Sangiovese: un viaggio tra le terre di Gaiole in Chianti e Romagna a Capannelle

Un incontro tra territori e visioni enologiche ha avuto luogo presso l’azienda Capannelle, situata a Gaiole in Chianti. Questa serata, organizzata in collaborazione con Wine Tv, ha esplorato il vitigno Sangiovese nelle sue diverse interpretazioni territoriali, celebrando il 50° anniversario della fondazione dell’azienda, risalente al 1975. La presenza di esperti, produttori e appassionati ha reso l’evento un’occasione unica per discutere delle peculiarità di questo vitigno emblematico, simbolo della tradizione vitivinicola italiana.

Un tavolo di esperti

Attorno al grande tavolo del salone di Capannelle si sono riuniti nomi di spicco del panorama enologico italiano. Oltre a Manuele Verdelli, direttore commerciale, e Simone Monciatti ed Eleonora Minacci, rispettivamente direttore tecnico ed enologo dell’azienda, hanno partecipato alla serata:

1. Alessandro Campatelli di Riecine
2. Maurizio Alongi dell’omonima azienda di Barbischio
3. Francesco Bordini di Villa Papiano di Modigliana
4. Alessandro Nicolucci di Predappio Alta
5. Fabio Castellucci di Ronchi di Castelluccio
6. Stefano Berti Calisto, originario della zona di Bertinoro

Tra gli ospiti speciali si è distinto Gabriele Gorelli, Master of Wine, insieme a Davide Bonucci di Enoclub Siena, Andrea Gori di Intravino, Cristiano Cini, Simona Bizzarri e Stefano Franzoni di Wine Tv. Questa condivisione di esperienze ha creato un’atmosfera di dialogo aperto e costruttivo, permettendo di approfondire vari aspetti legati al Sangiovese e alla sua produzione.

Differenze di terroir: Chianti e Romagna a confronto

La serata ha avuto inizio con un’introduzione magistrale da parte di Bordini, il quale ha messo in luce le differenze di terroir tra Modigliana e Predappio. Queste due aree romagnole sono fondamentali per comprendere il Sangiovese in Romagna. Bordini ha descritto Predappio come “la Serralunga d’Alba della Romagna”, un punto di riferimento per chi desidera avvicinarsi a questo vitigno, mentre Modigliana è stata paragonata a “Castiglione Falletto”, un luogo da cui si originano Sangiovesi con caratteristiche inedite, ancora da esplorare.

Durante la serata, i partecipanti hanno potuto assaporare due annate diverse, il 2022 e il 2016, analizzando le sfumature di ciascun vino. Le discussioni si sono ampliate per affrontare temi attuali del settore vitivinicolo, come le Unità Geografiche Aggiuntive (Uga), le diverse sottozone della Romagna e le sfide legate al cambiamento climatico, che influenzano le scelte tecniche in cantina.

L’importanza del dialogo tecnico

Il confronto tra i partecipanti ha evidenziato l’importanza del dialogo tecnico nel settore vitivinicolo. È emerso come la capacità di raccontare il vino e le sue caratteristiche sia cruciale, non solo per attrarre i consumatori, ma anche per educarli e coinvolgerli in un percorso di scoperta. La serata ha incluso momenti di approfondimento, dove ogni produttore ha condiviso le proprie esperienze e le tecniche utilizzate nella propria cantina, creando un’atmosfera di convivialità e apertura.

Un aspetto particolarmente interessante è stato l’utilizzo di terminologie tecniche, che ha arricchito la conversazione e stimolato curiosità tra i presenti. Questo approccio ha reso la serata non solo informativa, ma anche un’opportunità per avvicinare le nuove generazioni al mondo del vino, attraverso un linguaggio accessibile e coinvolgente.

I vini in degustazione

La serata ha visto in degustazione un’accurata selezione di vini, rappresentativa delle diverse zone coinvolte. Tra i vini assaggiati vi erano:

1. Villa Papiano, Vigna Beccaccia 2022 – proveniente da Modigliana, una zona est più fredda, situata a 480 metri sul livello del mare.
2. Villa Papiano, Vigna Probi 2022 e 2016 – sempre da Modigliana, ma da una zona est più elevata, a 583 metri.
3. Fattoria Nicolucci, Vigna del Generale 2022 e 2016 – da Predappio Alta, a circa 300 metri di altitudine.
4. Ronchi di Castelluccio, Ronco dei Ciliegi 2022 – proveniente da Modigliana, zona ovest.
5. Stefano Berti, Calisto 2022 – da Bertinoro.
6. Maurizio Alongi, Vigna Barbischio 2022 e 2016 – dalla frazione di Barbischio.
7. Riecine, Chianti Classico Riserva 2022 e 2016 – rappresentante della tradizione chiantigiana.
8. Capannelle, Chianti Classico Riserva 2022 e 2016 – un altro esempio di eccellenza del Chianti.

Questa varietà ha permesso di apprezzare le diverse espressioni del Sangiovese, i suoi aromi, le strutture e le potenzialità di invecchiamento. I partecipanti hanno potuto confrontare stili e caratteristiche, gettando le basi per future collaborazioni e approfondimenti nel settore.

La serata a Capannelle ha dimostrato come il Sangiovese possa essere un ponte tra territori e tradizioni, unendo le esperienze di chi produce in Chianti e in Romagna, con l’obiettivo comune di valorizzare un vitigno che rappresenta la storia e la cultura enologica italiana.