Il mondo del vino è un universo affascinante, ricco di colori, aromi e sapori che stimolano i sensi e il pensiero. Un vino non è solo un prodotto da gustare, ma un’esperienza da vivere. La magia inizia con il colore, che cattura gli occhi e invita a un’analisi più approfondita. Poi ci sono gli aromi, che si sprigionano e inebriano l’aria, promettendo un viaggio sensoriale unico. Infine, c’è il gusto: il momento culminante, quando il vino avvolge la bocca con la sua complessità, scorrendo lungo la gola e lasciando un’impronta nella memoria.
Tuttavia, c’è un elemento cruciale che spesso viene trascurato nelle degustazioni: la deglutizione. Molti esperti concordano che il momento in cui si inghiotte il vino è fondamentale per comprendere appieno la sua essenza. Roberto Conterno, titolare della storica cantina Giacomo Conterno, sottolinea l’importanza di questo passaggio. “Quando assaggio i vini destinati all’imbottigliamento, li bevo. Altrimenti, si perde la parte finale della degustazione, il ‘ritorno’ del vino, che è essenziale per una valutazione completa”, spiega. La deglutizione non è solo un atto fisico, ma un momento di connessione profonda con il vino stesso.
In un contesto in cui si degustano decine di vini, la deglutizione diventa per molti un’impresa ardua. La salute è una priorità e, per questo motivo, è comune che si sputi il vino durante le degustazioni. Ciò solleva una questione interessante: in un’epoca in cui si promuove il concetto di “bere meno ma meglio”, non sarebbe opportuno riflettere anche su una degustazione che incoraggi a “degustare meno ma meglio”? Questo approccio significa prendersi il tempo di assaporare e comprendere a fondo i vini, piuttosto che affrettarsi a provare una grande quantità.
Jacky Rigaux, promotore della degustazione “geosensoriale”, sostiene con fermezza che per apprezzare i vini del terroir è necessario partire dalla bocca. “La consistenza, la morbidezza e la salivazione forniscono informazioni preziose su un vino. Gli aromi sono importanti, ma non sono le uniche informazioni da considerare”, afferma. La degustazione geosensoriale invita a mettere il vino in bocca e masticarlo, per coglierne ogni sfumatura e ogni messaggio che il terroir comunica. “Se un vino proviene da vigne piantate su argilla, calcare o sabbia, queste differenze si percepiscono chiaramente in bocca”, aggiunge Rigaux.
Anche Lydia e Claude Bourguignon, noti esperti agronomi e produttori di vino in Francia, si allineano a questa visione. “Quando assaggiamo un vino, la texture è fondamentale. Per comprenderla, è necessario deglutire”, spiega Lydia. “Un vino che nasce dall’argilla, per esempio, offre una sensazione quasi collosa, mentre uno proveniente da terreni sabbiosi evoca la sabbiosità in bocca”. Claude aggiunge che il limo porta una sensazione di polvere di cioccolato, mentre il calcare conferisce salinità, influenzando la salivazione. Queste esperienze sensoriali, per essere pienamente comprese, richiedono la deglutizione.
La riflessione sulla degustazione del vino si spinge oltre la semplice esperienza sensoriale. Viviamo in un’epoca in cui il vino non è solo un prodotto da consumare, ma un simbolo di cultura, tradizione e identità territoriale. I grandi vini raccontano storie di un territorio, delle sue caratteristiche e della sua storia. Assaporare un vino significa, quindi, entrare in contatto con la cultura di un luogo e con il lavoro dei viticoltori che lo producono.
La deglutizione, quindi, non è solo un atto tecnico, ma un gesto che porta con sé un significato profondo. In questo contesto, si potrebbe persino sostenere che il vino, in quanto alimento, deve essere apprezzato in tutta la sua complessità. “Il vino è fatto per il nostro piacere, il nostro benessere”, conclude Rigaux. “Per comprenderlo e apprezzarlo appieno, dobbiamo inghiottirlo, non limitarci ad annusarlo e sputarlo. Dobbiamo toccarlo, sentirlo, inghiottirne qualche sorso”.
In conclusione, la degustazione del vino si presenta come un rito che va oltre la semplice analisi sensoriale. È un viaggio che coinvolge il corpo e la mente, un’esperienza da vivere in modo consapevole. L’invito è quindi a riscoprire il piacere dell’ingestione, a valorizzare il momento della deglutizione come una tappa fondamentale per entrare in sintonia con il vino e il suo messaggio. In un mondo in costante evoluzione, dove il vino è sempre più apprezzato e studiato, è fondamentale riscoprire la bellezza di un sorso che si fa esperienza e conoscenza.
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