A partire da oggi, giovedì 15 maggio 2025, entra in vigore un importante decreto interministeriale che modifica le accise sui carburanti in Italia. Questa manovra, firmata dai ministri dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin e dell’Economia Giancarlo Giorgetti, insieme ai colleghi delle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini e dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, ha portato a una sorprendente variazione nei prezzi dei carburanti: il diesel subirà un aumento di 1,5 centesimi al litro, mentre la benzina vedrà una diminuzione equivalente.
Il decreto, pubblicato in «Gazzetta Ufficiale» il 14 maggio, stabilisce che le nuove aliquote di accisa saranno fissate a 71,34 centesimi di euro per litro di benzina e 63,24 centesimi per litro di gasolio. Questa modifica rappresenta un tentativo di riallineare le accise sui carburanti, riducendo il divario preesistente che, prima dell’intervento, vedeva l’aliquota per la benzina a 72,84 centesimi e quella per il diesel a 61,74 centesimi. La misura si inserisce in un contesto di riforma fiscale più ampio, volto a rivedere il sistema delle accise in un periodo di cinque anni.
La logica alla base di questa manovra è la riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi (Sad), un aspetto centrale del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Secondo quanto stabilito nel Piano strutturale di bilancio approvato lo scorso autunno, la diminuzione dei sussidi dannosi, pari a 3,5 miliardi entro il 2030, avrà un impatto significativo sul gettito fiscale, contribuendo a una transizione verso un sistema più sostenibile e green.
Inoltre, il decreto sottolinea l’andamento dei prezzi medi di vendita ai consumatori finali, evidenziando una diminuzione del 3,75% per la benzina e del 3,87% per il gasolio nei due mesi precedenti l’adozione della normativa. Questo contesto è stato fondamentale nella decisione di applicare le nuove accise, che varieranno nel corso degli anni, con una forchetta che oscilla tra 1 e 1,5 centesimi per litro.
Un aspetto cruciale di questa riforma è l’utilizzo delle maggiori entrate derivanti dalle nuove aliquote. Secondo l’articolo 3 del decreto, i fondi ottenuti – al netto della quota spettante alle regioni a statuto speciale e alle Province autonome di Trento e Bolzano – saranno destinati all’incremento del Fondo nazionale per il concorso finanziario dello Stato agli oneri del trasporto pubblico locale. Ciò include il finanziamento per il rinnovo contrattuale degli operatori del trasporto pubblico, un settore che ha subito notevoli difficoltà negli ultimi anni, aggravate dalla pandemia.
In termini di gettito, si stima che al termine del processo di riallineamento delle accise si potrebbe arrivare a un incremento di 1,1 miliardi di euro. Questa cifra rappresenta la differenza tra i 1,93 miliardi di euro in più derivanti dall’aumento delle accise sul gasolio e i 830 milioni di euro in meno per la benzina. Tuttavia, è importante notare che a questo importo dovranno essere sottratti i costi associati al gasolio utilizzato in agricoltura e ai biocarburanti, i quali manterranno l’aliquota ridotta.
In un contesto di transizione verso pratiche più ecologiche, la decisione di aumentare le accise sul diesel, un carburante noto per le sue emissioni inquinanti, si allinea agli obiettivi del governo di incentivare l’uso di combustibili meno inquinanti. Questa mossa potrebbe, a lungo termine, incentivare gli automobilisti a considerare alternative più sostenibili, contribuendo così a migliorare la qualità dell’aria e a ridurre le emissioni di gas serra.
L’effetto di queste nuove accise si farà sentire non solo sui portafogli degli automobilisti, ma anche sul mercato dei carburanti in generale. Le compagnie petrolifere e le stazioni di servizio dovranno ora decidere come gestire questi cambiamenti:
Sarà interessante osservare come si comporteranno le aziende nel breve termine, considerando anche le dinamiche competitive del mercato.
Con l’introduzione di queste nuove accise, si aprono scenari complessi e interconnessi che coinvolgono non solo l’economia, ma anche l’ambiente e la mobilità sostenibile. La sfida sarà quella di mantenere un equilibrio tra le esigenze fiscali dello Stato, la sostenibilità ambientale e le aspettative dei cittadini. La direzione intrapresa dal governo, sebbene possa sembrare onerosa per alcuni, potrebbe rivelarsi fondamentale per un futuro più verde e responsabile.
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