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L’Università di Pisa svela il futuro del vino novello

L’Università di Pisa sta rivoluzionando il mondo del vino novello grazie a una ricerca innovativa che mira a migliorare sia la qualità del prodotto finale che la sicurezza degli operatori in cantina. Questo studio, condotto presso il Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali, ha sviluppato una nuova tecnica di macerazione che utilizza l’azoto al posto della tradizionale macerazione carbonica, aprendo nuove prospettive per il settore vitivinicolo.

la macerazione carbonica e le sue problematiche

La macerazione carbonica è una pratica consolidata nella produzione di vino novello, che avviene in ambienti saturi di anidride carbonica. Anche se questa tecnica è storicamente utilizzata per le sue caratteristiche organolettiche, presenta problematiche legate sia alla sicurezza degli operatori sia all’impatto ambientale. L’esposizione prolungata all’anidride carbonica può comportare rischi per la salute, rendendo necessaria una riflessione su metodi alternativi che garantiscano un ambiente di lavoro più sicuro.

l’innovativa tecnica di macerazione con azoto

Il team di ricerca dell’Università di Pisa ha proposto l’uso dell’azoto, un gas inerte già ampiamente utilizzato nelle cantine per preservare il vino dall’ossidazione. Attraverso un processo di macerazione in atmosfera controllata con azoto, i ricercatori hanno condotto esperimenti sulla varietà Gamay teinturier, nota per la sua idoneità nella produzione di vino novello. I test, effettuati nella cantina sperimentale dell’Ateneo, hanno avuto una durata di otto giorni, consentendo di monitorare attentamente l’andamento della fermentazione.

I risultati ottenuti sono stati sorprendenti:

  1. Aumento significativo nel contenuto di polifenoli e antociani.
  2. Maggiore estrazione di composti fenolici senza alterare le caratteristiche aromatiche del vino.
  3. Miglioramento della stabilità e delle proprietà antiossidanti del prodotto finale.

Questi aspetti sono cruciali, poiché la qualità organolettica è fondamentale per produttori e consumatori.

un progetto collaborativo per il futuro del vino

L’importanza di questa ricerca va oltre i confini dell’Università di Pisa. Il progetto ha visto la collaborazione di diverse università e centri di ricerca italiani, tra cui:

  • Università della Campania Luigi Vanvitelli
  • Università degli Studi della Tuscia
  • Università Federico II di Napoli
  • CREA – Centro di ricerca Olivicoltura, Frutticoltura e Agrumicoltura

Questa sinergia tra istituzioni accademiche e di ricerca sottolinea l’interesse crescente per l’innovazione nel settore vitivinicolo, con l’obiettivo di sviluppare pratiche più sostenibili e sicure.

La sostenibilità è un tema centrale nel mondo della viticoltura, dove i produttori sono sempre più consapevoli dell’impatto delle loro pratiche agricole sull’ambiente. L’uso dell’azoto per la macerazione non solo migliora la sicurezza in cantina, ma riduce anche la dipendenza da gas nocivi come l’anidride carbonica.

Inoltre, il vino novello sta vivendo una rinascita grazie a tecniche innovative come quella sviluppata dai ricercatori pisani. La valorizzazione di varietà autoctone e l’adozione di metodi di produzione più sostenibili possono contribuire a rendere il vino novello una scelta sempre più apprezzata dai consumatori, anche in un mercato globale in continua evoluzione.

In conclusione, l’innovazione nel settore vitivinicolo è una necessità sempre più pressante, e l’Università di Pisa si sta dimostrando all’avanguardia in questo campo. La ricerca sull’utilizzo dell’azoto nella produzione di vino novello offre vantaggi immediati in termini di qualità e sicurezza, promettendo di influenzare positivamente le pratiche enologiche future e contribuendo a un settore vitivinicolo più responsabile e sostenibile.

Redazione Vinamundi

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