Le borse asiatiche hanno aperto la settimana in territorio negativo, influenzate dalle recenti dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, riguardanti i dazi doganali. La scadenza della moratoria sui dazi, prevista per il 9 luglio, ha creato un clima di incertezza tra gli investitori, alimentando le preoccupazioni su un possibile inasprimento delle tensioni commerciali.
Gli analisti di Mps hanno sottolineato che il clima di incertezza è aumentato a causa dell’annuncio di Trump, che prevede l’imposizione di tariffe su prodotti importati da sette Paesi. Questa notizia ha avuto un impatto diretto sulla performance di Wall Street, che ha chiuso in calo, segnando una perdita dello 0,94% per il Dow Jones, che ha terminato a 44.406,36 punti. Anche il Nasdaq e lo S&P 500 hanno registrato cali significativi, rispettivamente dello 0,92% e dello 0,79%.
La situazione è ulteriormente complicata dalle minacce di Trump di imporre un ulteriore dazio del 10% sui Paesi che si allineano a quelle che lui definisce “politiche antiamericane”, un riferimento ai membri del blocco BRICS, ovvero Brasile, Russia, India e Cina. Questo clima di tensione ha spinto molti investitori a rivedere le proprie strategie, con il risultato di una generale avversione al rischio sui mercati.
All’interno di questo contesto, la notizia che Elon Musk, CEO di Tesla, intende fondare un nuovo partito politico negli Stati Uniti ha ulteriormente spostato l’attenzione dei mercati. Musk ha dichiarato che il suo partito, denominato “America Party“, potrebbe avere come obiettivo di conquistare alcuni seggi chiave al Senato e alla Camera, un’iniziativa che ha contribuito a far scivolare il titolo Tesla, con un calo del 2,1%.
Mentre Wall Street ha chiuso in rosso, le borse europee hanno mostrato segni di ottimismo. Il FTSE MIB di Milano ha chiuso in rialzo con un +0,74%, mentre il DAX di Francoforte si è aggiudicato un guadagno del 1%. Le borse di Parigi, Amsterdam e Madrid hanno anch’esse registrato performance positive, mentre il FTSE 100 di Londra ha chiuso in calo dello 0,2%.
Un elemento di positività è rappresentato dall’andamento delle banche italiane. Mediobanca ha recuperato dai cali iniziali, chiudendo a +0,3%, in attesa dell’avvio dell’offerta pubblica di acquisto su MPS, che ha visto un incremento del 2,1%. Anche Generali ha registrato un buon andamento, con un guadagno del 2,5%, nonostante le notizie riguardanti la vendita da parte di Unicredit della propria partecipazione.
Sul fronte dei titoli energetici, la situazione è stata più complessa. Le vendite hanno colpito i titoli del comparto oil, come Saipem, che ha visto un calo del 2,6%. Questo è avvenuto in un contesto in cui il petrolio ha registrato una ripresa, nonostante le pressioni legate all’aumento della produzione da parte dell’Opec+.
In un clima di incertezze globali, anche lo spread tra BTp e Bund ha visto un andamento interessante, chiudendo ai minimi da 15 anni a 87 punti base. Il rendimento del BTp decennale ha mostrato un leggero aumento, attestandosi al 3,52%, rispetto al 3,47% del giorno precedente. Questo andamento positivo dei titoli di Stato italiani è stato interpretato come un segnale di fiducia da parte degli investitori, che sembrano apprezzare le riforme economiche del governo italiano e la stabilità del sistema finanziario nazionale.
Infine, sul fronte valutario, l’euro ha mostrato un indebolimento rispetto al dollaro e allo yen, scendendo a 1,1737 dollari e 171,18 yen. Questo indebolimento si inserisce in un contesto di maggiore volatilità sui mercati valutari, dove il dollaro continua a mantenere una posizione forte, influenzato dalle politiche monetarie della Federal Reserve e dalle aspettative di nuovi incrementi dei tassi d’interesse.
Il mercato delle criptovalute ha visto un calo del Bitcoin dello 0,8%, portando il suo valore a 108.564 dollari, mentre l’oro ha perso quota, scendendo a 3.321 dollari all’oncia. Questi movimenti nel mercato delle materie prime e delle criptovalute indicano una generale avversione al rischio tra gli investitori, che stanno cercando di navigare attraverso le incertezze e le tensioni geopolitiche che caratterizzano l’attuale scenario economico globale.
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