Negli ultimi anni, il settore delle bollicine italiane ha mostrato una crescita straordinaria, consolidando la sua posizione di riferimento nel mercato internazionale. Con una produzione annuale che ha raggiunto i 434 milioni di bottiglie e un valore all’origine di 735 milioni di euro, il comparto spumantistico si trova in una fase di espansione senza precedenti. In particolare, l’export ha registrato un incremento significativo, con volumi aumentati dell’11,5% e il valore delle vendite salito del 16% rispetto al 2012.
Secondo i dati recenti, i consumi totali di spumante in Italia sono stimati a circa 419,96 milioni di bottiglie, delle quali:
Tuttavia, è importante notare che il 92% di queste bottiglie è consumato all’interno dei confini nazionali, rimanendo ancora fortemente legato alla “regionalità”. Questo significa che, nonostante la crescente popolarità delle bollicine italiane all’estero, il mercato domestico non riesce a esprimere un potenziale di crescita simile.
Le statistiche parlano chiaro: 277,6 milioni di bottiglie sono state stappate all’estero, in ben 78 paesi, mentre solo 142,4 milioni di bottiglie sono state consumate in Italia. Il giro d’affari totale al consumo è stimato a 3,071 miliardi di euro, riflettendo un trend positivo e un crescente interesse per le bollicine italiane nel mercato globale. Il valore di una bottiglia di spumante, infatti, è aumentato del 18-20% in alcuni paesi, evidenziando l’appeal che il binomio bollicine-Italia ha acquisito in tutto il mondo.
Particolarmente rilevante è il fenomeno del Prosecco, che rappresenta una quota significativa della produzione di spumante. Il mondo del Prosecco, comprendente aree come Valdobbiadene, Conegliano, Cartizze e Asolo, contribuisce a una quota di mercato impressionante, con 307 milioni di bottiglie prodotte. Questo dato ha superato per la prima volta il volume delle bottiglie di Champagne, che si è attestato a 304 milioni. Questo sorpasso è emblematico della crescente affermazione del Prosecco come simbolo delle bollicine italiane a livello mondiale.
Tuttavia, nonostante i successi all’estero, il mercato italiano presenta delle sfide significative. Negli ultimi tre anni, il consumo di spumante in Italia ha mostrato un trend negativo, con una diminuzione complessiva di 8,1 milioni di bottiglie, corrispondente a un calo del 6,2%. Questo include anche 3,7 milioni di bottiglie importate, tra cui Champagne e Cava. Le bollicine italiane sono riuscite a sostituire parzialmente i vini importati, grazie alla loro qualità, al prezzo e all’immagine positiva che hanno costruito nel tempo.
La contrazione del mercato domestico è preoccupante, soprattutto considerando che il dato generale del consumo in Italia è sceso dell’1,8% rispetto al 2012, mentre il valore al consumo ha registrato una crescita modesta dello 0,5%. Questo scenario mette in luce un divario crescente tra produttori e consumatori, che richiede una maggiore elasticità nelle strategie di offerta. L’assenza di una pianificazione di marketing coerente e a lungo termine sembra essere un ostacolo al rilancio dei consumi nazionali.
Il settore horeca (hotellerie, ristorazione e catering) ha subito un calo significativo, con una diminuzione del 11% nei consumi di bollicine, in particolare per quelle etichette con prezzi intermedi. Tuttavia, i marchi più noti e di alto valore hanno mantenuto la loro posizione, mentre nella grande distribuzione si osserva una certa stabilità nei volumi, con un leggero calo delle etichette premium e una crescita modesta dei vini di fascia bassa. Questa tendenza suggerisce che i consumatori italiani stanno cercando alternative più convenienti, pur mantenendo un interesse per i marchi di prestigio.
Giampietro Comolli, dell’Osservatorio Economico Vini, ha sottolineato l’urgenza di una nuova strategia di marketing per il mercato nazionale. Secondo lui, è fondamentale adottare un approccio più diretto e personalizzato nei confronti dei consumatori, accompagnato da promozioni commerciali più mirate. Queste azioni dovrebbero essere localizzate e soggettive, permettendo ai consumatori di entrare in contatto diretto con il prodotto e di apprezzarne la qualità.
Il panorama attuale delle bollicine italiane è quindi caratterizzato da un contrasto evidente: mentre l’export continua a crescere e a conquistare nuovi mercati, il consumo interno presenta segnali di stagnazione che necessitano di un intervento strategico. Per mantenere e ampliare la propria posizione nel mercato globale, l’industria dello spumante deve affrontare queste sfide con determinazione, sfruttando le opportunità offerte dalla crescente domanda di prodotti italiani di alta qualità.
Negli ultimi anni, il cibo made in Italy ha conquistato una posizione di rilievo nelle…
Il 30 maggio 2025, il Consorzio Tutela Vini Montecucco ha celebrato un traguardo significativo: il…
Uno dei progetti più significativi che unisce vino, arte e solidarietà è tornato a catturare…
Giacomo Bartolommei è il nuovo presidente del Consorzio del Brunello di Montalcino, una figura che…
Il 2023 segna un momento cruciale per il Consorzio del vino Brunello di Montalcino, con…
Nel mondo dell'enologia, i vini da collezione non sono solo un piacere per il palato,…