Il mondo del vino è un universo affascinante e complesso, dove ogni bottiglia racconta una storia di vigna, clima e tecnica di vinificazione. Tuttavia, anche il vino più curato può celare insidie sensoriali che compromettono la sua qualità. Difetti organolettici, come Brettanomyces, ridotto e TCA, possono alterare in modo significativo l’esperienza gustativa, rendendo fondamentale per i produttori e gli appassionati sapere come riconoscerli e prevenirli. In questo articolo, ci addentreremo nella natura di questi difetti, i loro riconoscimenti e le strategie di prevenzione.
Il Brettanomyces, comunemente noto come “Brett”, è un lievito non-Saccharomyces che può svilupparsi durante l’affinamento del vino. Questo lievito è spesso presente in cantine che utilizzano botti usate per l’affinamento, dove la sanificazione non è adeguata. La sua proliferazione può avvenire anche in ambienti poco igienici.
Il Brett produce una serie di sentori caratteristici, tra cui quelli di stalla, cuoio, sudore di cavallo e cerotto medicinale. Sebbene in alcuni contesti possa essere interpretato come un elemento “rustico” o di complessità, quando la sua presenza è predominante, compromette la finezza aromatica del vino, rendendolo poco gradevole.
Per prevenire la contaminazione da Brettanomyces, è fondamentale adottare misure rigorose di sanificazione delle botti e degli ambienti di lavoro. Ecco alcune strategie efficaci:
Il “ridotto” è una condizione che si verifica a causa della carenza di ossigeno durante la vinificazione, portando alla formazione di composti solforati volatili. Questo difetto è particolarmente insidioso, poiché può svilupparsi anche in bottiglia, specialmente in chiusure ermetiche o con tappi a vite.
Il vino ridotto presenta odori sgradevoli come uovo marcio, gomma bruciata, scatola di tonno e aglio. Questi aromi possono rendere il vino poco invitante e nascondere le sue potenzialità espressive.
La gestione corretta del livello di ossigeno durante la vinificazione è cruciale per prevenire il difetto ridotto. Alcuni suggerimenti includono:
Il Tricloroanisolo (TCA) è il composto chimico responsabile dell’odioso “odore di tappo”. Può derivare da contaminazioni nei tappi di sughero, ma anche da barriques o ambienti di cantina, rendendolo uno dei difetti più riconoscibili e temuti dai produttori di vino.
Il TCA si manifesta con odori caratteristici di cartone bagnato, muffa e terra umida. Questa contaminazione sopprime gli aromi fruttati e floreali del vino, rendendolo piatto e poco espressivo, compromettendo l’intera esperienza sensoriale.
Per prevenire il TCA, è consigliabile:
Riconoscere i difetti in fase precoce è possibile solo con una formazione sensoriale costante e l’utilizzo di strumenti analitici di supporto. Oggi, molte cantine si affidano a laboratori specializzati che, oltre ai parametri standard, offrono profili di rischio mirati per Brett, TCA e composti solforati. L’uso combinato di assaggio tecnico e analisi di laboratorio rimane la strategia più efficace per garantire la qualità del vino e tutelare l’esperienza del consumatore.
In un contesto in cui la qualità del vino è sempre più al centro dell’attenzione, la consapevolezza dei difetti organolettici e le tecniche di prevenzione diventano strumenti indispensabili per ogni produttore. La continua ricerca di soluzioni innovative e l’adozione di pratiche sostenibili sono essenziali per preservare il patrimonio enologico e garantire vini di eccellenza.
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