Il 2024 si prospetta come un anno straordinario per l’export agroalimentare italiano, con previsioni che indicano un superamento dei 69 miliardi di euro in esportazioni, segnando un incremento dell’8% rispetto all’anno precedente. In questo contesto di crescita, i distretti agroalimentari, veri e propri fiori all’occhiello del made in Italy, si distinguono con un valore di export che supera i 28 miliardi di euro, rappresentando circa il 42,5% del totale delle esportazioni agroalimentari del Paese. Questi dati, elaborati dal Research Department di Intesa Sanpaolo, mettono in luce la vitalità e la competitività delle filiere italiane sui mercati internazionali.
Il settore vinicolo si conferma leader indiscusso, con un valore di export pari a 6,7 miliardi di euro. Questo dato rappresenta una porzione significativa degli 8 miliardi di euro di export vinicolo complessivo dell’Italia. Sebbene la crescita del vino distrettuale sia stata più contenuta rispetto ad altri comparti, con un incremento del 4%, resta fondamentale per l’economia dei distretti agroalimentari.
Tra i distretti vinicoli, spiccano:
Anche se alcuni distretti come i Vini e distillati di Trento e quelli del Bresciano hanno subito una lieve contrazione, i risultati complessivi del settore vitivinicolo rimangono solidi.
Un aspetto di particolare rilievo è la crescita della filiera dell’olio, che ha raggiunto un impressionante aumento del 40,9%, con un valore di 1,9 miliardi di euro. Questo successo è trainato principalmente dal distretto dell’Olio toscano, che ha visto un incremento di 419 milioni di euro, grazie alla crescente domanda proveniente dagli Stati Uniti, dove oltre il 40% del suo export è diretto. Anche l’Olio umbro ha registrato un aumento significativo, con un incremento del 26,5%.
Oltre all’olio, la filiera della pasta e dolci ha contribuito in modo significativo all’export, con un aumento del 7,8% nel 2024. Anche la filiera agricola ha mostrato segni di crescita, superando i 4,1 miliardi di euro, grazie in particolare al distretto dell’Ortofrutta romagnola, cresciuto del 14,9%.
A livello di mercati, la Germania continua a rappresentare il principale partner commerciale dell’Italia nel settore agroalimentare, con un valore di 5,1 miliardi di euro e un incremento del 6,9%. Anche la Francia ha mostrato una crescita del 4,8%, mentre il Regno Unito si è mantenuto stabile. La vera sorpresa è rappresentata dagli Stati Uniti, che hanno visto una crescita del 14,9%, raggiungendo un valore di 3,6 miliardi di euro. Questo aumento è significativo e non appare legato a strategie di approvvigionamento anticipato, ma piuttosto a una domanda costante e crescente per i prodotti italiani, noti per l’alta qualità e l’autenticità.
Massimiliano Cattozzi, responsabile della Direzione Agribusiness di Intesa Sanpaolo, ha sottolineato l’importanza della competitività delle filiere agroalimentari italiane e della crescente domanda internazionale di prodotti di qualità. La banca si impegna a supportare le imprese in questo percorso di crescita, offrendo soluzioni concrete per affrontare le sfide di un mercato globale in rapida evoluzione. Con oltre 250 punti operativi e un team di specialisti dedicati, Intesa Sanpaolo si propone come partner strategico per le aziende agroalimentari italiane, promuovendo la valorizzazione del made in Italy nel mondo e contribuendo alla competitività del Paese.
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