Il Simei di Milano ha rappresentato un’importante occasione per esplorare le nuove frontiere dell’affinamento dei vini, grazie a un talk condotto dal Master of Wine Gabriele Gorelli. Durante l’incontro, Gorelli ha enfatizzato come l’affinamento non sia solo un processo tecnico, ma un’opportunità per esaltare il territorio d’origine e raccontare storie uniche attraverso i vini. Con la sua frase incisiva, “Una tecnica al servizio del racconto e dell’identità”, ha catturato l’essenza di questo affascinante tema.
Gorelli ha presentato diverse tecniche di affinamento, mettendo in evidenza l’importanza di materiali innovativi come la ceramica e le barrique. Due esempi di affinamento ibrido hanno suscitato particolare interesse:
Un aspetto degno di nota è stato il metodo innovativo di Maison Moussié, che ha sviluppato una tecnica di tostatura delle barrique utilizzando pietre provenienti dai vigneti. Questo approccio non solo arricchisce il profilo aromatico del vino, ma crea anche una connessione diretta tra il prodotto finale e il territorio.
Fabio Rapalino, cantiniere della storica azienda Vietti, ha sottolineato l’importanza della ceramica per l’ossigenazione del Timorasso. Questa varietà piemontese, nota per il suo profilo strutturato e complesso, beneficia di un costante apporto di ossigeno, che consente agli aromi di evolversi armoniosamente. Le vasche ibride realizzate da Vietti sono progettate per garantire questa ossigenazione, esaltando le caratteristiche uniche del Timorasso, un vitigno sempre più apprezzato sia in Italia che all’estero.
Un’altra dimensione importante è stata portata da Sébastien Le Golvet, Cellar Master di Henri Giraud Champagne, che ha evidenziato la tracciabilità dei legni utilizzati per le barrique. Con una tradizione di 400 anni, Giraud ha identificato dieci terroir differenti, ognuno dei quali contribuisce a un carattere unico del legno. Questa attenzione al dettaglio garantisce una qualità distintiva che si riflette nel vino finale.
Un intervento significativo è stato quello di Thomas Moussié e del ricercatore Enrico Nicolis di Maison Moussié Tonnellerie, che hanno presentato un sistema di tostatura ispirato alla sauna. Questo metodo, che prevede l’inserimento di pietre nelle barrique, consente un controllo preciso della tostatura, mantenendo l’integrità del legno e permettendo al vino di assorbire le caratteristiche desiderate.
Michele Scammacca del Murgo, un’azienda vinicola dell’Etna Doc, ha dimostrato come l’uso di pietre provenienti dallo stesso vigneto possa conferire un autentico “sense of place” al vino. L’affinamento in barrique con l’inserimento di queste pietre permette di trasmettere le caratteristiche organolettiche del vitigno e l’essenza del territorio, un aspetto sempre più importante per i consumatori in cerca di esperienze autentiche.
La presentazione del talk è stata arricchita da una degustazione comparativa dei vini affinati secondo le tecniche discusse, permettendo ai partecipanti di sperimentare le differenze apportate da ogni metodo di affinamento. I vini presentati hanno dimostrato come le scelte tecniche possano influenzare profondamente il profilo aromatico e il carattere del prodotto finale.
In un contesto vinicolo in continua evoluzione, dove il consumatore è sempre più consapevole, l’affinamento si rivela un potente strumento di narrazione. Le aziende vinicole che sapranno sfruttare queste nuove frontiere dell’affinamento non solo miglioreranno la qualità dei propri vini, ma racconteranno storie affascinanti che coinvolgono i consumatori, creando un legame duraturo e significativo con il loro prodotto.
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