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Referendum: cosa c’è in gioco e le posizioni dei partiti

Il 8 e 9 giugno si svolgeranno quattro referendum riguardanti il lavoro, promossi dalla CGIL, e uno sulla cittadinanza, sostenuto da +Europa. Questo appuntamento referendario si inserisce in un contesto politico teso, con i partiti che iniziano a schierarsi e a definire le loro posizioni. La maggioranza di governo, contraria ai meriti dei quesiti, sembra orientata verso una strategia di astensione, puntando a non raggiungere il quorum. Al contrario, le forze di opposizione, tra cui il Partito Democratico (PD), il Movimento 5 Stelle (M5S) e Alleanza Verdi e Sinistra (Avs), si mobilitano per incentivare la partecipazione al voto e sostenere i quesiti.

I quesiti referendari

I cinque referendum sottoposti al voto hanno tutti superato il vaglio della Corte Costituzionale. I temi centrali riguardano principalmente il mondo del lavoro e i diritti dei cittadini stranieri. In particolare, i quattro referendum sul lavoro mirano a:

  1. Ripristino dell’articolo 18: Chiede di ripristinare il diritto al reintegro per i lavoratori licenziati ingiustamente, in particolare per quelli assunti dopo il 7 marzo 2015, data di entrata in vigore delle modifiche al Jobs Act volute dal governo Renzi.

  2. Limitazione dei contratti a termine: Propone di restringere l’utilizzo dei contratti a termine a motivazioni specifiche e temporanee, per evitare abusi e garantire un uso più equo.

  3. Aumento delle tutele nelle piccole aziende: Mira a eliminare il limite all’indennità per i licenziamenti ingiustificati nelle piccole imprese, aumentando così le garanzie per i lavoratori di aziende con meno di 16 dipendenti.

  4. Responsabilità solidale negli appalti: Richiede che le aziende committenti siano ritenute responsabili in caso di infortuni o malattie professionali dei lavoratori impiegati tramite appalti.

Infine, il quesito sulla cittadinanza proposto da +Europa prevede di ridurre da 10 a 5 anni il requisito di residenza in Italia per gli extracomunitari maggiorenni che desiderano richiedere la cittadinanza.

Le posizioni dei partiti

Nella maggioranza di governo, attualmente guidata da Fratelli d’Italia (FdI), la linea prevalente sembra essere quella dell’astensione. Sebbene non ci siano dichiarazioni ufficiali da parte di FdI o della Lega, indiscrezioni suggeriscono che i vertici del partito abbiano indicato ai loro membri di non partecipare al voto. Antonio Tajani, leader di Forza Italia, ha confermato la posizione del suo partito, dichiarando: «Non condividiamo la proposta referendaria», mentre fonti interne al Carroccio confermano che anche la Lega si allineerà con l’astensione. Tuttavia, il gruppo di Noi Moderati si distacca da questa strategia, annunciando il proprio rifiuto a tutti i quesiti.

Dall’altra parte, il PD, guidato dalla segretaria Elly Schlein, si è schierato fermamente a favore di tutti e cinque i quesiti, inclusi i quattro sul lavoro. Nonostante le divergenze interne, Schlein ha mantenuto una linea di apertura, permettendo ai membri del partito di esprimere opinioni diverse, in particolare per quanto riguarda il quesito sulla cittadinanza. I riformisti del PD, rappresentati da Energia Popolare, intendono votare sì ai quesiti sulla cittadinanza e sulla responsabilità delle imprese, mentre si asterranno sui restanti.

Giuseppe Conte, leader del M5S, ha annunciato che il suo partito supporterà quattro dei cinque quesiti, lasciando libertà di voto sul referendum riguardante la cittadinanza. Conte ha sottolineato l’importanza di un approccio che favorisca l’integrazione culturale tramite il percorso scolastico, ritenendo che questo metodo sia più efficace rispetto alla semplice riduzione dei termini per l’acquisizione della cittadinanza.

+Europa, invece, si concentra sulla partecipazione al voto, sostenendo i quesiti sulla cittadinanza e sulla sicurezza sul lavoro, mentre esprime contrarietà agli altri tre referendum sul Jobs Act.

Infine, anche i partiti Azione e Italia Viva si trovano su posizioni simili, dichiarando il loro sostegno solo al referendum sulla cittadinanza e respingendo gli altri, che considerano «anacronistici e antistorici».

Con meno di un mese al voto, il dibattito si intensifica e le posizioni dei vari partiti continuano a evolversi, mentre si avvicina il giorno cruciale per il futuro delle normative sul lavoro e dei diritti di cittadinanza in Italia. La partecipazione attiva dei cittadini sarà determinante per il successo di questa consultazione referendaria e per il raggiungimento del quorum necessario.

Redazione Vinamundi

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