La recente proposta della Commissione Europea di includere il vino nell’elenco dei prodotti soggetti a controdazi nei confronti degli Stati Uniti ha sollevato forti preoccupazioni. L’Unione Italiana Vini (Uiv) ha espresso una netta opposizione a questa decisione, sottolineando l’importanza economica del settore. Questo provvedimento potrebbe avere conseguenze significative per il mercato del vino, che rappresenta una delle principali voci di export per l’Italia e per altri paesi europei.
Il presidente di Uiv, Lamberto Frescobaldi, ha evidenziato come l’inserimento del vino insieme al whiskey americano nella lista dei prodotti a rischio di controdazi possa compromettere l’export. Frescobaldi ha dichiarato: “Ribadiamo la nostra assoluta contrarietà e preoccupazione riguardo a questa situazione. L’export di vino europeo verso gli Stati Uniti vale quasi 5 miliardi di euro all’anno, di cui 2 miliardi sono attribuibili al solo vino italiano. Al contrario, l’importazione di vino dagli Stati Uniti raggiunge appena 318 milioni di euro.” Queste cifre evidenziano una disparità che potrebbe influenzare negativamente l’industria vinicola europea.
L’industria del vino è un pilastro fondamentale dell’economia italiana, contribuendo per circa l’1,1% al prodotto interno lordo (Pil) del paese. Uiv avverte che un incremento dei dazi doganali potrebbe innescare un meccanismo di “escalation a perdere”, mettendo a rischio non solo l’export, ma anche l’occupazione e la stabilità economica del settore. Frescobaldi ha avvertito che tale scenario potrebbe compromettere una bilancia commerciale attiva per oltre 7,5 miliardi di euro, un risultato da non sottovalutare.
In questo contesto, Uiv ha fatto appello al buon senso, ricevendo il supporto del ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani. Tajani ha sempre sostenuto le ragioni della filiera vinicola italiana, comprendendo l’importanza strategica del vino per l’Italia, sia in termini economici che culturali. Ha lavorato affinché le preoccupazioni dei produttori siano ascoltate nelle istituzioni europee.
Inoltre, la situazione attuale segna un momento cruciale per il settore vitivinicolo, già duramente colpito dalla pandemia di COVID-19, con la chiusura dei locali e la riduzione delle vendite. Un ulteriore aumento dei dazi potrebbe ostacolare la ripresa, creando difficoltà per molti produttori, in particolare per le piccole e medie imprese, che costituiscono la spina dorsale del settore.
Uiv ha avviato un dialogo con le istituzioni europee e ha cercato di coinvolgere i produttori, i distributori e i consumatori in una campagna di sensibilizzazione. L’obiettivo è far comprendere le conseguenze potenzialmente devastanti di tali misure, non solo per l’industria vinicola, ma anche per l’economia più ampia. La questione dei dazi sul vino rappresenta una problematica più ampia di relazioni internazionali e commercio globale, dove il vino non è solo un prodotto da consumo, ma anche un simbolo di cultura e tradizione.
L’Unione Italiana Vini sta cercando di mobilitare il settore e unire le forze per affrontare questa sfida. La speranza è che attraverso il dialogo e la cooperazione si possa trovare una soluzione che tuteli i produttori europei e eviti un’ulteriore escalation di tensioni commerciali. In un momento in cui il mondo ha bisogno di unità e collaborazione, il settore vinicolo italiano si trova in prima linea, pronto a difendere i propri interessi e il proprio patrimonio culturale.
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