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Prezzi delle uve in picchiata: Barolo giù del 25% e Morellino del 44% grazie al recupero della produzione

La recente ripresa della produzione di uve da vino in Italia ha portato il volume oltre i 65 milioni di quintali, con un incremento del 12,7% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, nonostante questo aumento, i dati rimangono inferiori rispetto ai picchi storici di oltre 70 milioni di quintali registrati nel triennio 2020-2022. Questa ripresa ha avuto un impatto diretto sui prezzi delle uve, specialmente nelle aree vitivinicole che producono vini a Denominazione di Origine Controllata (Doc) e a Denominazione di Origine Controllata e Garantita (Docg).

Un’analisi condotta da Bmti (Borsa merci telematica italiana), basata su dati Istat e presentata in occasione di Vinitaly, evidenzia come molte varietà di uve abbiano subito ribassi significativi. In alcuni casi, i prezzi delle uve sono calati a doppia cifra rispetto all’anno precedente, riflettendo le dinamiche di mercato in un contesto di ripresa post-crisi.

Andamento dei prezzi delle uve nelle diverse regioni

  1. Veneto:
  2. I prezzi delle uve Amarone e Recioto hanno registrato una flessione annua del 13%.
  3. Le uve per la Valpolicella sono scese dell’8%.
  4. Il Prosecco Conegliano Valdobbiadene ha visto un calo dei prezzi del 9%.

  5. Friuli-Venezia Giulia:

  6. I prezzi delle uve bianche come Pinot Grigio, Chardonnay e Friulano sono rimasti stabili.
  7. Le uve destinate alla Ribolla Gialla hanno mantenuto prezzi invariati.

  8. Piemonte:

  9. Le uve per Barolo hanno subito un calo drastico del 25%.
  10. Le uve Barbera d’Asti hanno visto una diminuzione del 7%.
  11. Le uve Moscato Docg hanno mantenuto una certa stabilità.

  12. Lombardia:

  13. Le uve per la produzione di Franciacorta hanno visto un incremento del 5%.
  14. Le uve per il Lugana sono aumentate del 7%.

Situazione in Toscana e altre regioni

In Toscana, la produzione di uve ha registrato un incremento del 35% nel 2024, ma i prezzi delle uve per il Brunello di Montalcino sono scesi di quasi il 20%. Anche i prezzi delle uve per il Chianti Classico e per il Bolgheri rosso hanno mostrato flessioni simili. Un dato sorprendente è il crollo del 44% per le uve destinate al Morellino di Scansano, un calo che potrebbe riflettere sia l’aumento della produzione che una possibile saturazione del mercato.

In Emilia-Romagna, i prezzi delle uve per il Lambrusco rimangono stabili, mentre in Umbria, le uve per il Sagrantino Docg hanno visto un notevole calo del 22%. Questo ribasso è significativo, considerando che il Sagrantino è un vino di nicchia che ha guadagnato prestigio negli ultimi anni.

Infine, in Abruzzo, il recupero produttivo ha portato a una diminuzione dei prezzi delle uve, con un calo del 9% per il Pecorino d’Abruzzo e del 2% per il Montepulciano d’Abruzzo.

Conclusioni

In sintesi, la ripresa della produzione vinicola italiana, pur accogliendo con favore l’aumento dei volumi, porta con sé una serie di sfide legate alla gestione dei prezzi delle uve. I produttori dovranno navigare in queste acque turbolente, cercando di mantenere la qualità e la reputazione dei loro vini, mentre si confrontano con le dinamiche di un mercato in evoluzione. La situazione attuale rappresenta un momento cruciale per il settore, con potenziali implicazioni non solo per i produttori, ma anche per i consumatori e per l’intera economia vinicola italiana.

Redazione Vinamundi

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