Il 10 giugno 2025 si è conclusa a Milano l’undicesima edizione del Food Summit, un evento di grande rilevanza organizzato dal Gruppo Food, che ha riunito i principali attori della business community del settore agroalimentare. Questo incontro ha avuto come obiettivo principale quello di discutere strategie innovative per rafforzare la competitività del Made in Italy in un contesto economico globale sempre più complesso e in rapida evoluzione.
Durante il summit, Gregorio De Felice, Chief Economist di Intesa Sanpaolo, ha presentato dati significativi che attestano la continua crescita dell’export agroalimentare italiano. Nel 2024, le esportazioni italiane nel settore hanno raggiunto i 67,5 miliardi di euro, con un incremento dell’8,3% rispetto all’anno precedente. Un dato particolarmente interessante riguarda il mercato statunitense, dove il valore delle esportazioni italiane ha toccato i 7,8 miliardi di euro. Questa cifra è suddivisa in:
Gli Stati Uniti rappresentano così l’11,6% dell’export agroalimentare totale italiano, un segnale chiaro della crescente richiesta di prodotti Made in Italy nel mercato americano.
Nel primo trimestre del 2025, il settore Food & Beverage italiano ha registrato un ulteriore successo, con un aumento del 10,9% delle esportazioni negli Stati Uniti, superando le performance di Francia (+8%) e Spagna (+4%). De Felice ha sottolineato che la qualità dei prodotti italiani, in particolare nella fascia alta, offre una certa protezione contro i dazi americani, permettendo così ai produttori italiani di mantenere una posizione competitiva.
Un altro tema cruciale emerso durante il Food Summit è stato quello delle fusioni e acquisizioni (M&A) e delle strategie di internazionalizzazione. Laura Asperti, Global Head of Food & Beverage and Distribution della Divisione IMI CIB di Intesa Sanpaolo, ha evidenziato come, nel 2024, il numero di operazioni di M&A nel settore Food & Beverage a livello globale sia rimasto stabile, ma il valore di queste operazioni ha registrato un incremento superiore al 50%, spinto soprattutto da importanti transazioni nel mercato americano. In Italia, nonostante una flessione del 18% nel numero di operazioni, il valore delle transazioni è aumentato del 20%, confermando l’interesse degli investitori per il settore.
Marco Eccheli, Partner & Managing Director di AlixPartners, ha approfondito le strategie di espansione internazionale, rivelando che il 45% degli investimenti diretti è finalizzato all’acquisizione di distributori locali, mentre il 31% è destinato all’apertura di nuovi stabilimenti (greenfield). Inoltre, Eccheli ha messo in evidenza il crescente ruolo dei fondi di Private Equity, con il 70% delle loro operazioni di internazionalizzazione che si concentrano su mercati extra-UE. Questi dati riflettono una tendenza in cui le aziende italiane cercano di diversificare i loro mercati di esportazione e di espandere la loro presenza globale.
Un altro aspetto fondamentale emerso durante il Food Summit è stato il ruolo cruciale della comunicazione nella valorizzazione del Made in Italy. Massimo Beduschi, CEO e Chairman di WPP Media in Italia, ha sottolineato quanto sia importante raccontare l’unicità dei prodotti italiani e il prestigio che questi portano con sé. Secondo il report WPP BAV Best Countries, l’Italia è percepita globalmente come il Paese leader per il “Great Food”, posizionandosi al primo posto nelle preferenze dei consumatori, seguita da Spagna e Messico. Questa percezione positiva evidenzia l’importanza di investire nella comunicazione strategica per rafforzare ulteriormente il brand Made in Italy e per conquistare nuovi mercati.
La capacità di narrare storie che parlano della tradizione, della qualità e dell’innovazione dei prodotti italiani si rivela, quindi, un asset fondamentale per le aziende. La comunicazione non si limita a promuovere i prodotti, ma crea un legame emotivo con i consumatori, rendendo il Made in Italy non solo un marchio, ma un’esperienza culturale.
In un contesto in cui i consumatori sono sempre più attenti alla sostenibilità e all’innovazione, le aziende italiane sono chiamate a rispondere a queste nuove esigenze. Il Food Summit 2025 ha messo in luce anche l’importanza di integrare pratiche sostenibili nella produzione agroalimentare. La crescente domanda di prodotti biologici e a km zero è un segno che i consumatori sono disposti a pagare di più per prodotti che rispettano l’ambiente e le comunità locali.
La sfida per il futuro non è solo quella di mantenere la qualità e l’autenticità dei prodotti, ma anche di adattarsi rapidamente alle nuove tendenze del mercato globale. Investire in tecnologie innovative e in pratiche sostenibili diventa pertanto un imperativo strategico per le aziende italiane che vogliono rimanere competitive e continuare a guidare l’export agroalimentare nel mondo.
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