Negli ultimi anni, l’Italia ha affrontato un problema crescente legato alle irregolarità edilizie, in particolare quelle risalenti a più di cinquant’anni fa. Con l’introduzione del Decreto 69/2024, il Governo ha avviato un percorso di semplificazione per la sanatoria di tali irregolarità, con l’obiettivo di rendere più agevole la regolarizzazione di edifici e strutture che presentano difformità rispetto alle normative vigenti. Questo provvedimento, promosso dal Ministero delle Infrastrutture, guidato da Matteo Salvini, si propone di affrontare le difficoltà legate alla gestione delle varianti edilizie e delle situazioni di abuso che si sono accumulate nel tempo.
Le irregolarità edilizie, in particolare quelle legate alle varianti «ante 1977», sono un problema comune in tutta Italia. Prima del 30 gennaio 1977, infatti, non esisteva una procedura standardizzata per l’approvazione delle varianti in corso d’opera, il che significa che molte modifiche apportate a edifici sono oggi considerate difformità. Queste possono includere modifiche significative come:
Rendendo urgente la necessità di una sanatoria per recuperare la conformità edilizia.
Il Ministero delle Infrastrutture ha recentemente pubblicato un documento di linee guida, accompagnato da un elenco di FAQ, progettato per chiarire vari aspetti del Decreto 69/2024. Questo documento rappresenta uno strumento fondamentale per gli enti locali e i professionisti del settore, fornendo indicazioni su come procedere con le richieste di sanatoria. Tra i temi trattati ci sono:
Una delle questioni più rilevanti riguarda lo stato legittimo degli immobili. Secondo il Decreto Salva Casa, è possibile fare riferimento solo all’ultimo titolo edilizio, a condizione che questo attesti che l’amministrazione ha verificato l’intera storia dell’immobile. Tuttavia, nelle pratiche edilizie, è raro trovare titoli che documentino tale verifica. Le nuove linee guida cercano di risolvere questo problema, stabilendo che la verifica dei titoli pregressi potrà essere presunta se il cittadino indica gli estremi dei titoli precedenti nella modulistica dell’ultimo intervento.
Le nuove linee guida chiariscono anche la situazione delle varianti effettuate prima del 1977. Per sanare queste difformità, è sufficiente che i lavori siano riconducibili a un titolo rilasciato prima di quella data, anche se le opere sono state materialmente realizzate successivamente. Questo è un passo significativo, poiché consente di affrontare un gran numero di irregolarità senza la necessità di complessi procedimenti burocratici. Inoltre, gli uffici comunali non sono tenuti a verificare la conformità della variante rispetto alla disciplina urbanistica ed edilizia.
Con queste nuove linee guida, il Governo italiano intende dunque facilitare la regolarizzazione delle irregolarità edilizie, rispondendo così a un bisogno diffuso e consentendo una maggiore sicurezza giuridica per i cittadini.
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