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Pantelleria: tra bellezze e conflitti, la verità oltre Report

Nonostante la bellezza mozzafiato dei suoi paesaggi e la ricchezza della sua tradizione vitivinicola, Pantelleria si trova al centro di una controversia che affonda le radici in anni di dissidi tra i produttori. La definizione di Pantelleria come “l’isola dei veleni dolci” non è solo una frase suggestiva, ma riflette una realtà complessa e intrisa di rivalità. Andrea Gabbrielli, giornalista e esperto di viticoltura pantesca, ha dedicato gran parte della sua carriera a raccontare le sfide e i successi di quest’isola, e le sue parole offrono uno spaccato di una situazione che merita di essere esplorata con maggiore attenzione.

Il dualismo nella viticoltura di Pantelleria

La viticoltura di Pantelleria è caratterizzata da un dualismo evidente: da una parte, ci sono i piccoli produttori, che custodiscono gelosamente le tradizioni locali e l’individualità della loro produzione; dall’altra, ci sono i colossi come Donnafugata e Cantine Pellegrino, che hanno saputo costruire un marchio riconosciuto a livello internazionale. Gabbrielli sottolinea come le Cantine Pellegrino, sotto la guida di Benedetto Renda, non solo rappresentino una realtà industriale, ma fungano anche da salvagente per molti viticoltori locali, acquistando uve da oltre 322 produttori su circa 400 ettari. Questo supporto economico è fondamentale: senza la possibilità di conferire le proprie uve, molti piccoli vignaioli sarebbero costretti a lasciare la viticoltura.

La crisi della produzione di uva

La situazione è più complicata di quanto sembri. La produzione di uva sull’isola ha subito un drastico calo negli anni:

  1. Dai 500.000 quintali degli anni Cinquanta
  2. Si è passati a soli 28.000 quintali nel 2022
  3. Con la produzione del 2023 che ha appena superato i 17.000 quintali

Questo declino non fa che aumentare la tensione tra i produttori, mentre i consumi di vini dolci sono ai minimi storici. La viticoltura di Pantelleria, che un tempo era un’eccellenza, è ora in grave difficoltà.

Le polemiche sulle serre e la divisione tra produttori

Le “serre” di cui si è parlato nella recente puntata di Report sono state oggetto di polemica. Gabbrielli chiarisce che queste strutture non sono altro che stenditoi progettati per garantire un’adeguata ventilazione e proteggere l’uva da eventuali piogge improvvise. Questi sistemi sono previsti dai disciplinari di produzione e non rappresentano un abuso, ma piuttosto un modo per salvaguardare la qualità del prodotto. Tuttavia, la loro presenza ha sollevato dubbi e accuse, rendendo la situazione ancora più tesa.

Un aspetto cruciale è la divisione tra i grandi e i piccoli produttori. Alcuni, come Ketty D’Ancona, hanno espresso una visione individualista e si sono sempre distaccati dal Consorzio di tutela, rifiutando di unire le forze con altri produttori. Gabbrielli, tuttavia, mette in guardia: senza un approccio cooperativo, la sopravvivenza in un contesto difficile come quello di Pantelleria diventa quasi impossibile. La collaborazione è essenziale in un luogo dove le sfide climatiche e logistiche sono già di per sé impegnative.

In un contesto così polarizzato, il termine “Angeli matti” coniato da Luigi Veronelli sembra rappresentare perfettamente i viticoltori di Pantelleria: appassionati ma spesso distanti dalla realtà commerciale. La viticoltura qui è un atto d’amore, condotto in condizioni estreme, dove la meccanizzazione è impossibile e le risorse sono limitate. Gli agricoltori, molti dei quali sono avanti con l’età, si trovano a fronteggiare un mercato che richiede innovazione e competitività.

In sintesi, Pantelleria è un microcosmo di sfide vitivinicole in cui le tradizioni si scontrano con le richieste del mercato moderno. Le tensioni tra piccoli e grandi produttori, la gestione delle risorse e il futuro della viticoltura sull’isola rimangono temi di grande attualità. Mentre l’attenzione mediatica può a volte distorcere la realtà, ciò che è certo è che le persone che lavorano la terra di Pantelleria continuano a combattere per il futuro della loro viticoltura, cercando di mantenere viva una tradizione che, nonostante le difficoltà, ha ancora molto da offrire.

Redazione Vinamundi

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