Nel mese di marzo 2025, ho intrapreso il mio settimo tour nella storica e affascinante Borgogna Classica, precisamente nella Côte d’Or. Questa regione, parte della più ampia Borgogna-Franca Contea, è stata definita non solo una “Terra Eccezionale”, ma una vera e propria “Terra di Eccezioni”, un concetto ripreso da Camillo Favero e dal compianto Giampaolo Gravina nel loro libro “Vini e Terre di Borgogna”. La Côte d’Or è un microcosmo di tradizioni vinicole, paesaggi incantevoli e una storia che si intreccia con la cultura francese.
Il mio itinerario si è snodato da nord a sud, partendo dal pittoresco villaggio di Marsannay e giungendo fino a Santenay. Ho attraversato la regione da est a ovest, dal fiume Saône fino alle Hautes-Côtes de Nuits e Hautes-Côtes de Beaune, immergendomi in un mondo di Climat famosi e meno noti. Ogni passo è stato un’opportunità per mantenere vivo il gusto per il dettaglio, un modo per dare risalto alle rigide regole che governano la viticoltura locale, sottolineando al contempo le eccezioni che possono emergere in un sistema così complesso e stratificato. Comprendere ed interpretare l’essenza della Borgogna non è un compito facile, specialmente per chi si avvicina a questo universo per la prima volta.
La nozione di Climat è fondamentale per comprendere la Borgogna. Essa rappresenta l'”identità specifica e originale di una determinata parcella di vigne”, un concetto che è stato tramandato attraverso i secoli. Attualmente, la Côte d’Or conta ben 1.247 diversi climat, che formano un mosaico di circa 60 chilometri da nord a sud. Ogni climat possiede caratteristiche uniche, influenzate da fattori come il suolo, il microclima e l’esposizione al sole, che si riflettono nei vini prodotti.
Lasciando da parte la Storia, che si perde nella notte dei tempi e che abbraccia le origini gallo-romane, il vino delle abbazie e quello dei duchi, è interessante notare come la viticoltura sia evoluta nel tempo. Dalla Rivoluzione francese all’Ottocento, passando per l’espansione delle colture biologiche e biodinamiche, la Borgogna ha saputo adattarsi e innovare, mantenendo però vive le tradizioni.
E ora, un focus sui vitigni che caratterizzano questa terra:
È importante sottolineare che, nella maggior parte dei casi, sia il Pinot Noir che lo Chardonnay fermentano e affinano in barriques (fusti di rovere da 228 litri), una pratica che ha dato origine al detto “vinificazione borgognotta”. Questa tecnica contribuisce a conferire ai vini della regione una complessità e una profondità di sapore ineguagliabili.
Il mio tour in Borgogna si è articolato attraverso diverse tappe che meritano di essere ricordate. Ho iniziato da Marsannay, proseguendo verso Gevrey-Chambertin, passando per i vigneti di Fixin, famosi per il loro Pinot Noir robusto e strutturato. Da Morey-Saint-Denis ho raggiunto Chambolle-Musigny, un luogo noto per i suoi vini eleganti e profumati.
Poi, ho attraversato Vougeot e Vosne-Romanée, visitando i vigneti ad est di Gilly-Les Cîteaux e ad ovest di Flagey-Echezeaux. Qui ho avuto l’onore di camminare tra le legendarie vigne della Romanée-Conti e La Tâche, due dei nomi più iconici nel panorama vinicolo mondiale.
La mia esplorazione è continuata a Nuits-Saint-Georges e nei suoi dintorni, come Premeaux e Prissey, prima di immergermi nel dedalo di Climat tra Corton e Beaune. Camminare tra le vigne della Collina di Corton, visitando Ladoix-Serrigny, Aloxe-Corton e Pernand-Vergelesses, è stata un’esperienza indimenticabile.
Le tappe successive mi hanno portato a Pommard e Volnay, due villaggi noti per i loro rossi corposi e fruttati. Mersault, con il suo mix di rossi e bianchi, è stata un’altra sosta fondamentale, così come il passaggio tra Saint-Aubin e Puligny-Montrachet, l’olimpo dello Chardonnay, dove i vini bianchi raggiungono vette di eleganza e complessità.
Infine, ho raggiunto Santenay, fermandomi a toccare le zolle di Chassagne-Montrachet, un altro luogo emblematico per la produzione di Chardonnay di altissima qualità. Questo viaggio ha rappresentato non solo un’esplorazione dei vini, ma anche un incontro con piccoli produttori e domaines di culto, leggende viventi nel mondo del vino.
Attraverso la mia esperienza in Borgogna, ho potuto comprendere meglio il complesso sistema delle appellation e dei climat, plasmati e forgiati da secoli di storia e tradizione. Ogni calice di vino racconta una storia, un legame profondo con la terra e le persone che la lavorano. Un viaggio in Borgogna è un viaggio nel tempo, un’esperienza che arricchisce l’anima e il palato, celebrando la bellezza del vino e della cultura che lo circonda.
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