La vendemmia siciliana del 2024 si presenta come un evento complesso, contraddistinto da una serie di sfide legate principalmente alla crisi idrica che ha colpito la regione durante l’inverno. Questo scenario di siccità e instabilità climatica è stato al centro della presentazione avvenuta nei giorni scorsi a “Sicilia En Primeur” 2025, la più importante manifestazione del vino siciliano organizzata da Assovini Sicilia, tenutasi nel suggestivo Castello dei Conti a Modica, un luogo che offre una vista mozzafiato sulla città barocca.
Nonostante le difficoltà, il lavoro e l’ingegno dei viticoltori siciliani, che da millenni coltivano la vite in un’isola caratterizzata da un clima variegato, hanno permesso di affrontare le avversità con tecniche agronomiche innovative. La vendemmia siciliana, la più lunga d’Italia, con un periodo di raccolta che si estende per oltre 100 giorni, da Ovest a Est, non sarà ricordata per la quantità, stimata in un calo medio del 20% rispetto agli anni precedenti, ma piuttosto per la qualità delle uve e la resilienza di vari vitigni, sia autoctoni che alloctoni.
Secondo il Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia, la situazione varia notevolmente da un’area all’altra. Nella parte nord-est dell’isola, la quantità di uva raccolta si attesta sulla media, mentre nelle zone occidentali il calo è più marcato. Tuttavia, la qualità delle uve si è rivelata eccellente, in particolare per varietà rappresentative della tradizione siciliana come il Nero d’Avola, il Grillo e il Frappato. La vendemmia ha avuto inizio a metà luglio nella Sicilia occidentale, con un anticipo di circa quindici giorni, e si è conclusa a fine ottobre sull’Etna.
L’Etna, che chiude la vendemmia, ha sorpreso con un +70% rispetto al 2023, superando il precedente -42% della vendemmia. Le piogge leggere e costanti da luglio hanno ristabilito l’equilibrio idrico delle piante, mentre il versante nord ha beneficiato di condizioni climatiche favorevoli che hanno consentito una maturazione lenta e uniforme. La combinazione di pratiche agronomiche efficaci e condizioni climatiche ha permesso di ottenere una produzione bilanciata, confermando l’Etna come un terroir di grande pregio.
La vendemmia 2024 è stata caratterizzata da una diversità territoriale che si riflette nei vini. I bianchi e i rossi siciliani mostrano buone capacità di invecchiamento, in particolare dove l’altitudine e i suoli favoriscono l’acidità. I vini bianchi si presentano intensi ed aromatici, mentre i rossi offrono profili organolettici complessi.
Tra i migliori assaggi presentati a “Sicilia En Primeur”, troviamo:
Anche i rossi non sono da meno: il Sicilia Nero d’Avola Vigna Guarnaschelli 2022 di Feudo Maccari si presenta con note floreali e fruttate, mentre il Vittoria Frappato 2023 di Arianna Occhipinti offre una polpa succosa e sanguigna. La vendemmia 2024 si profila, quindi, come un momento cruciale per la viticoltura siciliana, capace di affrontare le sfide climatiche e di confermare la sua qualità unica nel panorama enologico mondiale.
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