Gennaio è il mese dei propositi di inizio anno e il momento ideale per depurare l’organismo dopo gli eccessi delle feste natalizie. Ridurre l’apporto di zuccheri, cibi poco salutari e seguire in generale una dieta leggera all’inizio dell’anno è una prassi che piace a molti, a cui si aggiunge una nuova “sfida” arrivata dal mondo anglosassone: sospendere per un periodo di tempo anche il consumo di alcol, in quello che è stato lanciato come il Dry January.
Sulla scia di questo trend salutista sono nati i mocktails. La parola unisce i termini “mock” (falso, simulato) e cocktails, e indica appunto dei finti cocktail. E qui sta il bello: non si tratta del solito Shirley Temple (granatina e ginger ale), ma di vere e proprie copie dei cocktail più famosi in versione priva di alcol.
In alcuni casi è veramente difficile distinguere il “fake” dall’originale: anzi, potete anche divertirvi a invitare gli amici a casa, sfoderare le vostre doti da barman servendo mocktails a ripetizione e a fine serata stupire gli ospiti svelando che no, non avranno un forte mal di testa l’indomani mattina. Molto probabilmente vi ringrazieranno. Se invece dovessero risentirsi accusandovi di avergli negato la razione di gin promessa, forse è il caso di approfondire l’argomento in separata sede. Al di là degli innegabili effetti positivi sulla salute, la moda dei mocktails è nata soprattutto per non rinunciare al divertimento di prepararsi uno o due drink e sorseggiarli anche se il giorno seguente ci aspetta una giornata impegnativa al lavoro. L’idea ha avuto ampio seguito tanto che i bar si sono attrezzati allungando la propria lista di proposte analcoliche, e alcune aziende hanno iniziato la produzione di nuovi liquori senza alcol. Ad aumentare la fortuna dei mocktails ha contribuito poi il crescente successo del fai-da-te, nato durante i mesi di lockdown. La preparazione di cocktail per sé o per gli amici, alla ricerca di nuove ricette e sperimentando con profumi e aromi, è diventata un momento importante dell’esperienza tanto quanto la degustazione in sé.
La fantasia dei barman però è andata oltre il semplice concetto di copia dell’originale. Sono nate così ricette di cocktail senza alcol che ricordano più un piatto (in versione liquida) presente sul menù di un ristorante innovativo. Ci sono poi miscele rinfrescanti ideali per una pausa nel pomeriggio, o combinazioni più nutrienti e fruttate da provare a colazione o per il brunch.
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