobanca ha confermato che, nonostante il comparto vinicolo rimanga in larga parte familiare (65% del patrimonio netto), la marginalità sta diminuendo. Le problematiche principali identificate dalle aziende includono:

  • Riduzione dei consumi: 72%
  • Dazi e barriere commerciali: 66%
  • Scarsa redditività: ROI del 5,4%

Le imprese vedono come possibili soluzioni l’apertura a nuovi mercati (77%) e investimenti sul capitale umano (56%), oltre allo sviluppo di prodotti no-low alcohol (50%).

le sfide dei dazi e le proposte di riforma

Il segretario generale di UIV, Paolo Castelletti, ha lanciato un allarme riguardo ai dazi imposti dagli Stati Uniti, attualmente al 10%. Questi costi potrebbero tradursi in perdite significative, stimate tra il 10% e il 12% del fatturato nelle vendite oltreoceano. Castelletti ha sottolineato l’importanza di un’Europa più coesa e rapida nel concludere accordi commerciali, specialmente con il Mercosur.

Tra le proposte di riforma avanzate da UIV, si evidenziano correttivi urgenti per gestire la domanda e l’offerta, come:

  1. Riduzione delle rese per ettaro
  2. Abolizione delle deroghe per i vini generici
  3. Revisione del meccanismo degli esuberi per le Dop

Inoltre, si richiede una riforma del sistema delle denominazioni, con un accorpamento regionale guidato dal Comitato nazionale vini. La necessità di aggiornare le competenze nel nuovo Testo Unico è fondamentale per garantire un futuro sostenibile al settore vinicolo italiano.

Redazione Vinamundi

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