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Montecucco: un viaggio di 25 anni verso un futuro promettente

Il venticinquesimo anniversario del Consorzio Montecucco è stato un momento significativo per riflettere sulla storia e il futuro di questo terroir che si estende tra la Val d’Orcia e la Maremma grossetana. In questi anni, la Denominazione di Origine Controllata (DOC) Montecucco ha dimostrato di avere tutte le potenzialità per affermarsi nel panorama vinicolo, nonostante le sfide legate alla diminuzione dei volumi rivendicati. Oggi, il Consorzio sta attuando strategie per contrastare questa contrazione, puntando su elementi chiave come il forte radicamento nel biologico, la vocazione all’enoturismo e una rinnovata perimetrazione “montana” dei confini.

Il territorio e la sua storia

Il territorio del Montecucco si sviluppa attorno al Monte Amiata, un vulcano estinto che offre un paesaggio unico e una varietà di microclimi ideali per la viticoltura. La nuova strategia del Consorzio si basa sulla valorizzazione di questi aspetti naturali e sulla consapevolezza della necessità di un ricambio generazionale nella governance. I pionieri della viticoltura locale, che hanno creduto nella qualità delle uve, sono ora pronti a passare il testimone a nuove generazioni di viticoltori.

Negli anni ’90, in particolare alla Poggi del Sasso, si iniziò a riconoscere il potenziale delle uve locali, le cui qualità erano richieste da cantine di tutta la Toscana. Dopo un primo tentativo non andato a buon fine, nel 1998 si concretizzò la nascita della DOC Montecucco, un passo fondamentale che unì sei comuni del versante grossetano del Monte Amiata. Oggi, il territorio comprende circa 700 ettari di vigneti, concentrati principalmente attorno a Poggi del Sasso e Montenero d’Orcia.

Sviluppo della filiera vitivinicola

La filiera vitivinicola si è sviluppata con grande entusiasmo, cercando di replicare il successo del Brunello di Montalcino. Aziende familiari, come ColleMassari, hanno dedicato passione alla viticoltura moderna. La leadership di Claudio Tipa, amministratore delegato di ColleMassari, ha avuto un ruolo decisivo nella crescita del Consorzio, contribuendo a portare la DOC Montecucco a un riconoscimento di prestigio, con la concessione della DOCG Montecucco Sangiovese nel 2010.

Tuttavia, negli ultimi anni si è assistito a una fase di contrazione dei volumi di produzione. Nel 2024, si prevede di raggiungere circa 750.000 bottiglie, di cui un terzo rappresentato dal Montecucco Sangiovese DOCG. Questi numeri, sebbene contenuti, offrono una sfida stimolante per il futuro del Consorzio, che sta cercando di trasformare le giacenze di vino in prodotto a denominazione, nonostante le difficoltà imposte dalla crisi globale che colpisce i vini rossi.

Impegno verso la sostenibilità

Uno degli aspetti più interessanti della produzione vinicola a Montecucco è il forte impegno verso l’agricoltura biologica. Oltre il 90% della produzione imbottigliata, incluso il Sangiovese, è certificata biologica. Questo dato sorprendente testimonia l’attitudine del territorio, caratterizzato da ampi spazi e alta biodiversità, a sostenere pratiche agricole sostenibili. La nascita del Distretto Biologico del Montecucco, che unisce nove aziende locali, rappresenta un ulteriore passo verso la valorizzazione delle risorse territoriali.

Il Montecucco non è solo un luogo di produzione vinicola, ma anche una meta turistica con grande potenziale. Le cantine locali hanno investito in agriturismi e pacchetti turistici per attrarre visitatori. Tuttavia, il sistema economico e politico della zona sembra essere in ritardo rispetto alla crescita del settore vitivinicolo, evidenziando la necessità di pianificazioni e investimenti strutturali adeguati.

Un futuro promettente

Un futuro più sostenibile per il Montecucco potrebbe passare per l’ampliamento dei confini della denominazione, in particolare verso le quote vitabili più alte del Monte Amiata. Questa strategia non solo aiuterebbe a mitigare gli effetti del riscaldamento globale, ma riconnetterebbe la denominazione alla sua identità geografica, un aspetto fondamentale per il suo riconoscimento e per la costruzione di una brand identity solida.

La nuova governance del Consorzio, guidata da GiovanBattista Basile, si trova di fronte a una sfida cruciale: il graduale disimpegno dei padri fondatori richiede l’emergere di nuove figure pronte a portare avanti la tradizione vitivinicola di Montecucco con energie fresche e idee innovative. La partecipazione di giovani viticoltori, anche di origine straniera, rappresenta una risorsa preziosa per il futuro della denominazione.

Il Montecucco, con la sua storia e le sue potenzialità, si prepara a scrivere un nuovo capitolo. La fede nelle proprie tradizioni e la voglia di guardare avanti, verso nuove sfide e opportunità, sono gli elementi chiave per continuare a far brillare questo angolo di Toscana nel panorama vitivinicolo mondiale.

Redazione Vinamundi

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