La questione dello spreco alimentare è diventata un tema cruciale nel dibattito globale riguardo la sostenibilità e la responsabilità sociale delle imprese. Secondo un’indagine globale condotta dall’ente di certificazione DNV, denominata ViewPoint, emerge un quadro preoccupante: solo il 44% delle aziende del settore food&beverage gestisce in modo strutturato questa sfida. Questo dato suggerisce un significativo divario tra la consapevolezza delle problematiche legate allo spreco alimentare e le azioni concrete intraprese per affrontarle.
L’indagine ha coinvolto un campione di 375 imprese distribuite in Europa, Americhe e Asia, rivelando che, nonostante l’85% delle aziende abbia adottato misure per ridurre la perdita e lo spreco di cibo, solo 44 su 100 affrontano questa problematica in modo sistematico. Inoltre, solo il 24% delle aziende considera lo spreco alimentare una priorità elevata nella propria agenda strategica. Questi dati fanno emergere una realtà in cui, sebbene ci sia una certa consapevolezza, le azioni concrete e pianificate per combattere questo problema sono ancora insufficienti.
Tra le aziende che hanno stabilito indicatori chiave di performance (KPI), la gestione del food loss si colloca al terzo posto, dietro a efficienza produttiva (41%) e qualità e sicurezza (39%). Questo posizionamento suggerisce una priorità insufficiente rispetto a questioni che, invece, potrebbero avere un impatto significativo sulle performance aziendali e sull’ambiente. Infatti, la gestione inefficace del food loss non rappresenta solo un grave problema per la sostenibilità del sistema alimentare, ma può anche tradursi in una mancata opportunità di business.
Si stima che oltre il 10% delle perdite e degli sprechi alimentari potrebbe essere valorizzato attraverso altre forme d’impiego; tuttavia, solo il 19% delle imprese riesce a trasformare tali scarti in altri alimenti, come il petfood, mentre:
Barbara Frencia, CEO di business assurance di DNV, sottolinea come le aziende siano consapevoli dell’entità del problema, ma molte siano ancora all’inizio di un percorso verso soluzioni strutturate e sistemiche, necessarie per ottenere riduzioni significative e durature. Questo evidenzia un bisogno urgente di strategia e pianificazione, che spesso manca nella gestione delle risorse alimentari.
La ricerca ha anche messo in luce che, nonostante l’85% delle aziende stia investendo in monitoraggio (61%), formazione (64%) e miglioramento della resa produttiva (55%), si trovano ad affrontare numerosi ostacoli. Tra questi, la mancanza di consapevolezza, vincoli di conservazione, previsioni imprecise, budget limitati e l’uso di sistemi operativi spesso manuali rappresentano delle barriere significative nella lotta contro lo spreco alimentare.
Per affrontare questa problematica in modo efficace, è fondamentale disporre di dati più precisi e informazioni dettagliate che possano aiutare a comprendere perché, dove e come avviene lo spreco alimentare, e in che misura esso incide sul sistema complessivo. Tuttavia, ottenere queste informazioni è complesso, poiché le cause dello spreco alimentare sono molteplici e distribuite lungo l’intera filiera produttiva. Tra le principali cause ci sono:
La responsabilità riguardo a questo problema appare quindi frammentata e, di conseguenza, difficile da risolvere. Nonostante ciò, la metà delle aziende intervistate crede che si possa evitare una quantità considerevole di perdite e sprechi alimentari, e il 28% è convinto che questi possano essere evitati quasi del tutto o in modo significativo. Questo suggerisce che vi è un potenziale non sfruttato che, se adeguatamente gestito, potrebbe portare a risultati tangibili sia per le aziende stesse che per l’ambiente.
In un mondo in cui la sostenibilità è diventata una priorità, le aziende devono non solo riconoscere l’importanza di affrontare il problema dello spreco alimentare, ma anche intraprendere azioni concrete per sviluppare soluzioni innovative e sistematiche. Se da un lato le idee non mancano, dall’altro è fondamentale che queste vengano implementate in modo efficace, trasformando la consapevolezza in azioni reali e misurabili nella lotta contro lo spreco alimentare. Solo così sarà possibile fare un passo avanti significativo verso un futuro più sostenibile e responsabile.
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