La XXI edizione di Sicilia en Primeur si è conclusa con un enorme successo internazionale a Modica, una città storica della provincia di Ragusa. Questo evento ha celebrato l’identità vitivinicola siciliana, attirando oltre 100 giornalisti da tutto il mondo e 57 cantine, con più di 300 etichette in mostra. La manifestazione ha confermato il suo ruolo centrale nel promuovere la cultura e le tradizioni del vino siciliano.
Assovini Sicilia, l’associazione che rappresenta i produttori di vino dell’isola, ha chiuso l’evento lanciando un nuovo manifesto programmatico. Questo documento sottolinea il valore culturale del vino siciliano e la sua importanza nel contesto globale. Mariangela Cambria, presidente di Assovini Sicilia, ha affermato: “La Sicilia del vino riflette sul passato e guarda al futuro con determinazione.” Questa visione rappresenta un settore che desidera essere riconosciuto non solo per la qualità dei suoi prodotti, ma anche per la capacità di raccontare storie, tradizioni e culture.
Il manifesto si articola attorno a quattro assi fondamentali:
Cambria ha messo in guardia contro una narrazione globale che potrebbe ridurre il vino a un semplice alcolico da normare, affermando che “il vino è un prodotto di civiltà, conoscenza, bellezza e tradizione.” Questo richiamo alla responsabilità invita tutti gli attori del settore a collaborare per preservare l’essenza del vino siciliano.
Un intervento significativo è stato quello di Andrea Lonardi, Master of Wine, che ha presentato il concetto di “fattore S”. Lonardi ha descritto l’unicità del panorama vitivinicolo siciliano attraverso 12 parole chiave, da scenario a sogno. Ha sottolineato: “Servono visione, metodo e disciplina. Il vino siciliano potrà restare simbolo culturale solo se guidato da preparazione e responsabilità.” Questa analisi evidenzia come la professionalità e la formazione siano essenziali per garantire la qualità e la reputazione del vino siciliano nel contesto internazionale.
Durante la manifestazione, è emerso anche il legame tra vino e turismo esperienziale, come illustrato dai docenti Dario Stefàno e Antonello Maruotti dell’Università LUMSA. I risultati del Centro Studi Enoturismo e Oleoturismo hanno mostrato una crescita significativa del canale e-commerce e delle vendite dirette. Questo trend conferma come il turismo esperienziale, che unisce la visita alle cantine con l’accoglienza, stia diventando un motore economico per la Sicilia, rappresentando una fusione perfetta tra tradizione e innovazione.
La salute e il consumo consapevole sono stati al centro anche dell’intervento della dottoressa Sara Farnetti, esperta in Medicina Interna e Nutrizione. Farnetti ha enfatizzato l’importanza di un consumo informato e responsabile, affermando: “Non serve vietare, ma educare. È così che si genera un cambiamento culturale autentico.” Le sue parole sottolineano la necessità di formare i consumatori riguardo ai benefici e ai rischi legati al consumo di vino, promuovendo un approccio che valorizzi la moderazione e la consapevolezza.
La sostenibilità è stata un tema centrale nel progetto presentato dalla Fondazione SOStain Sicilia, rappresentata da Alessio Planeta. Tra le iniziative citate, spicca “Honeybees and vineyard”, un progetto di biomonitoraggio apistico volto a tutelare le api, e l’iniziativa “Bottiglia leggera – CentoperCento Sicilia”, mirata a ridurre l’impronta carbonica della produzione vinicola. Attualmente, SOStain Sicilia conta 44 aziende aderenti e 23.600 bottiglie certificate, dimostrando come la sostenibilità stia diventando un pilastro fondamentale per il settore vinicolo dell’isola.
L’evento ha celebrato anche l’eccellenza gastronomica dell’isola con eventi collaterali, tra cui una cena di gala organizzata in collaborazione con La Sicilia di Ulisse e l’Enoteca Regionale Sicilia Sud-Est. Tony Lo Coco, presidente de La Sicilia di Ulisse, ha affermato: “Cibo, vino e ospitalità sono la chiave per promuovere la nostra identità nel mondo.” Questo approccio integrato valorizza l’immenso patrimonio culturale e gastronomico della Sicilia, rendendolo un punto di riferimento a livello internazionale.
Infine, l’evento di chiusura si è svolto al Castello dei Conti di Modica, dove si è tenuto un suggestivo walk-around tasting con oltre 300 etichette in degustazione. Questo momento ha confermato come il vino siciliano possa fungere da ambasciatore di una cultura millenaria, capace di rinnovarsi senza mai perdere le proprie radici. La visione delineata da Mariangela Cambria è chiara: “Il vino non può essere privato del suo valore culturale. È questo il vero brand Sicilia nel mondo.” Con queste parole, si conclude un’edizione che ha saputo unire storicità e innovazione, ponendo basi solide per il futuro del vino siciliano.
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