Il vino

Quando si può parlare di un vino austero?

Si sente spesso accostare l’aggettivo austero al vino. Si dice, infatti, che un vino risulta austero al palato e si tratta, di certo, di una definizione che può essere per molti difficile da comprendere. Proviamo allora a capire quale sia il reale significato di vino austero.

Vino austero, ma con un’accezione diversa

Come spesso accade quando si parla di vini, il significato che un determinato aggettivo assume nell’analisi enologica può differire in parte o completamente da significato che lo stesso aggettivo ha nella lingua di uso comune. O meglio, si parte spesso dalla medesima base, ma la declinazione differisce. Questo accade, per esempio, proprio con austero. Partiamo, quindi, dalla definizione di austero, presa dalla Treccani.

austero /au’stɛro/ agg. [dal lat. austerus, gr. aystērós “aspro, rude”]. – 1. [di cosa o persona che esprime sobrietà e moderazione: uomo a.; costume a.] ≈ castigato, continente, frugale, misurato, moderato, parco, sobrio, temperante. ↑ astinente. ↔ immoderato, incontinente, intemperante, sfrenato, smoderato, sregolato. ↑ corrotto, lascivo, vizioso. 2. [di cosa o persona, che esprime una rigida intransigenza: un carattere a.] ≈ aspro, duro, fermo, inflessibile, intransigente, rigoroso, severo. ‖ grave, solenne. ↔ bonario, indulgente, tollerante. 3. [di aspetto, che esprime severità e semplicità: architettura a.] ≈ disadorno, essenziale, lineare, semplice, severo. ↑ povero, spoglio. ↔ pomposo, sfarzoso.

Immagine | Unsplash @Rikkia Hughes – Vinamundi.it

E con il vino che significato assume?

Come già dicevamo, austero assume un significato particolare quando si parla di vino. Un significato che, però, in qualche maniera si lega a quello originario. In passato, infatti, l’aggettivo austero di utilizzava anche per la frutta. Nello specifico, la frutta era definita austera quando aveva un sapore molto aspro, che indicava che non fosse ancora arrivata a maturazione. Oggi austero si affianca anche al vino, ma, per complicare ulteriormente le cose, assume a sua volta un duplice significato.

Nell’accezione che potremmo definire storica indica un vino duro, difficile, in cui emergono con forza sia la sua acidità sia la sua tannicità. Queste possono presentarsi insieme, ma anche singolarmente. Devono, però, avere una presenza marcata. Si tratta di vini con sentori astringenti, non sempre piacevoli. Di conseguenza, un vino austero potrebbe essere un vino a cui dover dare del tempo. Un vino non ancora maturo, per tornare a quanto già citato in precedenza, e che potrebbe evolversi in maniera positiva nel tempo, limando le sue asperità e perdendo alcune caratteristiche che lo rendono difficile al palato. Con il tempo, questa accezione che in origine non conteneva nessuna sfumatura negativa, ha invece assunto un significato non positivo. Un vino austero è un vino astringente, complesso e non piacevole da bere.

Allo stesso tempo, però, austero ha anche un significato positivo o comunque non negativo. L’aggettivo austero, infatti, viene anche utilizzato per definire un vino con una struttura e un corpo importanti e un’altrettanto importante gradazione alcolica. Proprio questa accezione sembra essere quella maggiormente diffusa nell’ultimo periodo e che viene utilizzata da molti esperti del mondo del vino. Chi ha ragione? Impossibile stabilirlo. Come sempre, l’analisi del vino ha una componente personale e di gusto che non può certo muoversi nel campo dell’oggettività. Lo stesso, sembra, si può dire di alcuni termini, come austero.

Gianluca Pirovano

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