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UE introduce nuove regole per il settore vitivinicolo: reimpianti più flessibili e vini dealcolati in arrivo

Il settore vitivinicolo europeo sta vivendo un momento cruciale grazie alle nuove misure presentate dal Commissario europeo all’Agricoltura, Christophe Hansen. Queste iniziative hanno come obiettivo principale quello di semplificare le procedure burocratiche e garantire una maggiore flessibilità nei reimpianti, aprendo la strada a nuove categorie di prodotti, tra cui i vini dealcolati e parzialmente dealcolati. Si tratta di un cambiamento che potrebbe trasformare radicalmente il panorama vinicolo.

Il presidente del settore vitivinicolo di Fedagripesca Confcooperative, Luca Rigotti, ha accolto con entusiasmo questo nuovo pacchetto, definendolo “una visione strategica e lungimirante, capace di coniugare heritage e modernità”. Le misure proposte mirano a bilanciare le esigenze di innovazione con il rispetto delle tradizioni vitivinicole europee, creando così un ambiente favorevole per le aziende del settore.

Le novità sui diritti di reimpianto

Una delle novità più significative riguarda l’estensione del periodo di validità dei diritti di reimpianto, che passa da 3 a 8 anni. Inoltre, è prevista la sospensione delle sanzioni per le aziende che scelgono di non utilizzare i diritti di reimpianto in tempi brevi. Questa modifica consentirà alle aziende di:

  1. Adattarsi meglio ai cambiamenti climatici.
  2. Pianificare su orizzonti temporali più ampi.
  3. Rispondere alle fluttuazioni del mercato.

La flessibilità nei reimpianti rappresenta un passo cruciale per la sostenibilità del settore, specialmente in un periodo in cui le condizioni climatiche sono sempre più imprevedibili.

Maggiore autonomia per gli Stati membri

Un altro aspetto positivo delle nuove misure è la maggiore autonomia concessa agli Stati membri nella gestione delle autorizzazioni per nuovi impianti e reimpianti. Rigotti ha sottolineato come questa scelta valorizzi le specificità territoriali ed economiche di ogni Paese, permettendo un approccio più personalizzato. Inoltre, la rimozione delle autorizzazioni inutilizzate entro il 2026, senza penalizzazioni, rappresenta un incentivo per le aziende che desiderano investire e innovare.

Innovazione e consumo responsabile

Non solo flessibilità nei reimpianti, ma anche un occhio al futuro del consumo. L’UE ha introdotto la possibilità di produrre vini dealcolati e parzialmente dealcolati, spumanti e aromatizzati, con un’etichettatura chiara. Termini come “vino senza alcol” e “vino a bassa gradazione” rispondono alle nuove tendenze di consumo e alle esigenze di un pubblico sempre più attento alla salute. Queste misure aumenteranno la trasparenza e favoriranno le esportazioni, senza compromettere la qualità e la riconoscibilità dell’origine dei prodotti.

In un’epoca in cui la digitalizzazione gioca un ruolo centrale, l’introduzione di un QR code elettronico armonizzato per le etichette rappresenta un’ulteriore innovazione. Questo cambiamento snellisce gli obblighi burocratici, in particolare per le piccole e medie imprese (PMI), riducendo al contempo il rischio di blocchi doganali all’interno dell’Unione Europea. Rigotti ha definito questo passaggio “visionario”, poiché faciliterà gli scambi e abbatterà i costi di gestione per le aziende vinicole.

Il pacchetto normativo dell’UE si configura quindi come un buon equilibrio tra la tutela della tradizione vitivinicola e la necessità di un impulso verso il futuro. Le imprese del settore guadagnano in diritti e strumenti di pianificazione, oltre all’accesso a nuovi segmenti di mercato in un contesto globale sempre più competitivo. Rigotti ha espresso l’auspicio che il Consiglio e il Parlamento Europeo approvino rapidamente queste misure, evidenziando l’importanza di un adeguato supporto finanziario per garantire la stabilità del comparto vitivinicolo.

Con la combinazione di tradizione e innovazione, l’UE si prepara a scrivere un nuovo capitolo per il settore vitivinicolo, un settore che, nonostante le sfide, continua a rappresentare uno dei fiori all’occhiello dell’agricoltura europea.

Redazione Vinamundi

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