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Scrivere la storia: il segreto del Fojaneghe per rimanere contemporanei

La capacità di un vino di raccontare la propria storia, rimanendo al contempo attuale e in sintonia con i cambiamenti del mondo, è una qualità che pochi riescono a possedere. Tra questi, il Fojaneghe si distingue come un emblematico esempio di come un grande vino possa incarnare la tradizione e l’innovazione, unendo il passato e il presente in un calice. Prodotto dalla storica cantina trentina Conti Bossi Fedrigotti, il Fojaneghe rappresenta il primo tentativo di uvaggio bordolese in Italia, un’intuizione che risale al 1961, frutto della visione del Conte Federico Bossi Fedrigotti.

Le origini del Fojaneghe

La storia di questo vino inizia nel 1957, quando il Conte, dopo un viaggio a Bordeaux, si convinse dell’opportunità di applicare le tecniche di vinificazione bordolesi alle peculiarità del terroir trentino. Con l’aiuto dei tecnici della Scuola Agraria di San Michele all’Adige, il Conte avviò un progetto che mirava a produrre un vino di raffinata eleganza, piuttosto che di potenza. La scelta di adottare vitigni come Merlot, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc si rivelò vincente, permettendo di creare un vino che potesse competere con i grandi rossi internazionali, pur mantenendo una forte identità territoriale.

Il terroir della Vallagarina

Il terroir della Vallagarina, dove si trovano i vigneti della tenuta Fojaneghe, gioca un ruolo fondamentale nella caratterizzazione del vino. Situati a 300 metri sul livello del mare, i vigneti beneficiano di un suolo basaltico-calcareo, che offre una buona escursione termica e una ventilazione ottimale grazie al vento Ora proveniente dal Lago di Garda. Queste condizioni particolari conferiscono al Fojaneghe una freschezza e una complessità che lo rendono unico nel panorama vinicolo italiano.

Evoluzione e degustazione verticale

Nel corso degli anni, il Fojaneghe ha saputo mantenere la sua contemporaneità, evolvendo e adattandosi alle sfide del cambiamento climatico. Sandro Boscaini, presidente del Gruppo Masi, ha recentemente sottolineato come il Fojaneghe, insieme ad altri vini trentini, rappresenti un esempio di vino globale, apprezzato in tutto il mondo. La sua eleganza e il suo equilibrio, senza l’eccesso di alcol e struttura tipico di climi più caldi, lo rendono un prodotto distintivo e sempre attuale.

La degustazione verticale di diverse annate del Fojaneghe ha evidenziato la sua capacità di evoluzione nel tempo. Ecco alcune delle annate più significative:

  1. 1993: Perfetto equilibrio tra freschezza e struttura, con una finezza tannica che ha permesso al vino di mantenere la sua tipicità.
  2. 2007: Potenza e complessità, con aromi di frutta rossa matura e spezie, sostenuti da una struttura tannica vellutata.
  3. 2011: Complessità straordinaria, con un perfetto equilibrio tra frutta matura e spezie dolci.
  4. 2012: Definita come quella dell’equilibrio perfetto, ha messo in evidenza la ricchezza aromatica del Fojaneghe.
  5. 2016: Un vino in grande forma, con un bouquet complesso che spazia dalla frutta matura ai sentori di pepe nero e cioccolato.

Il Fojaneghe non è solo un vino da degustare, ma un vero e proprio racconto di un territorio, di una tradizione e di un’innovazione che si intrecciano in un’affascinante narrazione. Ogni sorso di Fojaneghe è un viaggio nel tempo, un incontro tra la storia e il presente, dove la cultura trentina si fonde con quella bordolese, creando un’esperienza enologica senza pari. In un’epoca in cui il vino è sempre più globale, il Fojaneghe rimane un simbolo di come si possa scrivere la storia, rimanendo al contempo contemporanei.

Redazione Vinamundi

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