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Le 5 birre più alcoliche al mondo

Quando qualcuno dice birra, il pensiero va subito a qualcosa di leggero, da bere magari durante un aperitivo al volo o per rilassarsi dopo una giornata di lavoro. D’altronde, la produzione brassicola, pur molto varia, regala prodotti che hanno una gradazione alcolica che va dal 4 all’8%. Gradazioni che, appunto, si addicono a contesti quotidiani, come una pizza in compagnia o un drink al bar con gli amici. Ci sono, poi, birre che si spingono un po’ più in là. Prodotti leggermente più complessi che si avvicinano come gradazione a quella di alcuni vini. Stiamo parlando di birre realizzate con metodo Eisbock, per esempio, con percentuali che possono anche raggiungere il 13%.

Quali sono le birre più alcoliche al mondo?

Non è di questo, però, che vogliamo parlare oggi. Oggi vogliamo parlare di quelle birre che si muovono fuori dagli spazi tradizionali della produzione brassicola e osano lavorare su gradazioni molto più simili a quelle di un superalcolico o di un amaro rispetto a quelle di una bionda chiara da prendere al bar. Stiamo parlando delle birre più alcoliche al mondo. Prodotti particolari, non di certo legati alla quotidianità, che dimostrano la varietà di un mondo complesso come quello della birra. Ne abbiamo scelte cinque, tra le più alcoliche al mondo. Prima di conoscerle, però, è bene sottolineare alcuni dettagli. Quella alla “birra più alcolica al mondo” è stata una sorta di “gara” tra alcuni produttori, che circa dieci anni fa hanno sfornato numerosi prodotti di volta in volta più alcolici. Il consumo di questo tipo di birre è, in realtà, particolarmente limitato, proprio per la loro complessità.

Immagine | Unsplash @Timothy Dykes – Vinamundi.it
  • Snake Venom (67,5%): la palma di birra più alcolica al mondo dovrebbe essere la sua. La Snake Venom ha 67,5% di gradazione alcolica e non risultano birre con percentuali più alte. La produce dal 2013 Brewmeister, birrificio scozzese. Malto di torba affumicata e lieviti di champagne e birra portano all’incredibile gradazione. Curiosa e da sottolineare l’assenza di bollicine, un’anomalia rispetto alle birre tradizionali. Questa è data dalla densità del prodotto.
  • Armageddon (65%): subito dietro Snake Venom, troviamo Armageddon e il suo 65% di gradazione alcolica. A produrla è sempre Brewmeister, che l’ha messa sul mercato solo un anno prima rispetto alla “collega” più alcolica. Simile nella preparazione a un whisky di grande corpo, Armageddon si ricava mescolando cereali (malto d’orzo, grano, avena) e il naturale complemento dei grandi whisky: l’acqua di sorgente scozzese pura al 100 per cento.
  • Start the Future (60%): alle spalle della doppietta scozzese, si piazza una birra olandese, prodotta dal birrifico Koelschip. Sono pochissime le informazioni disponibili, ma chi l’ha provata racconta di un gusto fortemente alcolico, che nasconde molte delle sfumature tradizionali della birra.
  • The Strength in Numbers (57,8%): si tratta di una birra nata dalla collaborazione tra birrifici scozzesi (BrewDog) e tedeschi (Schorschbräu). Viene prodotta mescolando una Golden Ale belga invecchiata per 10 anni in botti di whisky con una Eisbock.
  • Schorschbock 57 (57,7%): Schorschbräu, prima della collaborazione con BrewDog, aveva già dato vita ad alcune birre ad alta gradazione. Una di queste si posiziona al quinto posto della nostra personale classifica: è la Schorschbock 57, che nel nome porta già la sua importante gradazione: 57,7%.
Gianluca Pirovano

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