La vendemmia del 2025 si avvicina e il panorama vitivinicolo italiano, in particolare quello toscano, si trova di fronte a una situazione complessa e inquietante. Le scorte di vino nelle cantine italiane continuano a rimanere elevate, con circa 46,6 milioni di ettolitri registrati al 31 maggio. Un numero che preoccupa non poco gli esperti del settore, che temono che senza interventi di contenimento delle rese produttive, le cantine potrebbero trovarsi a gestire circa 90 milioni di ettolitri di vino una volta conclusa la campagna vendemmiale. Questi dati sono stati recentemente enfatizzati da Unione Italiana Vini (Uiv), che ha lanciato l’allerta sulla necessità di intraprendere misure correttive.
In diverse regioni italiane, già si discute di possibili interventi come la distillazione di crisi e la riduzione delle rese massime previste dai disciplinari di produzione. Piemonte e Puglia sono tra le regioni che stanno considerando queste misure, ma anche in Toscana si avverte la necessità di un confronto tra produttori e le organizzazioni di categoria. Alcuni membri del Gruppo Consiliare di Fratelli d’Italia hanno già presentato una mozione al Consiglio Regionale Toscano per avviare una discussione su misure urgenti da prendere, tra cui:
Questa situazione di generale sofferenza nel mercato del vino è evidenziata anche dai dati forniti da Avito, l’organizzazione che rappresenta i consorzi vinicoli toscani. Nella prima metà del 2025, la Toscana ha immesso sul mercato 948.583 ettolitri di vino, registrando una diminuzione del 2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Le tre denominazioni più importanti mostrano andamenti contrastanti:
Nelle denominazioni più piccole e celebri, come il Brunello di Montalcino e il Vino Nobile di Montepulciano, la situazione è altrettanto variegata. Il Brunello ha visto una contrazione significativa, con un -9% per 28.727 ettolitri, mentre il Rosso di Montalcino ha registrato un incremento del 14%, portando la produzione a 16.104 ettolitri.
Anche il Vino Nobile di Montepulciano ha visto un calo del 4%, con 24.459 ettolitri, mentre il Rosso di Montepulciano è cresciuto del 20%, portandosi a 10.723 ettolitri. Questi dati potrebbero riflettere un trend in atto, dove i consumatori si mostrano sempre più attratti da vini che, pur mantenendo un legame con il territorio, presentano prezzi più competitivi.
Nel panorama toscano, Bolgheri si mantiene sostanzialmente stabile con 29.650 ettolitri (-1%) e il Morellino di Scansano sta vivendo un periodo di crescita significativa, con un incremento del 17% a 25.413 ettolitri. I bianchi continuano a seguire un trend di crescita, in particolare la Vernaccia di San Gimignano, che ha visto un aumento del 29%, raggiungendo i 21.132 ettolitri.
Questa situazione complessa e variegata riflette le sfide che il mercato del vino sta affrontando a livello globale. La crisi economica, le fluttuazioni dei prezzi delle materie prime e le nuove tendenze di consumo stanno riscrivendo le regole del gioco. In un contesto così dinamico, la Toscana, con la sua tradizione vitivinicola secolare, si trova a dover prendere decisioni strategiche per affrontare la crisi e mantenere la propria competitività nel mercato internazionale.
Le prossime settimane saranno cruciali per definire le misure che verranno adottate. La vicepresidente e assessore all’Agricoltura della Regione Toscana, Stefania Saccardi, ha già annunciato che nei prossimi giorni si terrà una riunione per discutere le possibili soluzioni. È un momento di grande fermento e incertezza, ma anche di opportunità per ripensare il futuro del vino toscano, un patrimonio inestimabile che merita di essere tutelato e valorizzato.
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