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Sicurezza: il nuovo decreto legge introduce 14 reati e 9 aggravanti amid protests

Il decreto legge sulla sicurezza ha finalmente ricevuto l’approvazione definitiva dal Senato, dopo un lungo e complesso iter legislativo. Con 39 articoli, questo provvedimento introduce importanti modifiche al codice penale, creando 14 nuovi reati e aggiungendo nove aggravanti a delitti già esistenti. Fortemente voluto dal governo, il decreto si inserisce in un contesto di crescente attenzione verso la sicurezza pubblica e la protezione delle forze dell’ordine, suscitando polemiche e manifestazioni di dissenso da parte delle opposizioni.

L’iter legislativo e le proteste in Aula

L’approvazione del decreto è avvenuta il 3 giugno 2023, con il governo che ha posto la fiducia sul testo, già approvato dalla Camera. I voti a favore sono stati 109, contro 69, con un solo astenuto. Le opposizioni, in segno di protesta, hanno scelto di sedersi a terra nell’Aula del Senato, un gesto simbolico per manifestare il loro dissenso verso un provvedimento che considerano repressivo e mirato a “silenziare il dissenso”. La prima lettura del decreto era stata caratterizzata da un intenso dibattito, con le opposizioni che lo hanno etichettato come un “decreto paura”.

Nuovi reati e aggravanti

Tra le principali novità, si segnala l’introduzione del reato di detenzione di materiale con finalità di terrorismo, punito con pene che vanno da due a sei anni. Altre modifiche significative riguardano:

  1. Verifiche antimafia sui contratti di rete.
  2. Coinvolgimento immediato degli enti locali per la gestione degli immobili abusivi.
  3. Misure per semplificare la cancellazione delle aziende inattive.

Queste misure sono state accolte con favore da alcune associazioni che combattono la criminalità organizzata, mentre altre le giudicano insufficienti.

Revoca della cittadinanza e occupazione abusiva

Il decreto prevede anche la possibilità di revoca della cittadinanza, estendendo il termine da tre a dieci anni dalla condanna per gravi reati. Inoltre, è stato introdotto un nuovo reato specifico per l’occupazione abusiva di immobili, con pene che oscillano da due a sette anni, suscitando forti reazioni da parte di movimenti per i diritti abitativi.

Sanzioni per reati contro la persona e il patrimonio

Le novità non si fermano qui. Sono state inasprite le pene per delitti come borseggi e truffe, in particolare quelle commesse ai danni di anziani, con l’introduzione di nuove circostanze aggravanti. La legge prevede ora una specifica aggravante per i reati commessi nelle vicinanze di stazioni ferroviarie e metropolitane, un tentativo di tutelare i cittadini in luoghi storicamente ad alto tasso di criminalità.

Il Daspo urbano è stato ampliato, e il blocco stradale, precedentemente considerato un illecito amministrativo, diventa reato, punito con pene fino a due anni di reclusione se commesso da più persone. Questa norma ha suscitato preoccupazioni tra gli attivisti ambientali, che vedono in essa una limitazione della libertà di protesta.

Misure per le forze dell’ordine

Il decreto include un pacchetto di misure a favore delle forze dell’ordine, come l’introduzione delle bodycam per gli agenti di polizia e la possibilità di portare armi private senza licenza quando non in servizio. Inoltre, è prevista una copertura legale per le spese legali degli agenti indagati o imputati per fatti connessi alle loro funzioni, un aspetto che mira a garantire maggiore protezione a chi lavora per la sicurezza pubblica.

Le polemiche non mancano. La maggioranza ha difeso strenuamente il provvedimento, sottolineando la necessità di rispondere a una crescente insicurezza percepita nella società. Tuttavia, le opposizioni accusano il governo di voler strumentalizzare la paura per giustificare misure repressive, temendo che queste possano limitare le libertà civili e i diritti fondamentali.

In sintesi, il decreto legge sulla sicurezza rappresenta un punto di svolta nel panorama legislativo italiano. Con l’introduzione di nuovi reati e l’inasprimento delle sanzioni, il governo mira a rispondere a una domanda di sicurezza crescente, mentre il dibattito sull’efficacia di queste misure e sulla loro coerenza con i principi democratici continua a infiammare il dibattito pubblico.

Redazione Vinamundi

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