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Trump sospende per 90 giorni i dazi sul vino: cosa significa per il mercato USA?

Le ultime notizie sul vino dell’ultima settimana, dal 5 all’11 aprile 2025, offrono un quadro interessante non solo per il vino italiano, ma anche per eventi di portata internazionale che influenzano significativamente il mercato vinicolo. Questa settimana è stata caratterizzata dalla sospensione dei dazi sul vino da parte degli Stati Uniti, dall’importante evento del Vinitaly 2025, e da aggiornamenti sulla produzione di vini dealcolati e sull’andamento della produzione di uva. Di seguito, un riepilogo delle notizie più rilevanti.

Dazi USA al 20% sospesi per 90 giorni

Il 9 aprile, il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato la sospensione temporanea dell’aumento dei dazi sui prodotti europei, inclusi i vini italiani, dal 10% al 20%. Questa decisione rappresenta una finestra di speranza per l’export del vino italiano, un settore già provato dalle tensioni commerciali. Micaela Pallini, Presidente di Federvini, ha commentato che, sebbene l’aliquota del 10% possa essere gestita nel breve termine, non rappresenta una soluzione sostenibile a lungo termine. “Abbiamo bisogno di stabilità per poter investire e difendere il valore del Made in Italy“, ha affermato Pallini, sottolineando l’importanza di un accordo definitivo per garantire un futuro prospero al settore vinicolo italiano.

In risposta alla sospensione americana, l’Unione Europea ha deciso di congelare i propri contro-dazi per la stessa durata, creando un’opportunità per le negoziazioni future. Questi 90 giorni saranno cruciali per le trattative, con l’auspicio di giungere a una risoluzione duratura.

Vinitaly 2025: 97 mila visitatori totali, 32 mila dall’estero

Il Vinitaly 2025, conclusosi il 9 aprile, ha registrato un’affluenza straordinaria, con circa 97 mila visitatori, di cui 32 mila provenienti dall’estero, rappresentando un incremento del 7% rispetto all’anno precedente. Questo dato evidenzia l’importanza crescente della manifestazione nel panorama interno ed internazionale del vino, nonostante le incertezze economiche globali.

Tra i visitatori esteri, la Francia ha visto un incremento del 30%, mentre Regno Unito, Belgio e Paesi Bassi hanno segnato un aumento del 20%. Anche le delegazioni da Svizzera, Giappone e Stati Uniti hanno mostrato un interesse crescente, dimostrando che, nonostante i dazi, il vino italiano continua a catturare l’attenzione dei buyer americani. Questo è un segnale positivo per il settore, che può contare su un pubblico internazionale sempre più vasto.

Dealcolati: produzione italiana al palo, mentre vola il mercato globale

Il Vinitaly 2025 ha anche messo in luce le difficoltà normative riguardanti la produzione di vini dealcolati in Italia. Nonostante la recente apertura del mercato, con il decreto ministeriale che consente la produzione di vini a bassa gradazione alcolica, il settore rimane stagnante a causa di problematiche normative e fiscali. Lamberto Frescobaldi, Presidente dell’Unione Italiana Vini, ha sottolineato che è fondamentale risolvere le questioni fiscali e normative per poter avviare concretamente la produzione.

Attualmente, il mercato globale dei vini No-Lo (no e low alcohol) vale circa 2,4 miliardi di dollari e si prevede che raggiunga i 3,3 miliardi di dollari entro il 2028, con un tasso di crescita annuale composto dell’8%. Questo contesto rappresenta un’opportunità imperdibile per l’Italia, che potrebbe diventare leader nel segmento dei vini dealcolati, se riuscisse a superare le attuali barriere normative.

Produzione di uve da vino in crescita del 12,7%, prezzi in calo

Un altro punto saliente emerso al Vinitaly è l’analisi della produzione di uva da vino per la vendemmia 2024, che ha mostrato un incremento del 12,7% rispetto all’anno precedente, superando i 65 milioni di quintali. Questo aumento è particolarmente significativo dopo le difficoltà riscontrate nella vendemmia 2023. Tuttavia, la crescita della produzione ha portato a un abbassamento dei prezzi delle uve, con riduzioni significative per le Denominazioni più rinomate. Ecco alcuni esempi:

  1. Prezzo delle uve per il Morellino di Scansano: -44%
  2. Prezzo delle uve per il Barolo: -25%

Nonostante questo trend, alcune Denominazioni stanno vivendo una crescita nei prezzi, come nel caso delle uve del Lugana e del Franciacorta, il che riflette un mercato in continua evoluzione e con dinamiche diverse tra le varie regioni e tipologie di vini.

Il vino italiano ha dimostrato di avere un forte appeal anche sui mercati esteri, e la capacità di innovarsi e adattarsi alle nuove tendenze sarà fondamentale per mantenere e accrescere questa posizione.

Redazione Vinamundi

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