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Scopri il segreto delle prelibate carni Wagyu giapponesi

Il Giappone è rinomato per la sua cultura culinaria e per un prodotto che ha conquistato il palato di molti: il Wagyu. Questo tipo di carne, che significa letteralmente “manzo giapponese”, è il risultato di un’attenta selezione di razze bovine allevate in specifiche regioni del paese. La sua marezzatura straordinaria, che offre una morbidezza e un sapore senza pari, la rende una vera prelibatezza nel panorama gastronomico mondiale.

La geografia del Giappone, un arcipelago di 6.852 isole, favorisce l’allevamento di bovini di alta qualità. Le cinque isole principali, Hokkaidō, Honshū, Kyūshū, Shikoku e Okinawa, costituiscono il 97% della superficie totale. Le condizioni climatiche e il terreno montuoso di alcune regioni sono ideali per la produzione di carne Wagyu, che affonda le sue radici in una tradizione culinaria antica.

La storia del Wagyu

La cucina giapponese ha origini antiche, risalenti al periodo Jōmon (circa 10.000 a.C. – 300 a.C.). Con l’introduzione del buddismo nel VII secolo, il consumo di carne bovina subì una battuta d’arresto. Fu solo durante il Rinnovamento Meiji, tra il 1866 e il 1869, che il Giappone tornò a consumare carne, aprendo le porte all’influenza culinaria occidentale.

Nel corso degli anni, gli allevatori giapponesi iniziarono a incrociare razze locali con razze europee, ma nel 1910 fu imposto un divieto di incroci. Da quel momento in poi, la qualità della carne Wagyu divenne una priorità, con un focus particolare sulla marezzatura, che è la distribuzione del grasso intramuscolare.

Le razze di Wagyu

La carne Wagyu è suddivisa in diverse razze, ma la più rinomata è la Kuroge, che rappresenta il 90% della produzione di Wagyu in Giappone. All’interno di questa razza, si possono distinguere tre ceppi principali:

  1. Tajiri: famoso per la sua marezzatura e qualità, alla base della celebre Wagyu di Kobe.
  2. Itozakura: noto per le sue caratteristiche uniche.
  3. Kedaka: contribuisce alla varietà di sapori.

La carne di Kobe è solo una delle varietà di Wagyu, e può essere certificata solo se proviene da bovini di razza Tajima, nati e allevati nella prefettura di Hyogo. Altre razze, come l’Akage e la Tankake, offrono differenti profili di sapore e consistenza, rendendo ogni porzione di Wagyu un’esperienza unica.

La territorialità e la tracciabilità

Ogni regione giapponese ha il suo metodo di allevamento e nutrizione, che influisce notevolmente sulle caratteristiche della carne. Ad esempio, la Wagyu di Miyazaki e la Wagyu di Matsusaka sono celebri per la loro qualità straordinaria, ma differiscono per sapore e consistenza. Un aspetto cruciale della produzione di carne Wagyu è la registrazione genealogica. Ogni bovino ha un pedigree tracciabile, garantito dalla Japan Wagyu Registry Association, che assicura l’autenticità della carne. Solo i bovini nati e cresciuti in Giappone possono essere ufficialmente denominati Wagyu.

Negli ultimi anni, la carne Wagyu ha guadagnato popolarità anche in Italia, con aziende come la Wagyu Company che offrono carni di alta qualità. La frollatura, che può durare anche un anno, dà vita al Dry Aged Wagyu Beef, un prodotto ricercato che esalta ulteriormente i sapori e la tenerezza della carne.

Con il suo sapore ricco e la sua consistenza unica, il Wagyu rappresenta non solo un alimento, ma un’esperienza culinaria che celebra l’arte dell’allevamento e della gastronomia giapponese. Ogni morso racconta una storia di tradizione e dedizione, rendendo il Wagyu una delle carni più ambite e apprezzate a livello mondiale.

Redazione Vinamundi

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