L’imposizione di dazi doganali del 30% sulle importazioni europee da parte dell’amministrazione Trump, a partire dal 1° agosto, ha generato una forte reazione nel settore agroalimentare italiano. Legacoop Agroalimentare e il Consorzio Italia del Gusto si sono uniti per denunciare questa misura, considerata una provocazione politica che minaccia non solo le imprese e le filiere produttive europee, ma anche i consumatori statunitensi. È un momento cruciale per il Made in Italy, che si trova a fronteggiare sfide significative in un contesto di crescente protezionismo.
Cristian Maretti, presidente di Legacoop Agroalimentare, ha evidenziato come i dazi rappresentino un colpo diretto all’export italiano ed europeo. Secondo Maretti, “il 30% di dazio USA mette in grande difficoltà le nostre cooperative.” Questo scenario, già complesso, si aggrava ulteriormente, portando a conseguenze negative anche per i consumatori americani e per l’intero mercato europeo. Le cooperative, che operano in un contesto di sfide crescenti, rischiano di non poter garantire adeguatamente le produzioni dei soci.
Maretti ha descritto l’atteggiamento della Casa Bianca nei confronti dell’Europa come una “farsa unilaterale”, sottolineando come l’uso dei dazi come strumento elettorale possa compromettere relazioni commerciali e culturali consolidate. “Se un amico dà fuoco al nostro fienile, non possiamo certo usare il fioretto,” ha affermato, invitando a una risposta decisa da parte dell’Unione Europea.
D’altra parte, Italia del Gusto ha offerto un’analisi più ampia, avvertendo che il provvedimento non colpisce solo il commercio, ma minaccia l’intera architettura industriale e valoriale del Made in Italy agroalimentare. “Non è in discussione solo il commercio – ha affermato il Consorzio – ma un equilibrio economico costruito su fiducia, qualità e continuità.” La reputazione del Made in Italy, simbolo di eccellenza, è a rischio, con potenziali ripercussioni che si estendono ben oltre le frontiere europee.
Negli Stati Uniti, le eccellenze italiane sono parte integrante di catene di distribuzione, logistica e cultura alimentare. Un attacco a queste importazioni rappresenta quindi un attacco a un modello di business che ha creato posti di lavoro e opportunità economiche.
Il settore agroalimentare teme diverse conseguenze dirette da questa misura, tra cui:
Italia del Gusto ha avvertito che tutti questi fattori potrebbero mettere a rischio la sostenibilità del sistema agroalimentare, con gravi ricadute su occupazione, export e reputazione, non solo in Europa, ma anche negli Stati Uniti.
Da Legacoop a Italia del Gusto, il messaggio è chiaro: l’Europa deve rimanere unita e forte di fronte a queste sfide. Le filiere italiane non richiedono sussidi, ma misure di tutela strategiche e nuove aperture a livello internazionale. “Difendere il Made in Italy oggi significa proteggere un’economia reale fatta di imprese, lavoro, cultura e visione,” hanno affermato i rappresentanti del comparto.
In un contesto globale segnato da protezionismi e instabilità, il settore agroalimentare italiano si compatta e lancia un chiaro appello alle istituzioni europee. È fondamentale difendere la credibilità, la qualità e il valore sociale delle produzioni italiane. Il Made in Italy non è solo una bandiera economica, ma rappresenta un modello di cultura, lavoro e futuro condiviso. L’unità e la proattività dell’Unione Europea sono più che mai necessarie per affrontare le sfide che si profilano all’orizzonte.
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