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Scoprendo il tesoro del Pouilly-Fuissé: il Domaine Cheveau

Nel mese di marzo, durante un emozionante tour nella regione francese della Borgogna-Franca Contea, ho avuto l’opportunità di visitare l’area vitivinicola del Mâconnais, un luogo ricco di storia e tradizione vinicola. Tra le varie cantine esplorate, il Domaine Cheveau si è rivelato particolarmente affascinante. Ad accogliermi con calore e professionalità è stata Aurélie Cheveau, la cui passione per il vino e il territorio è evidente in ogni parola e gesto.

Aurélie, insieme al marito Nicolas, ha trasformato la tenuta Cheveau, che si estende su 21 ettari, di cui 6,5 a Pouilly-Fuissé, in un punto di riferimento per la produzione di vini bianchi e rossi di alta qualità. I vini rossi, prodotti con uve Gamay, provengono da vigneti situati nel vicino Beaujolais, una regione nota per i suoi vini freschi e fruttati. La dedizione della coppia nella cura delle vigne e nella vinificazione ha portato il Domaine Cheveau a guadagnarsi un’ottima reputazione non solo in Francia, ma anche all’estero.

Un impegno per la qualità e la sostenibilità

Aurélie non è solo una talentuosa produttrice di vino, ma anche una figura di spicco nel panorama vinicolo locale, essendo la Presidente dell’Unione dei Produttori del Pouilly-Fuissé. Questo organismo si occupa della difesa e della gestione della Denominazione di Origine Controllata (AOC) Pouilly-Fuissé, riunendo attualmente 365 produttori che operano su una superficie vitata di circa 800 ettari.

Il vigneto del Domaine Cheveau è composto da poco più di 20 ettari, suddivisi in 15 ettari di Chardonnay del Mâconnais e 5 ettari di Gamay intorno a Saint-Amour, nel Beaujolais. Aurélie è appassionata della diversità dei terroir, valorizzando la qualità eccezionale dei vini Pouilly-Fuissé e portando avanti una tradizione che risale a generazioni.

La trasformazione del Domaine Cheveau

Il primo grande cambiamento del Domaine Cheveau è avvenuto tra il 2002 e il 2008, un periodo cruciale durante il quale la famiglia Cheveau ha acquisito la proprietà della tenuta, passando da una partecipazione di minoranza a una gestione completa. Questo passaggio ha segnato l’inizio di una nuova era per la cantina, caratterizzata dalla produzione di vini in bottiglia, abbandonando la pratica di vendere il vino sfuso a grandi Maison della Côte d’Or.

Aurélie sottolinea l’importanza dell’approccio familiare nella gestione della produzione vinicola. “Tutte le annate sono prodotte con le nostre uve, frutto di un rigoroso lavoro familiare. Siamo attenti all’ambiente e abbiamo optato per una viticoltura rispettosa”, dice Aurélie, evidenziando l’impegno del Domaine Cheveau verso pratiche sostenibili.

Degustazione memorabile

Dopo aver esplorato i vigneti e ascoltato le storie affascinanti legate alla produzione vinicola, è arrivato il momento di una degustazione che si è rivelata un’esperienza memorabile. Ecco un breve riepilogo dei vini degustati:

  1. Beaujolais Village Les Pouliches, 2023: Un Gamay vinificato solo in acciaio inox, punteggio 86/100.
  2. Mâcon-Fuissé Les Grandes Bruyères, 2023: Chardonnay con vinificazione divisa tra acciaio inox e barriques, valutato 88/100.
  3. Saint Vérain Chantevigne, 2023: Chardonnay vinificato solo in acciaio inox, punteggio 88/100.
  4. Pouilly-Fuissé sur La Rochette, 2023: Chardonnay invecchiato in tonneaux, punteggio 89/100.
  5. Pouilly-Fuissé 1er Cru Vers Cras, 2022: Chardonnay in tonneaux, premiato con 90/100.
  6. Saint-Amour Villa Violettes, 2023: Gamay vinificato solo in inox, valutato 88/100.
  7. Beaujolais-Village En Chantenay, 2023: Gamay vinificato in inox, punteggio 88/100.
  8. Beaujolais-Leyners, Les Bauteau, 2022: Gamay in barriques, punteggio 90/100.

La visita al Domaine Cheveau non è stata solo un’opportunità per assaporare vini straordinari, ma anche un’occasione per comprendere il profondo legame tra il vino, il territorio e le persone che lo producono. Aurélie e Nicolas Cheveau rappresentano una nuova generazione di viticoltori che, rispettando la tradizione, guardano anche al futuro, puntando su qualità e sostenibilità.

Redazione Vinamundi

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