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L’allerta della filiera italiana: il vino sotto la lente dell’ONU

In vista della prossima revisione della Dichiarazione Politica dell’ONU sulle malattie non trasmissibili (NCDs), prevista per settembre 2025, il mondo del vino italiano si mobilita lanciando un allarme. Le principali associazioni del settore vitivinicolo, tra cui Assoenologi, Federvini, Federdoc e le centrali cooperative Confcooperative, Legacoop e AGCI, hanno indirizzato una lettera aperta al Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, per sottolineare l’importanza di difendere il vino come parte di uno stile di vita sano e consapevole.

Il messaggio del settore vitivinicolo

Il messaggio è chiaro: è necessaria una campagna istituzionale per contrastare le narrazioni che, in modo ideologico, equiparano il consumo moderato di vino agli abusi di alcol. Queste semplificazioni ignorano non solo le evidenze scientifiche, ma anche le radici culturali e le specificità territoriali che caratterizzano il vino nel panorama italiano. Nella lettera si legge: “È tempo di un’azione condivisa che informi correttamente i cittadini e riaffermi il valore del vino come simbolo della dieta mediterranea”.

Preoccupazioni per il futuro

Il settore vitivinicolo italiano guarda con preoccupazione alla nuova versione della Dichiarazione Politica dell’ONU, temendo che possa ispirare politiche sanitarie restrittive a livello europeo. Un pericolo concreto è quello di vedere il vino assimilato indiscriminatamente ad altre bevande alcoliche, perdendo così la sua specificità culturale, storica e alimentare. Questo approccio rischia di appiattire la diversità e la ricchezza del patrimonio vitivinicolo, che è parte integrante dell’identità italiana e della dieta mediterranea, riconosciuta come Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.

Le associazioni del settore chiedono quindi un cambio di passo. Non si tratta solo di una risposta difensiva, ma di un approccio propositivo che coinvolga anche il Ministero della Salute e la Presidenza del Consiglio. La strategia proposta punta su informazione, equilibrio e responsabilità, sottolineando la necessità di educare il pubblico sull’importanza del consumo moderato e consapevole di vino, piuttosto che demonizzarlo.

Il valore economico del vino italiano

Il vino italiano non è solo un prodotto di eccellenza, ma anche un settore strategico per l’economia nazionale. Con oltre 14 miliardi di euro di export e centinaia di migliaia di addetti, il comparto vitivinicolo è un pilastro dell’agroalimentare italiano. Inoltre, il vino rappresenta un presidio di biodiversità, un motore per il turismo e un simbolo del Made in Italy nel mondo. Le cantine italiane, spesso a conduzione familiare, sono custodi di tradizioni secolari, che si traducono in prodotti unici e di alta qualità, apprezzati in tutto il globo.

Le associazioni del settore avvertono: “Non possiamo permettere che pressioni ideologiche danneggino l’immagine del vino italiano, né accettare che il dibattito venga semplificato con etichette allarmistiche e generalizzazioni fuorvianti.” Il vino, quando consumato con moderazione, è parte di uno stile di vita equilibrato e può contribuire a una dieta sana. Studi scientifici hanno dimostrato che un consumo moderato di vino rosso, ad esempio, è associato a benefici per la salute cardiovascolare, grazie alla presenza di antiossidanti come il resveratrolo.

Il Ministro Lollobrigida ha risposto con fermezza all’appello delle associazioni, riaffermando il suo impegno a difesa del vino. “Le istituzioni devono informare, non spaventare,” ha dichiarato, sottolineando l’importanza di sostenere un consumo responsabile piuttosto che intraprendere una crociata ideologica contro il vino. Lollobrigida ha inoltre evidenziato che il vino è parte integrante della storia e dell’identità italiana, un patrimonio culturale che deve essere tutelato e valorizzato.

In questo contesto, è fondamentale che il governo e le istituzioni collaborino con il settore vitivinicolo per costruire una narrazione positiva e informativa sul vino. Ciò implica non solo la promozione del consumo responsabile, ma anche l’educazione del pubblico sui benefici del vino all’interno di una dieta equilibrata. È essenziale che le politiche future considerino le specificità culturali e alimentari del vino, riconoscendo il suo valore non solo come prodotto commerciale, ma anche come elemento di socialità e convivialità.

Le preoccupazioni espresse dal settore vitivinicolo italiano pongono quindi l’accento sull’urgenza di un dialogo costruttivo tra le istituzioni e i produttori. La revisione della Dichiarazione Politica dell’ONU sulle malattie non trasmissibili rappresenta un’opportunità per riaffermare il ruolo del vino nella cultura italiana e nella salute pubblica, sostenendo un approccio equilibrato e basato su evidenze scientifiche. La speranza è che, attraverso un impegno congiunto, si possa preservare e valorizzare il vino come simbolo della tradizione e della qualità del patrimonio agroalimentare italiano.

Redazione Vinamundi

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