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Record di export per i distretti agroalimentari nel 2024: 28 miliardi di euro e il vino protagonista

Il 2024 si prospetta come un anno straordinario per l’export agroalimentare italiano, con previsioni che indicano un superamento dei 69 miliardi di euro in esportazioni, segnando un incremento dell’8% rispetto all’anno precedente. In questo contesto di crescita, i distretti agroalimentari, veri e propri fiori all’occhiello del made in Italy, si distinguono con un valore di export che supera i 28 miliardi di euro, rappresentando circa il 42,5% del totale delle esportazioni agroalimentari del Paese. Questi dati, elaborati dal Research Department di Intesa Sanpaolo, mettono in luce la vitalità e la competitività delle filiere italiane sui mercati internazionali.

Il settore vinicolo in crescita

Il settore vinicolo si conferma leader indiscusso, con un valore di export pari a 6,7 miliardi di euro. Questo dato rappresenta una porzione significativa degli 8 miliardi di euro di export vinicolo complessivo dell’Italia. Sebbene la crescita del vino distrettuale sia stata più contenuta rispetto ad altri comparti, con un incremento del 4%, resta fondamentale per l’economia dei distretti agroalimentari.

Tra i distretti vinicoli, spiccano:

  1. Dolci di Alba e Cuneo: 2,1 miliardi di euro (+16,5%)
  2. Vini di Langhe, Roero e Monferrato: 1,9 miliardi di euro (-1,7%)
  3. Vini del Veronese: 1,2 miliardi di euro (+9,2%)
  4. Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene: 1,1 miliardi di euro (+7,3%)
  5. Vini dei colli fiorentini e senesi: 904 milioni di euro (+9,8%)

Anche se alcuni distretti come i Vini e distillati di Trento e quelli del Bresciano hanno subito una lieve contrazione, i risultati complessivi del settore vitivinicolo rimangono solidi.

Crescita della filiera dell’olio

Un aspetto di particolare rilievo è la crescita della filiera dell’olio, che ha raggiunto un impressionante aumento del 40,9%, con un valore di 1,9 miliardi di euro. Questo successo è trainato principalmente dal distretto dell’Olio toscano, che ha visto un incremento di 419 milioni di euro, grazie alla crescente domanda proveniente dagli Stati Uniti, dove oltre il 40% del suo export è diretto. Anche l’Olio umbro ha registrato un aumento significativo, con un incremento del 26,5%.

Oltre all’olio, la filiera della pasta e dolci ha contribuito in modo significativo all’export, con un aumento del 7,8% nel 2024. Anche la filiera agricola ha mostrato segni di crescita, superando i 4,1 miliardi di euro, grazie in particolare al distretto dell’Ortofrutta romagnola, cresciuto del 14,9%.

Mercati e opportunità

A livello di mercati, la Germania continua a rappresentare il principale partner commerciale dell’Italia nel settore agroalimentare, con un valore di 5,1 miliardi di euro e un incremento del 6,9%. Anche la Francia ha mostrato una crescita del 4,8%, mentre il Regno Unito si è mantenuto stabile. La vera sorpresa è rappresentata dagli Stati Uniti, che hanno visto una crescita del 14,9%, raggiungendo un valore di 3,6 miliardi di euro. Questo aumento è significativo e non appare legato a strategie di approvvigionamento anticipato, ma piuttosto a una domanda costante e crescente per i prodotti italiani, noti per l’alta qualità e l’autenticità.

Massimiliano Cattozzi, responsabile della Direzione Agribusiness di Intesa Sanpaolo, ha sottolineato l’importanza della competitività delle filiere agroalimentari italiane e della crescente domanda internazionale di prodotti di qualità. La banca si impegna a supportare le imprese in questo percorso di crescita, offrendo soluzioni concrete per affrontare le sfide di un mercato globale in rapida evoluzione. Con oltre 250 punti operativi e un team di specialisti dedicati, Intesa Sanpaolo si propone come partner strategico per le aziende agroalimentari italiane, promuovendo la valorizzazione del made in Italy nel mondo e contribuendo alla competitività del Paese.

Redazione Vinamundi

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