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Uiv e Tajani in un confronto decisivo: salvare vino e alcolici dalla guerra commerciale Ue-Usa

La tensione tra Unione Europea e Stati Uniti continua a crescere, alimentata da dispute commerciali che coinvolgono diversi settori, tra cui quello vitivinicolo. Recentemente, un incontro cruciale si è tenuto tra il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, e i rappresentanti dell’Unione italiana vini (Uiv), tra cui il presidente Lamberto Frescobaldi e il segretario generale Paolo Castelletti. L’argomento principale della discussione è stata la minaccia di dazi del 200% su vino e alcolici, annunciati dall’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, come ritorsione alle misure europee sul whisky americano.

Durante l’incontro, i rappresentanti dell’Uiv hanno espresso serie preoccupazioni riguardo alle conseguenze di tali dazi sul mercato vinicolo italiano, che rappresenta la prima piazza per i vini italiani con un valore di esportazione previsto di 1,9 miliardi di euro nel 2024. Attualmente, gli importatori americani hanno sospeso gli ordini dall’Italia, creando un blocco che potrebbe avere gravi ripercussioni sui produttori locali.

La richiesta di un intervento urgente

L’Uiv ha fatto appello per una soluzione urgente a livello europeo, sottolineando che l’imposizione di tali dazi colpirebbe un settore vitale per l’economia europea, che esporta vini e alcolici per circa 8 miliardi di euro all’anno, mentre importa solo 1,35 miliardi di euro di prodotti statunitensi. Frescobaldi ha comunicato che il ministro Tajani si è impegnato a portare questa richiesta al commissario europeo al Commercio, Maros Sefcovic, in un incontro previsto per il 20 marzo a Bruxelles.

Un “gioco a perdere”

L’Uiv ha messo in evidenza l’inefficienza di includere vino e alcolici nel conflitto commerciale, evidenziando un rapporto sfavorevole di 6 a 1. Questa sproporzione potrebbe mettere in crisi un comparto che rappresenta l’1,1% del PIL italiano, con un valore aggiunto di oltre 17 miliardi di euro e un contributo significativo (40%) all’export dell’Unione Europea verso gli Stati Uniti. Gli effetti di tali dazi non si limiterebbero solo ai produttori di vino, ma avrebbero ripercussioni su tutta l’economia vitivinicola europea e, in particolare, su quella italiana.

Strategie per nuovi mercati

Durante l’incontro, l’Unione italiana vini ha anche discusso della ratifica dell’accordo di libero scambio con il Mercosur, considerando questa area come un’opzione alternativa in caso di escalation delle guerre commerciali con gli Stati Uniti. Questo suggerisce una strategia a lungo termine per diversificare i mercati e ridurre la dipendenza dalle vendite negli Stati Uniti, un tema che è diventato sempre più rilevante per i produttori italiani.

Il ministro Tajani ha annunciato che, il 21 marzo, presenterà un piano volto a esplorare nuovi mercati, con un focus particolare sull’area mediterranea. Ha menzionato i Balcani e la Turchia come potenziali aree di investimento, in un momento in cui il mercato tedesco potrebbe subire delle perdite a causa della crisi dell’industria automobilistica e dei possibili dazi statunitensi.

Nonostante la situazione preoccupante, Tajani ha cercato di ridurre il livello di allarmismo, sottolineando che il governo è impegnato a supportare le imprese italiane nel continuare a penetrare nei mercati esteri. Ha invitato tutte le aziende interessate a collegarsi con il ministero degli Esteri per ricevere informazioni utili e strategie per affrontare le sfide attuali. Questo approccio evidenzia un’opportunità per il settore vitivinicolo italiano di adattarsi e innovare, nonostante le difficoltà.

Il futuro del vino italiano

Il futuro del vino italiano rimane incerto, ma l’impegno delle istituzioni e delle organizzazioni di settore è fondamentale per navigare in queste acque turbolente. La varietà e la qualità dei vini italiani sono riconosciute a livello globale e la loro capacità di affrontare le sfide commerciali è stata dimostrata nel corso degli anni. Tuttavia, è essenziale che le autorità europee e italiane lavorino insieme per trovare soluzioni che possano preservare il valore e la reputazione del vino italiano nel mercato globale.

La questione dei dazi sui vini e alcolici non è solo una questione economica, ma rappresenta anche un attacco alla cultura e all’identità italiana. Il vino è parte integrante della tradizione italiana e della sua economia, e la sua protezione è fondamentale per garantire un futuro sostenibile per i produttori e le comunità locali. In questo contesto, il dialogo tra il governo e il settore vitivinicolo sarà cruciale per affrontare le sfide imminenti e costruire un percorso verso un commercio più equo e sostenibile.

Redazione Vinamundi

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